Associazioni, cittadini e Chiesa di Caserta sostengono un progetto di rigenerazione urbana per l’area militare dismessa ex Macrico di proprietà dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero. Per donare alla città il polmone verde che non ha mai avuto.
Sulla pagina Facebook Oltre quel muro curata dalla Diocesi di Caserta, i cittadini di Caserta sono invitati a scoprire cosa c’è oltre il muro dell’area ex Macrico, un’area militare dismessa di proprietà dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero. Uno spazio immenso, di circa 33 ettari, posto tra il centro storico di Caserta e le zone di nuova espansione, che potrebbe diventare il parco che la città non ha mai avuto e il suo polmone verde. Ora che anche il vescovo di Caserta Pietro Lagnese si è fatto promotore del progetto di rigenerazione urbana del sito, da trasformare nel “parco della vita e della pace”, questo futuro sembra finalmente più vicino. Ne sarebbero soddisfatti quei casertani che, da più di vent’anni, si spendono per difendere il terreno dalla speculazione edilizia e destinarlo a verde pubblico.
La storia dell’area ex Macrico
L’acronimo Macrico sta per Magazzino Centrale Ricambi Mezzi Corazzati e risale al 1950. Ma la storia del luogo parte da lontano e documenta i passaggi di proprietà dai re Aragonesi alla Chiesa di quello che nel 1300 era solo una superficie agricola adibita all’asilo dei cavalli dell’esercito. Il fondo vede poi uno sviluppo agricolo e la costruzione progressiva di diversi edifici da parte dei vescovi; finché a metà 800 i Borbone acquistano il complesso edilizio e prendono in affitto i terreni della Curia per trasformarli in quartiere militare e piazza d’armi, destinandoli alle esercitazioni delle truppe. Utilizzata saltuariamente nella prima metà del 900, nel 1950 l’esercito italiano la cinge con un muro, destinandola a Magazzino Centrale Ricambi dei mezzi Corazzati: una caserma con annessi magazzini, enormi capannoni in lamiera, amianto e edifici in muratura. Negli anni ‘80 la Curia di Caserta avvia una causa per ottenere la restituzione dei luoghi e la vince nel 1994; circa sei anni dopo l’esercito lascia il sito, che resta in stato di abbandono. Nel 2015, dopo la realizzazione di una bonifica per rimuovere dall’area e dai manufatti i materiali in amianto e i rifiuti pericolosi, l’area dell’ex Macrico viene cancellata dalla Regione Campania dall’elenco dei siti potenzialmente contaminati. Intanto Italia Nostra, Legambiente e la Fondazione Don Diana propongono, nel 2001, la formazione del Comitato Macrico Verde a difesa dell’area e lanciano una raccolta di firme affinché venga destinata a verde pubblico, con indice di edificabilità zero e la ristrutturazione delle strutture già presenti. Nel 2006 la prima vittoria: l’apertura per un giorno del Macrico, che consente ai casertani di scoprire la bellezza che si cela dietro quel muro.
Chiesa e cittadini chiedono che l’ex Macrico diventi un parco urbano
Da allora, il Comitato prosegue la sua battaglia per l’inedificabilità di un’area che conta 120mila metri quadri di edifici restaurabili per scopi utili alla cittadinanza, la cui posizione è strategica per lo sviluppo del Comune. La voglia dei cittadini di vedervi un parco pubblico è continuata a crescere; desiderio condiviso oggi anche dal vescovo della città campana, che ha firmato il 29 aprile scorso un manifesto della Chiesa di Caserta dedicato all’ex Macrico, intitolato “Da Campo di Marte a campo della pace”. “La Chiesa di Caserta – si legge nel documento – sogna di poter mettere a disposizione dei casertani l’area dell’ex Macrico, un tempo denominata Campo di Marte. Sogna di poterla offrire come campo di pace, di vita, d’incontro, campo di dialogo tra generazioni, terra in cui seminare la speranza, coltivare la pace e custodire la vita. Sì, questo sogna e ad ogni casertano, per questo sogno, chiede di operare insieme”. In particolare, secondo la Chiesa casertana, l’area dovrà essere destinata a parco urbano, polo sociale e culturale, “rifuggendo da ogni logica di speculazione edilizia, per dare risposte concrete al bisogno di spazi verdi, accessibili, attrezzati e organizzati secondo i criteri della sostenibilità ambientale, perché questi possano assolvere anche un compito di riequilibrio eco-biologico, costituire un’attrazione turistica, svolgere le funzioni classiche proprie del parco urbano e, nello stesso tempo, essere vero polo multifunzionale a destinazione sociale e culturale”. Per la realizzazione del progetto, la Chiesa di Caserta ha costituito una Fondazione di partecipazione, che acquisirà l’uso dell’area ex Macrico di proprietà dell’Istituto diocesano per il sostentamento del Clero, e istituito un ufficio Macrico interno alla diocesi.