Kyma Ambiente, la municipalizzata che a Taranto gestisce i servizi pubblici locali, ricorre alla sorveglianza tecnologica per combattere l’abbandono dei rifiuti. Ma l’utilizzo delle videocamere pone qualche problema con la privacy.
Sempre all’erta contro chi abbandona per strada i rifiuti, soprattutto quelli ingombranti, quando basterebbe una telefonata o un tap sull’applicazione della municipalizzata per prenotare il ritiro. Kyma Ambiente, società in house del Comune di Taranto che gestisce i servizi pubblici locali, e in particolare i rifiuti, da tempo ha dichiarato guerra a chi ha il vizio di dimenticare frigoriferi o materassi per strada o sui marciapiedi. È notizia di qualche giorno fa l’arrivo di 25 nuove videotrappole, che si aggiungono alle 60 già operative sul territorio comunale. Taranto è una delle sempre più numerose città italiane – da Guiglia (Modena) a Pisa, da Empoli a Verona, Milano, Parma fino ad Alcamo (Trapani) – che si affidano alla sorveglianza tecnologica e alle sanzioni per limitare queste forme di inciviltà.
Telecamere contro i rifiuti in strada
La società in house del Comune di Taranto potenzia dunque il controllo del territorio per arginare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti: recentemente, spiega un comunicato stampa, sono stati installate circa 25 nuove telecamere, disseminate tra zone centrali e periferia. Ad oggi, sui 250 chilometri quadrati del territorio comunale, sono in funzione 85 dispositivi che hanno permesso di comminare 2.000 multe (dati aggiornati a metà maggio) per un ammontare di 200mila euro. “Tolleranza zero per chi abbandona ingombranti per strada e sporca la nostra Taranto” ha commentato il presidente di Kyma Ambiente, Giampiero Mancarelli. “Chi si rende protagonista di episodi del genere non rispetta il luogo dove vive, a danno di tutti i cittadini. Questi continui ritiri non programmati di rifiuti di grandi dimensioni rappresentano un costo a carico di tutti. Oltre, ovviamente, a fornire una pessima immagine della città”. Il servizio di monitoraggio viene effettuato dalla centrale di controllo di Kyma Ambiente in collaborazione con la polizia locale cittadina. I punti di maggior concentramento, spiega l’azienda, sono nei pressi delle isole ingegnerizzate per la raccolta differenziata, “che alcuni incivili scambiano per discariche a cielo aperto”.
Occhio alla privacy
Il 13 maggio scorso Kyma Ambiente è stata oggetto di una sanzione da parte del Garante della privacy. Motivo della sanzione, la presunta identificabilità di una persona ripresa nel 2021 dalle videotrappole, il cui filmato era stato diffuso sulla pagina Facebook di Kyma. “Il soggetto in questione – si legge in una nota dell’azienda – secondo quanto comunicato dal Garante, risultava riconoscibile da alcuni elementi, nonostante l’oscuramento dei tratti maggiormente sensibili”. La municipalizzata tarantina si è attivata per la formalizzazione del ricorso.