La Commissione Europea ha avviato i lavori per un sistema di certificazione del carbonio stoccato nel suolo e lo contabilizzi ai fini della neutralità climatica e dei mercati dei crediti. E c’è chi lavora coi satelliti e l’intelligenza artificiale per misurarlo.
Secondo l’Agenzia europea per l’ambiente (AEA) il suolo è un elemento importante, ma troppo spesso trascurato, del sistema climatico. Costituisce il secondo serbatoio di carbonio dopo gli oceani. Difficile, dunque, affrontare con successo la crisi climatica senza tenere conto anche del ruolo della terra sotto i nostri piedi; per questo, insieme alle foreste, il suolo sta diventando la principale fonte di crediti di carbonio, i crediti negoziabili connessi ai programmi che garantiscono l’assorbimento o la mancata emissione di carbonio. La Commissione europea ha dato il via ad un progetto di certificazione del carbonio stoccato nei suoli e c’è già chi, in vista della crescita del mercato dei crediti di carbonio agricoli, sta lavorando alla misurazione del carbonio nei suoli attraverso le immagini satellitari e l’intelligenza artificiale.
Crediti di carbonio: cosa sono e perché aiutano a contrastare il cambiamento climatico
L’AEA ci ricorda che il carbonio non utilizzato dalle piante per la crescita passa nelle radici e viene stoccato all’interno del suolo. Se indisturbato, il carbonio resta intrappolato nel suolo anche per migliaia di anni; un terreno in buona salute contribuisce perciò a mitigare il cambiamento climatico. In termini di stoccaggio del carbonio, non tutti i suoli sono uguali: quelli più ricchi di carbonio sono quelli composti da torba, diffusi soprattutto in Europa settentrionale, Regno Unito e Irlanda. Ma anche i terreni adibiti a pascolo, o prato, sono in grado di stoccarne grandi quantità. Al contrario, i suoli delle aree calde e secche dell’Europa meridionale ne contengono meno. L’assorbimento certificato del carbonio crea nuove opportunità commerciali per gli agricoltori, i forestali e i gestori del territorio per i quali può rappresentare un potenziale reddito integrativo. Un credito di carbonio è infatti un certificato negoziabile, che può cioè essere messo in vendita su specifici mercati, ed equivale ad una tonnellata di CO2 (o altri gas serra) non emessa o assorbita. Questo strumento finanziario, oggi molto discusso, è stato introdotto dal Protocollo di Kyoto per consentire a chi emette gas serra di compensarli (carbon offset).
Certificazione delle attività di assorbimento del carbonio: la proposta della Commissione europea
Sul finire dello scorso anno, la Commissione europea ha adottato una proposta per un primo quadro regolatorio europeo finalizzato a certificare, in modo affidabile e su base volontaria, gli assorbimenti di carbonio di alta qualità. La proposta della Commissione intende promuovere le tecnologie innovative di assorbimento del carbonio e le soluzioni sostenibili per il sequestro del carbonio nei suoli agricoli. Obiettivo della Commissione è inoltre quello di sviluppare metodi di certificazione su misura per le attività di rimozione del carbonio che raggiungano obiettivi climatici e altri obiettivi ambientali. Per garantire la trasparenza e la credibilità del processo di certificazione, la proposta fissa norme per la verifica indipendente degli assorbimenti e disciplina il riconoscimento dei sistemi di certificazione di cui ci si può servire per dimostrare la conformità al quadro regolatorio dell’Unione europea. “Un passo storico nella nostra lotta contro la crisi climatica – ha dichiarato Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal Europeo – Per raggiungere la neutralità climatica dobbiamo ridurre drasticamente le emissioni di gas serra, ma dobbiamo anche rimuovere il carbonio dall’atmosfera”.
Carbonio nei suoli: come si misura
Ma come si fa a sapere quanto carbonio è accumulato nei suoli? Per quantificarlo è necessario andare nei campi, prelevare dei campioni e analizzarli in laboratorio. Ma se l’obiettivo è la crescente quantificazione del carbonio accumulato nel terreno questo metodo pone dei problemi, perché la concentrazione di carbonio nel suolo è molto variabile e in uno stesso campo può cambiare tantissimo. “Quindi – spiega Lucia Perugini, ricercatrice presso il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) ed esperta di foreste e cambiamenti climatici – per una quantificazione realistica servono numerosi campioni, che comportano personale in campo, numerosi prelievi condotti secondo standard affidabili e le relative analisi in laboratorio”. Il risultato è che il carbon farming (i metodi agricoli che favoriscono lo stoccaggio di carbonio) è uno dei comparti in qui la quantificazione del carbonio è più variabile e i costi più elevati. C-Farms, progetto LIFE+ finanziato dall’Unione europea portato avanti in Lombardia, sta esplorando soluzioni praticabili per arrivare ad un metodo di certificazione del carbonio nel suolo che tenga in equilibrio costi e rigore scientifico.
Satelliti e intelligenza artificiale per la misurazione del carbonio nel suolo
Per superare i limiti legati alla quantificazione del carbonio nel terreno e provare ad alimentare i mercati dei crediti di carbonio anche con il carbon farming, c’è chi punta sulle immagini satellitari e sull’intelligenza artificiale. Si chiama Perennial la startup con sede a Boulder, Colorado, che promette di sostituirsi ai tecnici sguinzagliati per i campi nella misurazione del carbonio. L’ambizione di Perennial è produrre “l’infrastruttura che sostiene l’intera filiera del mercato del carbonio nel suolo“, afferma Jack Roswell CEO della startup. “Nessuna tecnologia – sostiene – risolve un problema a meno che non lo risolva su larga scala e in modo conveniente”. Perennial si seve di immagini satellitari multispettrali, che restituiscono graficamente la quantità di energia riflessa di oggetti della superficie terrestre, nelle diverse lunghezze d’onda dello spettro elettromagnetico. Queste immagini, insieme ad una serie di dati relativi ai terreni oggetto dell’indagine, vengono date in pasto ad un algoritmo di apprendimento automatico. Per addestrare l’algoritmo ad una corretta lettura dei dati, Perennial ha prelevato migliaia di campioni di suolo in tutti gli Stati Uniti per affinare i propri modelli. Tutto ciò, sostengono gli imprenditori, consentirà all’algoritmo di quantificare a distanza il carbonio nel terreno, in modo affidabile e più economico rispetto all’analisi dei campioni. L’azienda lavora anche in altri Paesi e su tipi di terreno sempre diversi, dai pascoli ai campi coltivati.