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Specchi orbitali: illuminare la Terra dallo spazio è possibile?

Il pianeta Terra
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Si potrebbe davvero riuscire ad ottenere la luce solare anche a notte fonda? Anche se questa domanda potrebbe sembrare un po’ strana, quasi fantascientifica, c’è chi ha provato a rispondere sviluppando un progetto davvero molto intrigante: stiamo parlando di Reflect Orbital, una start-up americana che negli ultimi anni si è messa d’impegno per sviluppare degli specchi orbitali. Vediamo dunque insieme tutto quello che è necessario sapere riguardo a questi prodotti così avveniristici.

Indice contenuti

L’idea di Ben Nowack

Ecco tutto quello che devi assolutamente sapere riguardo agli specchi orbitali: vediamo come funzionano e perché potrebbero avere grandi potenzialità.
Satellite in orbita intorno alla Terra

Il CEO di Reflect Orbital, Ben Nowack, ne è certo: offrire e vendere i raggi ultravioletti del Sole anche quando è notte è un traguardo raggiungibile. Per farlo, con la sua start-up ha pensato di lanciare nello spazio dei satelliti di ultima generazione forniti di specchi riflettenti capaci di riflettere i raggi solari e indirizzarli ovunque sia necessario.

In un’intervista a Vice, il giovanissimo imprenditore aveva così parlato dell’idea dietro al suo progetto:

Ho scoperto un modo interessante per risolvere il vero problema dell’energia solare, che come sappiamo è una forza inarrestabile. Si stanno iniziando ad installare tantissimi pannelli solari, quindi sarebbe davvero una soluzione ideale per aiutare l’umanità. Il problema è che quando la luce solare si spegne arriva la notte: se risolvi questo problema fondamentale, riesci a ottimizzare l’uso dell’energia solare ovunque.

L’illuminazione (perdonate il gioco di parole!) è arrivata a Nowack mentre stava guardando il documentario The Problem with Solar Energy in Africa: il giovane aveva iniziato proprio in quel momento a riflettere sulle inefficienze dell’energia solare. Il video che stava guardando sottolineava infatti come, per produrre la stessa quantità di energia in Germania servissero tre volte più pannelli solari rispetto al Sahara (e trasferire energia dal Sahara alla Germania non è ovviamente così semplice!).

Partendo da queste considerazioni, l’imprenditore aveva così iniziato ad immaginare – almeno inizialmente – un sistema per concentrare la luce solare, rifletterla con specchi e incanalarla in tubi sottovuoto capaci di trasportare il raggio attorno alla curvatura terrestre, simile a un fascio di energia infinita. Tuttavia, si è presto reso conto che questa soluzione era economicamente impraticabile.

Pochi giorni dopo aver quasi abbandonato l’idea aveva però avuto un’intuizione decisiva: mandare in orbita il sistema che trasforma la luce solare in un fascio, eliminando così la necessità dei costosi tubi sottovuoto sopracitati. Questo approccio, oltre a essere più semplice, avrebbe permesso di illuminare con la luce solare le fattorie solari già esistenti.

L’azienda Reflect Orbital

Proprio a partire da questi presupposti è stata fondata la sua azienda, Reflect Orbital, che sta per l’appunto pianificando il lancio di un gruppo di piccoli satelliti dotati di enormi specchi riflettenti nello spazio, che dovrebbero funzionare come fari cosmici, concentrando efficacemente i raggi del sole sulla Terra in caso di necessità. Ecco il funzionamento del sistema, riassunto per punti:

  • Energia solare notturna: la luce solare riflessa sulla superficie terrestre potrà essere catturata dai pannelli solari, fornendo così energia anche dopo il tramonto;
  • Distribuzione dei satelliti: la compagnia posizionerà i satelliti dotati di specchi orbitali in varie zone dello spazio;
  • Riflessione della luce solare: una volta posizionati, questi specchi rifletteranno la luce solare verso aree specifiche della Terra durante la notte.

Specchi orbitali: una soluzione credibile?

Sono stati in tanti a sollevare delle perplessità rispetto ai progetti di Nowack, e lo stesso imprenditore è perfettamente consapevole di quanto la sua idea sia ambiziosa.

In un video pubblicato sui social, l’imprenditore aveva a proposito mostrato come questa tecnologia potrebbe funzionare nella pratica. Nel filmato, Nowack utilizza un’app per selezionare una posizione su una mappa: una volta confermata, lo spazio fisico in cui si trova viene illuminato; la telecamera si alza così verso il cielo, mostrando una luce che brilla dall’alto. Ovviamente, il processo è ben più complesso di un semplice tap sullo schermo di un telefono.

Lo stesso Nowack ha successivamente twittato che il video era una “semplice dimostrazione” e che la sua azienda “ha ancora tanta strada da fare” . Almeno per ora sappiamo che l’azienda Reflect Orbital ha testato i suoi specchi utilizzandoli su una mongolfiera, ma non ha ancora satelliti nello spazio. In un video di luglio 2024, i fondatori di Reflect Orbital avevano per il resto dichiarato di voler pianificare il lancio del loro “primo grande riflettore dispiegabile” entro la fine dello stesso anno.

Nonostante le evidenti difficoltà tecniche e l’ingente dispendio di risorse economiche che gli specchi orbitali potrebbero comportare, Reflect Orbital ha ambizioni che vanno ben oltre un singolo satellite. Secondo Nowack, la sua azienda sta infatti sviluppando un’intera costellazione di satelliti per “vendere luce solare a migliaia di fattorie solari dopo il tramonto”.

Le potenzialità degli specchi orbitali

Una startup americana sta sviluppando degli specchi riflettori nello spazio per illuminare la Terra anche di notte: ecco le loro potenzialità.
Un satellite lanciato nello spazio

Anche se questa soluzione, come abbiamo visto, è ancora in una fase embrionale, è certamente interessante per un’ampia serie di motivi.

Prima di tutto, perché con la tecnologia di Reflect Orbital, molte centrali solari potrebbero ridurre significativamente o eliminare del tutto l’uso delle centrali di backup, portando a risparmi per i fornitori e a costi ridotti per i consumatori. Inoltre, la tecnologia di Reflect Orbital si allinea con la necessità sempre più impellente di avere dalla nostra parte un maggior numero di risorse di energia pulita e sostenibile. Infine, se la tecnologia di Reflect Orbital si dovesse dimostrare efficace, potrebbe essere implementata anche in altri Paesi: nazioni con poche ore di luce diurna o con un’elevata domanda di energia al crepuscolo potrebbero beneficiare enormemente da questa innovazione.

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Alberto Muraro

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