Il solid knitting è una tecnica innovativa per costruire mobili fai da te, basata su un metodo antico. Quello del lavoro a maglia. Yuichi Hirose, ingegnere di origine giapponese e ricercatore presso la Carnegie Mellon University, lo ideò nel 2012, mentre stava lavorando a un progetto universitario. Nel suo test, piccoli robot modulari si autoassemblavano, alla maniera dei Lego, per creare forme diverse. Dopo anni di ricerca, e una collaborazione ben avviata con il Robotics Institute interno al suo college, ha sviluppato architettura software e procedimento robotizzato, con l’obiettivo di realizzare mobili solidi e durevoli nel tempo, partendo da un filo, proprio come si fa nell’uncinetto.
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La tecnica del solid knitting
In un video, pubblicato anche su YouTube, Hirose ha illustrato la tecnica del lavoro a maglia su cui è fondato il suo studio. Il contributo non è estremamente recente. In seguito si è sviluppata una macchina apposita, che a prima vista può assomigliare ad una stampante 3D, ma è dotata di uncini, aghi e levette. Essa non lavora il PLA utilizzato nelle ormai celebri stampanti per oggetti tridimensionali, bensì un filo che, strato dopo strato, lavora in orizzontale e verticale. La sua azione dà vita a oggetti solidi, senza utilizzare colla o plastica fuse. Ogni nuovo strato di tessuto, molto semplicemente, si cuce sul precedente, in un gioco di incastri simile a quello ben noto ai fan del celebre videogioco Tetris.
Una tecnica dal grande potenziale
Hirose desidera rendere concreto il potenziale di questa macchina. Il progettista ha immaginato che questa speciale stampante arriverà non solo a creare da zero un arredo, come una sedia, un tavolo o una poltrona. Al termine del suo ciclo di vita, infatti, il medesimo materiale potrebbe essere disfatto, e poi riutilizzato per dare vita a un nuovo prodotto.
L’approccio del solid knitting è totalmente ecologico, circolare e sostenibile. Potrebbe rappresentare una svolta epocale nel settore dell’arredo. Il prototipo di stampante, presentato durante la conferenza annuale Siggraph, edizione 2024, interamente dedicata alle innovazioni tecnologiche e al design, è in grado di dare vita soltanto a semplici forme geometriche tridimensionali. L’obiettivo a lungo termine, però, è quello di riuscire a produrre oggetti più complessi. Secondo James McCann, professore responsabile del Carnegie Mellon Textiles Lab:
“Può essere difficile comprendere il concetto, ma è un’idea molto interessante e promettente.”
L’ambizioso ingegnere di origine giapponese iniziò nel 2018, in completa solitudine, a costruire una macchina per maglieria che è oggi l’antenata della innovativa stampante. Sfruttando la tecnica delle cucitrici commerciali, quel primo dispositivo faceva uso di aghi e filo. Hirose non fece neppure in tempo a ultimare tale progetto che vide sul web il concetto di un software in grado di fornire le basi per utilizzare le macchine allo scopo di realizzare pezzi 3D personalizzati. La particolarità era che questi non erano solidi. Il concept era della Carnegie Mellon e iniziò così la collaborazione tra il visionario designer e il prestigioso istituto di robotica americano.
Dai primi tentativi alla tecnologia di oggi
Il progetto del solid knitting andò incontro a una brusca frenata, in tempi di pandemia, ma subito dopo si riprese a migliorare il dispositivo che è il cuore pulsante della tecnica. Di upgrade in upgrade si giunse al prototipo più recente, grande quanto un’asciugatrice e capace di produrre soltanto forme di determinate dimensioni. La stampante è ancora piuttosto limitata nella sua operatività, ma l’ingegnere scommette che, con dell’altro lavoro, si arriverà a produrre macchine automatiche per la produzione a maglia di oggetti solidi.
L’obiettivo è duplice: da una parte si mira a costruire mobili fatti di questo materiale, al tatto e alla vista simile a una corda, il quale, intrecciato con la tecnica a maglia, solidifica. Nel momento in cui la stampante sarà disponibile per l’ingresso sul mercato, chiunque potrà arredare casa con le proprie mani, in maniera sostenibile. D’altra parte, visto il potenziale dello strumento, si sta valutando l’opportunità di costruire una macchina di dimensioni minori, tramite la quale dare forma a oggetti meno ingombranti, come per esempio scarpe oppure sandali.
Solid knitting per tutti?
La stampante per il solid knitting presenta evidenti vantaggi ma, proprio come il dispositivo capace di dare vita a oggetti in tre dimensioni, suo stretto parente, potrebbe avere costi di gestione e necessità di spazi troppo esosi per una famiglia tipo o un negozio di vicinato. Con ogni probabilità, lo strumento resterà nei laboratori e in alcuni centri specializzati, magari a disposizione di designer d’avanguardia o linee d’arredo rivolte a target altospendenti. Anche nel caso in cui questa ipotesi si concretizzasse, comunque, si saranno interrate le radici di una tecnologia che potrebbe cambiare completamente il modo in cui arrediamo abitazioni, uffici e luoghi dedicati all’aggregazione.
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