La simbiosi industriale è un modello di business sostenibile emerso negli ultimi anni in cui aziende diverse collaborano scambiandosi risorse, come materiali di scarto, energia, acqua ma anche informazioni, per ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’efficienza economica. Scopriamo insieme più nel dettaglio tutti gli esempi più interessanti di simbiosi industriale e le curiosità riguardo alle realtà che hanno deciso di abbracciare questa rivoluzione in modo efficace.
Indice contenuti
- Cosa si intende con simbiosi industriale
- Esempi interessanti di simbiosi industriale
- NISP: il National Industrial System Program
- Il caso Kwinana
- Porto Marghera
Cosa si intende con simbiosi industriale
La simbiosi industriale è un concetto sviluppato dagli studiosi Frosch e Gallopoulos nel 1992 che si basa su una visione sistemica che vede diversi sistemi industriali non tanto come entità isolate, quanto piuttosto come componenti interconnessi con i sistemi circostanti e con l’ambiente circostante. Questa forma di simbiosi incentiva lo scambio attivo di risorse, di materiali e di energia tra i vari settori, creando reti di interdipendenza a ciclo chiuso che imitano la capacità di autosostentamento presente in natura.
L’obiettivo primario di questo approccio è replicare la trasformazione ciclica dei materiali propria degli ecosistemi naturali, in netto contrasto con il modello di trasformazione lineare prevalente nell’economia tradizionale. In aggiunta, la simbiosi industriale supporta aspetti cruciali come lo sviluppo di tecnologie innovative per affrontare sfide ambientali, l’adozione di una prospettiva di ciclo di vita nella progettazione, e la promozione della dematerializzazione e dell’eco-efficienza per limitare l’uso di risorse.
Questo approccio mira tra le altre cose anche a spostare il focus dalla riduzione dei rifiuti nelle singole strutture (prevenzione dell’inquinamento) alla riduzione dei rifiuti generati dall’intero sistema. Tra le applicazioni della simbiosi industriale vi sono l’uso di rifiuti e di sottoprodotti come materie prime per altri settori, il recupero completo di metalli e scarti, la conversione dei rifiuti in energia e il riciclo dei rifiuti post-consumo.
Si tratta, insomma, di un sistema che applica i preziosissimi principi dell’economia circolare.
Esempi interessanti di simbiosi industriale
Alcune aziende più di altre in giro per il mondo hanno deciso di collaborare con altre realtà industriali al fine di creare una di queste reti simbiotiche. In questo modo sono state capaci non solo di ottimizzare le loro risorse e a ridurre i costi operativi, ma anche a migliorare in misura significativa la loro reputazione agli occhi dei loro clienti, sempre più attenti alle tematiche legate alla sostenibilità. Vediamo qui di seguito chi si è distinto più di altri.
NISP: il National Industrial System Program
Partito con tre iniziative pilota nel 2003 in Scozia, West Midlands e Yorkshire & Humberside, il progetto ha preso ufficialmente il via nel Regno Unito nel 2005 grazie al Business Council for Sustainable Development ed è attualmente in gestione alla società non-profit International Synergies.
Si tratta di una sinergia industriale di grande successo che ha beneficiato di un’eccellente gestione e di efficaci modalità di implementazione. Coordinato a livello nazionale ma con un’implementazione locale, NISP ha tratto vantaggio dalle conoscenze e dalla lunga esperienza dei suoi team, capaci di interpretare le esigenze economiche e ambientali delle singole regioni, ottenendo un impatto positivo in tutto il Regno Unito.
Attraverso la rete NISP, il programma ha contribuito a generare collaborazioni reciprocamente vantaggiose tra le aziende, trasformando in risorse utili elementi spesso inutilizzati o sottovalutati, come energia, rifiuti, acqua e logistica. Tra i suoi partecipanti figurano microimprese, piccole e medie imprese (PMI) e multinazionali di vari settori.
International Synergies ha inoltre sviluppato metodi, strumenti e sistemi di simbiosi industriale testati e applicabili a ogni scala economica, grazie al primo programma nazionale di simbiosi industriale al mondo. Ancora oggi, a quasi vent’anni di distanza, NISP rappresenta un modello consolidato e flessibile, facilmente adattabile e replicabile a livello globale. Dal 2007, in aggiunta, International Synergies ha diffuso il modello NISP in oltre 20 nazioni a livello nazionale o regionale attraverso un approccio di capacity building. Ricordiamo inoltre che International Synergies ha fornito consulenza strategica e formazione specialistica per la simbiosi industriale ad altri 10 paesi.
Il caso Kwinana
Anche l’Australia, nella città di Kwinana, ha dato vita ad un’iniziativa simile. Qui, infatti, è stata sviluppata una rete di attività basate tutte sulla condivisione di acqua, energia e materiali di scarto.
Secondo le informazioni pubblicate sul sito ufficiale di Kwinana, questa simbiosi ha consentito di evitare il conferimento in discarica di circa 25.000 tonnellate di rifiuti all’anno, contribuendo a una riduzione delle emissioni di CO2 dell’industria di circa 100.000 tonnellate annualmente.
In zona, per esempio, si è assistito ad uno scambio di acqua di raffreddamento tra un’industria chimica e una fabbrica di acciaio, tutto questo mentre i residui della produzione siderurgica venivano riutilizzati come materiale di base per l’asfalto.
Non dimentichiamo inoltre che la simbiosi industriale a Kwinana ha creato numerose nuove opportunità lavorative e ha migliorato la competitività delle aziende coinvolte nel sistema di economia circolare.
Porto Marghera
Esempi interessanti di simbiosi industriale esistono anche nel nostro Paese: si pensi per esempio al caso di Porto Marghera, in provincia di Venezia.
In zona, un consorzio di aziende hanno creato una rete simbiotica che ha iniziato a collaborare per ridurre i costi e l’impatto ambientale delle sue operazioni.
In particolare, una delle attività più rilevanti a Porto Marghera riguarda la produzione di energia: le imprese della rete ne generano recuperando i rifiuti provenienti dalle loro attività industriali, altrimenti destinati a finire in discarica.
In questo modo, l’energia prodotta viene utilizzata sia dalle aziende partecipanti che dalle comunità locali, contribuendo così a diminuire la dipendenza dalle fonti fossili, che come sappiamo sono iper inquinanti
Grazie a queste interazioni tra diverse entità, si è instaurato anche in questo caso un sistema virtuoso di economia circolare, capace di ridurre costi e impatti ambientali delle attività industriali, migliorando così la sostenibilità dell‘intera comunità.