Cgil, Cisl e Uil chiedono alla Regione Sicilia fondi per le bonifiche, maggiori controlli, incentivi per i privati, siti di stoccaggio e un tavolo permanente di confronto.
Il Piano regionale amianto approvato a luglio dalla Regione Sicilia era atteso da quando, nel 1992, ne è stato vietato l’uso. Costituisce il quadro di riferimento per programmare gli interventi di smantellamento del materiale e la bonifica dei siti contaminati e secondo le organizzazioni sindacali – Cgil, Cisl e Uil – arriva tardi. “Nell’isola ci sono 100 morti all’anno per patologie correlate alla presenza di amianto” denuncia Francesco Tarantino, responsabile dipartimento Salute e Sicurezza di Cgil Sicilia.
I Piani comunali amianto ancora non ci sono
Secondo il Registro nazionale dei mesoteliomi, in Sicilia si contano 1.830 casi di patologie correlate all’amianto, di cui 1.471 mesoteliomi accertati. “L’amianto – continua Tarantino – è ancora troppo presente sul territorio”. Sono percentuali minori rispetto a Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto, ma l’isola si colloca tra le prime dieci nella classifica nazionale per l’incidenza della patologia. I Piani comunali amianto che dovevano essere pronti entro tre mesi dall’approvazione della legge, secondo le sigle sindacali non ci sono ancora. E i termini stanno per scadere. In più, non è chiaro con quali soldi verranno realizzate le bonifiche. Risultano in bilancio solo i 108 milioni di euro stanziati dal Ministero della Transizione Ecologica per i Siti di interesse nazionale. “Ma ci sono scuole, uffici e tanto altro da bonificare” continua il sindacalista. “Secondo noi la mappatura regionale è incompleta: indica un milione di metri cubi di materiale da inertizzare, ma riteniamo che sia molto di più. La Regione dovrebbe prevedere maggiori controlli e stanziare incentivi per la bonifica degli edifici privati”. Inoltre, non c’è ancora una data di entrata in operatività dei siti di stoccaggio che sono stati individuati. Le sigle sindacali chiedono l’istituzione di un tavolo permanente, una sede di proposta e verifica aperta anche alle associazioni ambientaliste.
La risposta della Regione
La Regione ribatte che sta lavorando per trovare le risorse: i piani comunali definiti ad oggi sono 33 – su un totale di 390 Comuni – e possono accedere a un finanziamento di 400mila euro. Per i privati i fondi ad oggi non ci sono. Eppure il Presidente regionale Nello Musumeci afferma di aver messo ordine nella complessa opera di rimozione dell’amianto dai manufatti pubblici e privati dell’Isola. E che il prossimo passo da fare sia quello di creare l’impiantistica per lo smaltimento. Dalla Regione informano che, ad aprile scorso, “sono stati ammessi a finanziamento undici progetti di riqualificazione e bonifica ambientale per lo smaltimento dell’amianto nella Valle del Belice, di questi, otto sono immediatamente cantierabili e tre in fase istruttoria. A disposizione ci sono 9 milioni di euro”. Sono stati poi aggiudicati i lavori per la bonifica dell’area di cava di Monte Calvario (Biancavilla, Provincia di Catania), per cui la Regione ha stanziato 15 milioni di euro per la rimozione della pericolosa fibra di amianto detta fluoroedenite. Sul fronte sanitario, l’assessore regionale alla salute Ruggero Razza ha annunciato che la Regione ha in progetto di realizzare già nei prossimi mesi, all’ospedale di Augusta, un centro permanente di formazione sul tema dei rischi collegati all’amianto.