Avere a disposizione una app capace di segnalare, in tempo reale, le automobili parcheggiate male, è un vantaggio o uno svantaggio? In Svezia è possibile farne uso, vediamo come stiano andando le cose.
Chiunque abiti in città, ovvero la maggior parte di noi, lo sa bene: il problema del parcheggio selvaggio è una frustrazione comune, per molti automobilisti, in tutto il mondo. In Svezia, si è scelto di combatterlo in maniera sicuramente innovativa. L’idea che ha preso piede per affrontare questo problema, combinando tecnologia e senso civico in un’unica soluzione, è una nuova app. Si chiama Scout Park e non solo consente agli utenti di segnalare parcheggi irregolari, bensì prevede addirittura una ricompensa economica per chi lo faccia. L’app è stata scaricata da un elevato numero di svedesi residenti in città, ma ha immediatamente sollevato dubbi di natura etica e sociale.
Che cos’è Scout Park?
Gli sviluppatori di Scout Park promuovono la loro app affermando che l’abbiano sviluppata con il chiaro intento di promuovere una società migliore. Utilizzandola è possibile segnalare parcheggi esterni alle aree adibite a sosta, fuori dagli appositi stalli o in posizioni pericolose, e ricevere una ricompensa monetaria, via Swish, per ogni contribuzione. L’idea di base è quella che, sfruttando la rete formata dai membri della community, sia possibile avvicinarsi a una cultura nuova, dove il rispetto verso la legge e le normative sia la normalità. Affinché il pagamento sia autorizzato, sarà necessaria una conferma che l’auto sia effettivamente mal parcheggiata.
Scout Park non ricompensa l’utente nel caso in cui la vettura non sia davvero in sosta non consentita. Lo stesso vale qualora il suo conducente l’abbia lasciata in loco soltanto per pochi secondi. Occorrerà infatti il verbale di un accertatore autorizzato che abbia emesso sanzione al veicolo in questione prima di poter liberare il credito e ricompensare concretamente l’autore della segnalazione.
Come funziona Scout Park?
Scout Park è piuttosto semplice da usare e si dimostra davvero alla portata di chiunque. Consente di segnalare diverse violazioni, come il parcheggio in zone vietate, l’occupazione di spazi riservati senza permesso e numerose altre contravvenzioni alla sosta. Per utilizzarla, bisogna avere almeno 16 anni. Non è necessario possedere una patente di guida ma occorre essere titolari di tessera sanitaria europea nonché di un numero di telefono svedese, attivo e funzionante.
Avvenuta la registrazione, l’app istruisce l’utente sulle regole in vigore nelle varie zone della città. Per comodità, esse sono rilevabili attraverso una mappa integrata e facile da consultare sullo smartphone. Selezionata la zona d’interesse e lette le specifiche regole stradali vigenti nell’area, l’utente può cominciare a fare uso di Scout Park. Una volta individuata la vettura parcheggiata male, non dovrà fare altro che scattare una foto. Nell’immagine dovrà essere ben visibile la targa. A questo punto, basterà caricarla sull’app e attendere che chi di dovere porti a termine il controllo ed elargisca l’eventuale multa.
Nel frattempo, l’user non resta certo con le proverbiali mani in mano. Dovrà specificare il tipo di violazione riscontrato, scegliendo tra tre opzioni (per il momento):
- parcheggio non permesso;
- nessun permesso;
- mancanza di disco orario.
Il sistema, a questo punto, geolocalizza l’immagine e informa le forze dell’ordine. In base alla località in cui ci si trova, un vigile o un accertatore della sosta interverrà per verificare la veridicità della segnalazione. Soltanto nel caso in cui si arrivi davvero alla sanzione, l’utente sarà rimborsato per le sue azioni. La ricompensa ammonta a 50 corone svedesi, ovvero 4,30 euro circa. Segnalando un veicolo al giorno, dunque, Scout Park potrebbe rappresentare un guadagno superiore ai 120 euro al mese per l’utilizzatore.

L’esempio svedese
Anche questa volta, la Scandinavia ci dà esempio di come sia possibile coinvolgere i cittadini e sensibilizzarli a una vita più partecipativa. Ciò non significa, però, che tutti vedano di buon occhio Scout Park. Se da una parte l‘app può indubbiamente aiutare a ridurre il numero di infrazioni, dall’altra solleva anche numerosi dubbi. Essi riguardano soprattutto l’impatto sociale ed etico di trasformare i cittadini in controllori, retribuiti per giunta. L’iniziativa è davvero la soluzione che mancava per fare del bene alle città oppure rappresenta l’inizio di un’era di liti e polemiche tra cittadini? Il rischio che Scout Park finisca per generare conflitti tra automobilisti è concreto.
Il principio di delegare funzioni di controllo ai cittadini potrebbe alterare il delicato equilibrio tra vigilanza e fiducia reciproca. Scout Park soverchia infatti i ruoli. Non sono più le forze dell’ordine a monitorare i cittadini, bensì questi ultimi a farlo, nei confronti dei loro simili. Ciò non potrebbe incentivare abusi, false segnalazioni o rivalse su vicini maltollerati? Se così fosse, la finalità del sistema non sarebbe rispettata e l’app diverrebbe una sorta di martello vendicatore piuttosto che uno strumento per fare del bene.
Scout Park in Italia
Al momento in cui si scrive questo articolo, Scout Park è attivo solamente in Svezia. Sul sito ufficiale, però, è possibile iscriversi a una lista d’attesa anche se si risiede altrove. Gli sviluppatori, infatti, desiderano allargare le proprie operazioni a tutta l’Europa e oltre. In Italia, chi vive e lavora in città sa bene quanto sia difficile trovare un posto libero dove parcheggiare la propria vettura. Quando non si trovano spazi liberi, ecco che scatta il parcheggio selvaggio, ovvero la pessima abitudine, propria di molti automobilisti, di non rispettare le norme e sostare ove non sia consentito. Scout Park potrebbe mitigare l’annosa questione.
Nel nostro Paese, le violazioni di questo tipo sono un problema significativo. Nel 2023, sono state elevate circa 8,5 milioni di multe per infrazioni al Codice della Strada. Si tratta di un aumento del 20,3% rispetto al 2022. Il 37,4% di queste riguardava proprio violazioni relative alla sosta.
In una città come Milano, le contravvenzioni per sosta vietata sono aumentate del 112%, in un solo anno. Se poi consideriamo che ben 16 milioni di italiani hanno trovato la propria auto danneggiata, dopo averla parcheggiata, o a causa di urto veicolare riconducibile a una sosta azzardata o per atto vandalico probabilmente connesso (ruote bucate o carrozzeria visibilmente rigata), capiamo bene come imparare a parcheggiare correttamente possa rappresentare un tangibile vantaggio. Scout Park potrebbe dunque rivelarsi un importante alleato, purché non diventi soltanto un bastone con cui punire ma si mantenga uno strumento di civile incentivo al miglioramento della coabitazione urbana.