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Salute del suolo: il valore lo stima il progetto InBestSoil

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Finanziato dall’Unione Europea e guidato dall’Università spagnola di Vigo, il progetto InBestSoil coinvolge 19 soggetti di 10 differenti Paesi. Obiettivo: stimare il valore dei servizi ecosistemici del suolo per definire gli investimenti necessari alla sua conservazione e recupero.

 “La risorsa suolo in Europa viene irreversibilmente persa e degradata, ad una tasso senza precedenti”, avvertivano nel 2000 l’Agenzia europea per l’Ambiente (AEA) e il Programma ambientale delle Nazioni unite (UNEP). Pur ammettendo che l’entità effettiva del degrado del suolo in Europa sia difficilmente determinabile a causa della mancanza di dati, relativi soprattutto ai Paesi dell’Europa centrale e orientale, AEA e UNEP, in uno studio congiunto, stimavano che circa due miliardi di ettari, a livello globale, sono degradati a causa delle attività dell’uomo. Venti milioni di ettari di terreni agricoli diventano, ogni anno, non più adatti alle colture; agricoltura intensiva, erosione, inquinamento, crisi climatica, cementificazione, sono le principali minacce. “Il suolo è non solo è alla base del 90% di tutto il cibo umano, del mangime per il bestiame, delle fibre, ma anche di numerosi servizi ecosistemici”, ci ricordano UNEP e AEA. Tra gli strumenti in campo contro questa immane degradazione, il progetto europeo InBestSoil

Salute del suolo: un progetto per facilitare gli investimenti nella conservazione e recupero

 “Attualmente la perdita di qualità del suolo ha un costo stimato di 50 miliardi di euro all’anno. Tuttavia, la salute del suolo è ancora considerata un concetto astratto, che non può essere introdotto nelle attività finanziarie e sul quale è molto difficile legiferare”. L’obiettivo di InBestSoil è quello di “co-creare un quadro di riferimento per gli investimenti nella conservazione e nel recupero della salute del suolo, sviluppando un sistema di valutazione economica dei servizi ecosistemici forniti da un suolo sano e degli impatti degli interventi sul suolo, e la sua incorporazione in modelli di business e incentivi”. InBestSoil è un progetto del programma Missions di Horizon Europe, con un budget di quasi 6 milioni di euro, finanziato dalla Commissione Europea – che ha contribuito con 4,6 milioni di euro – congiuntamente con i governi britannico e svizzero. Guidato dall’Università spagnola di Vigo, coinvolge 19 istituzioni da 10 Paesi, tra cui il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC). “La nostra missione è sottolineare l’importanza fondamentale del suolo per il nostro benessere, per i nostri mezzi di sussistenza e per affrontare le sfide centrali del nostro tempo. Il suolo rappresenta un nesso cruciale tra questioni ambientali globali come il cambiamento climatico, la gestione dell’acqua e la perdita di biodiversità”, ha dichiarato Diego Soto Gómez, coordinatore del progetto e ricercatore presso l’Università di Vigo, durante la presentazione di fine gennaio a Zagabria (Croazia). “Allo stesso tempo, è una risorsa non rinnovabile essenziale per l’agricoltura, che fornisce il presupposto per la produzione di cibo e di altre risorse necessarie per l’economia circolare. InBestSoil intende contribuire allo sviluppo della Strategia europea per il suolo per il 2030, co-creando un quadro di riferimento per gli investimenti nella conservazione e nel ripristino della salute del suolo”. La Fondazione CMCC partecipa al progetto coordinando la linea di ricerca relativa alle politiche e agli incentivi per facilitare investimenti nella salute del suolo: partendo dall’analisi delle attuali politiche, svilupperà strumenti tecnici, opportunità di certificazione/etichettatura e proporrà delle linee guida per integrare l’aspetto economico della salute del suolo nella definizione di incentivi e politiche. Condurrà inoltre, in collaborazione con il partner AGRIS, un Living Lab (sperimentazione in condizioni di vita reale) in Sardegna.

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