Intensificarsi di piogge e alluvioni, siccità, ondate di calore e innalzamento del livello del mare. Sono le quattro criticità su cui si concentrano le misure adottate da Roma capitale con la sua Strategia di adattamento climatico. In fase di consultazione pubblica fino al 30 aprile.
Maggiore intensità delle piogge e delle alluvioni. Sicurezza degli approvvigionamenti idrici a fronte di maggiori periodi di siccità. Crescita delle ondate di calore, con quartieri a rischio a causa del cosiddetto “effetto-isola” di calore urbano. Intensificarsi di impatti sul litorale con l’innalzamento del livello del mare. Sono le quattro criticità prioritarie da affrontare, secondo la proposta di Strategia di Adattamento climatico di Roma Capitale votata a fine gennaio dalla giunta capitolina. E sulla quale ha preso il via la consultazione pubblica: un processo partecipativo, volto a raccogliere le osservazioni dei cittadini, che durerà fino al 30 aprile, coinvolgendo stakeholders e istituzioni competenti con tavoli e appuntamenti tematici. Roma è la prima città in Italia che adotta una vera e propria strategia di adattamento climatico. Lo scopo è quello di mettere in sicurezza il territorio dagli impatti imprevisti al 2050, con interventi da realizzare già entro il 2030.
A Roma 400 mila abitanti in aree a rischio
Nella Capitale il clima è già cambiato: la temperatura media è cresciuta in modo più marcato rispetto a tutti gli altri capoluoghi di regione italiani; è aumentato il numero di notti tropicali e i periodi di ondate di calore; mentre la pioggia si concentra in alcune giornate, provocando danni alle infrastrutture e creando problemi nelle strade e nelle stazioni.
“La dimensione della vulnerabilità della città di Roma è impressionante – ha spiegato il sindaco Roberto Gualtieri in occasione della presentazione della Strategia in Campidoglio – ci sono 400 mila abitanti in aree a rischio, 245 mila cittadini vivono in zone interessate da fenomeni di alluvioni-lampo. Se consideriamo gli effetti degli aumenti delle temperature, dobbiamo poi considerare che il 9% della popolazione di Roma vive in quartieri a rischio in periodi prolungati di ondate di calore”.
Le misure previste dalla Strategia di Adattamento
La lotta all’emergenza climatica si combatte sul fronte della mitigazione, con misure finalizzate a ridurre le emissioni, e su quello dell’adattamento agli impatti già in corso. Rispetto alla mitigazione, l’assemblea capitolina ha approvato a novembre scorso il proprio Piano Clima, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 del 66% entro il 2030, in conformità all’Accordo di Parigi che vuole limitare sotto gli 1,5°C l’aumento medio della temperatura globale entro questo secolo. Tra l’altro Roma è stata scelta dalla Commissione Europea tra le 100 città della mission “Carbon-neutral and smart cities by 2030” e fa parte delle reti “Reinventing Cities” impegnate a combattere il cambiamento climatico anche con i piani di rigenerazione urbana.
Le misure adottate dalla Strategia di adattamento climatico già finanziate ammontano a circa un miliardo e 800 milioni di euro. La maggioranza delle risorse, oltre un miliardo, è destinata al raddoppio dell’acquedotto Peschiera, che attualmente disseta l’80% dei romani; oltre 340 milioni di euro andranno alla riduzione delle perdite idriche; circa 180 milioni di euro sono previsti per la realizzazione di interventi di adeguamento dei collettori fognari, di manutenzione e riqualificazione delle caditoie, di forestazione urbana e per la realizzazione di nuovi parchi lungo il Fiume Tevere e a Ostia; 60 milioni di euro andranno alla messa in sicurezza di fossi e canali. Altri progetti di adattamento saranno realizzati con fondi del Giubileo 2025, del PNRR, da risorse nazionali e dell’amministrazione comunale.
Tra le misure non finanziate, si stima di destinare circa 840 milioni di euro a interventi per la mitigazione del rischio di esondazione del Tevere a Roma e del reticolo degli affluenti, come principale misura per la riduzione del rischio idrogeologico.
In ultimo avranno un ruolo importante anche le attività di informazione ai cittadini. “C’è bisogno di accrescere la conoscenza del rischio, per accrescere il senso di responsabilità” ha commentato il direttore dell’Ufficio Clima di Roma Capitale, Edoardo Zanchini.