Un laboratorio high tech per la decontaminazione dei suoli e delle acque: si chiama Robonova 2.0 ed è stato realizzato dalla Dnd Biotech di Pisa. Abbiamo intervistato Cosimo Masini, fondatore e Ceo dell’azienda.
Ottimizzare i tempi di campionamento e intervento nelle bonifiche, riducendo i costi grazie a un laboratorio di analisi mobile collocato in un container facilmente trasportabile, replicabile e in grado di operare in aree difficilmente raggiungibili. È possibile con Robonova 2.0 della Dnd Biotech, piccola società di Pisa che opera con un team di giovani ingegneri ambientali, biologi, agronomi e tecnici che hanno sviluppato una tecnica di risanamento piuttosto avanzata. Dnd Biotech ha messo a punto un mini robot per massimizzare l’efficacia del biorisanamento, una tecnica incentrata sull’azione dei microrganismi presenti nel terreno che, opportunamente stimolati, riescono a degradare le sostanze inquinanti e decontaminare i terreni. Il robot rivolta la terra, analizza il suolo e preleva i microrganismi sopravvissuti. Questi vengono fatti sviluppare in laboratorio e successivamente reimmessi nei terreni per abbattere i contaminanti.Cosimo Masini, fondatore e Ceo di Dnd Biotech ci ha parlato della sua start up.
Masini, qual è l’obiettivo del vostro progetto?
“L’obiettivo è quello di sviluppare servizi e prodotti biotecnologici, che rendano gli interventi di bonifica e risanamento dei siti industriali o agricoli più sostenibili, dal punto di vista ambientale ed economico. Il laboratorio, inoltre, può essere allestito con pannelli fotovoltaici, per avere autosufficienza energetica”.
Quali i campi di applicazione?
“Lavoriamo su siti industriali o agricoli, ma anche acque di falda, contaminati da idrocarburi, pesticidi o altre sostanze. Riusciamo ad analizzare e capire, con l’aiuto dei microorganismi, come intervenire per la decontaminazione in modo sostenibile, con il minor tempo e costo possibile. La stazione Robonova 2.0 è dotata di tutti gli strumenti utili a identificare e isolare i microrganismi in grado di degradare gli elementi contaminanti e definire la risposta del microbioma (il patrimonio genetico espresso dai microrganismi che colonizzano un determinato ambiente ndr.) ai processi di decontaminazione. Il nostro punto di forza è la capacità di ingegnerizzare i processi di risanamento, per poter restituire in tempi brevi un terreno pulito e fertile, ottimizzando i costi”.
Oltre al settore delle bonifiche dei suoli contaminati, vi occupate anche di ottimizzazione delle produzioni agricole, in termini di quantità e qualità. In cosa consiste la vostra proposta?
“Il nostro approccio è basato sullo studio delle comunità microbiche del suolo e sulla definizione delle loro potenzialità. Oltre alle bonifiche, può essere applicato alla fertilizzazione dei terreni agricoli depauperati da un uso intensivo: siamo in grado di individuare i substrati di crescita ottimale dei microrganismi e definire quali supporti utilizzare per reimmettere nei campi le colonie microbiche cresciute in laboratorio, per migliorare la resa del terreno”.