La due giorni sulla rigenerazione territoriale organizzata dalla società Tre Monti a Pescara ha messo in evidenza l’importanza di operare per il risanamento del territorio con uno sguardo agli usi futuri.
“Ogni metro quadrato di territorio recuperato è un bene per il nostro Paese, per i valori di disinquinamento, di riutilizzo di suolo e di posti di lavoro verdi creati”. Nella considerazione del Commissario Unico di Governo per la bonifica delle discariche abusive, Generale dei Carabinieri Giuseppe Vadalà c’è tutto il valore della due giorni di incontri “Abruzzo: dalla rigenerazione alla valorizzazione del territorio” – organizzata dalla società Tre Monti, con il coinvolgimento di RemTech Expo – Hub Tecnologico Ambientale (Ferrara Expo), la struttura del Commissario e il sostegno di Società Chimica Bussi. Obiettivo dichiarato del convegno, quello di condividere un approccio integrato alla rigenerazione territoriale, che prenda in considerazione gli aspetti dell’innovazione tecnologica, della sostenibilità ambientale e dei processi partecipativi. E in effetti le riflessioni di questa due giorni hanno coinvolto rappresentanti delle istituzioni e della pubblica amministrazione, imprese, professionisti e ricercatori, proprio a partire dall’esperienza dell’Abruzzo, regione dove ambiente naturale e industrializzazione, nel tempo, si sono scontrati e incontrati; regione dei parchi e dell’industria, a cui guardare nella ricerca di nuovi modelli di recupero, valorizzazione e sviluppo del territorio. “Le bonifiche delle aree compromesse da una lunga storia di sviluppo industriale – ha dichiarato Damiano Belli amministratore delegato Tre Monti – rappresentano la prima tappa di un intervento di rigenerazione che punti a restituire alla comunità i siti dismessi. Rigenerare un territorio significa dotarsi di visioni e strumenti: non solo per realizzare gli interventi di risanamento ambientale, ma anche per riattivare risorse ed energie di un territorio, alla ricerca di un nuovo equilibrio tra conservazione e sviluppo, ambiente naturale e paesaggio produttivo. Per questo la collaborazione tra i soggetti che operano sul territorio è di fondamentale importanza”.
SIN di Bussi sul Tirino: una bonifica modello
Per il SIN di Bussi, sede di una delle prime aziende chimiche italiane, sembra iniziata l’epoca del risanamento e del recupero territoriale. “Fino a dieci anni fa – racconta il sindaco di Bussi Salvatore Lagatta – eravamo considerati il sito più inquinato d’Europa. Le cose sono cambiate profondamente ma nemmeno i giornalisti hanno la percezione chiara di quello che sta succedendo a Bussi; ai cittadini abbiamo iniziato a spiegarlo. Riavere il sito bonificato per Bussi è fondamentale, non solo dal punto di vista ambientale ma per realizzare nuovi investimenti in aree già predisposte ad ospitare insediamenti industriali”. Il successo della bonifica di Bussi arriva grazie al modello operativo adottato sull’area da Edison, società che ha in carico le attività di risanamento, che ha creato la società Tre Monti. “Una scelta unica nel panorama della nostra realtà operativa – ha spiegato Piergiuseppe Biandrino, Presidente Tre Monti e VicePresidente esecutivo Edison – condivisa con le istituzioni locali e quelle centrali, con cui abbiamo inaugurato una stagione di dialogo e collaborazione. Per affrontare un’operazione di bonifica come quella del sito di Bussi abbiamo creato una società di scopo, Tre Monti, con la dotazione economica necessaria a operare fino al completo ripristino del sito e il saper fare dei partner, operatori primari nel settore delle bonifiche. Edison, che ha la partecipazione sociale di minoranza, mantiene però gli strumenti di controllo. E il modello funziona. È un modello che stiamo cercando di esportare su altri siti industriali al cui risanamento siamo interessati, come ad esempio quello di Mantova. E che proponiamo al sistema Italia”. “E grazie alla bonifica, l’area Tremonti, lambita dal fiume Pescara, potrebbe diventare – secondo Giancarlo D’Amato, Comandante del Gruppo Carabinieri Forestale di Pescara – la base di un parco fluviale fruibile attraverso percorsi in canoa e piste ciclabili, facendo sinergia con alcune aree gestite dalla Forestale poco più a valle”.
Risanamento del territorio e sviluppo devono andare di pari passo
Il risanamento è solo la prima tappa di un percorso che deve portare alla valorizzazione delle aree industriali dismesse che, se non vengono riattivate anche dal punto di vista economico e produttivo, finiscono per rappresentare una passività per la comunità. Spesso si tratta di aree che hanno ospitato impianti e produzioni, e che difficilmente possono tornare allo stato di cosiddetti greenfield. “Risanamento e sviluppo devono andare di pari passo – ha spiegato Nicola Campitelli Assessore Urbanistica e Territorio, Energia e Rifiuti della Regione Abruzzo – Le bonifiche sono state fino ad oggi trattate in modo separato e questo le ha rese economicamente insostenibili: solo con un progetto di investimento futuro si ha la prospettiva della valorizzazione. In questi anni abbiamo capito l’importanza di essere autonomi dal punto di vista energetico, di aumentare la capacità rinnovabile e la capacità impiantistica per la gestione dei rifiuti. I biodigestori, ad esempio, che ci consentono di gestire i rifiuti e produrre energia rinnovabile, si possono realizzare nelle aree degradate, che possono diventare appetibili per la produzione di energia rinnovabile. Le discariche, grazie alle bonifiche, diventano un’opportunità per centrare gli obiettivi sul clima. L’importante è che i progetti siano sostenibili non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico. Questo equilibrio è la vera sfida”. Il settore del risanamento ambientale e della rigenerazione territoriale è di importanza strategica per il Paese, non solo in termini ambientali ma anche economici, non c’è dubbio. “Da sei anni – racconta il Generale Vadalà – i Carabinieri si occupano della regolarizzazione delle discariche abusive; cinque anni fa l’attenzione al tema era completamente diversa, anche i fondi stanziati erano diversi. Che questa possa diventare un’attività di business sarebbe molto vantaggioso per tutti”.