Materiale non metallico, caratterizzato dal fatto di poter essere facilmente modellato allo stato naturale prima di essere posto in cottura, la ceramica è molto duttile. Per tal motivo, viene impiegata in svariati settori. In ottica ambientale, però, la situazione è meno rosea. Il motivo si deve al fatto che non esiste il riciclo della ceramica, dal momento che questo materiale non può essere differenziato.
La ceramica è parte di quel gruppo, per fortuna non troppo ampio, di rifiuti solidi urbani (RSU) che vanno smaltiti in discarica o termovalorizzatore. A causa della sua stessa natura, questo materiale non è riciclabile e va gettato nel cosiddetto indifferenziato. Della macrofamiglia della ceramica fanno parte gres, porcellana, terrecotte e argilla, tutti materiali ricchi di utilizzi e gradevoli alla vista.
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Le caratteristiche della ceramica
La ceramica è frutto della lavorazione dell’argilla, minerale non organico che non si decompone. Questo è chiaro a chiunque abbia mai visitato un museo di storia. Quante volte ci siamo trovati di fronte ad accessori in terracotta risalenti a secoli fa e ancora perfettamente conservati? Consuetamente, la ceramica viene smaltata, ovvero rivestita con vernici vetrificate (gli smalti ceramici), aliene al resto del materiale. Ciò le dona una resistenza eccezionale e duratura, ma la rende nociva per l’ambiente.
A fronte di ciò, il riciclo della ceramica è comunque possibile. Luoghi come cantieri e laboratori artigianali hanno trovato il modo di fare uso di ceramica riciclata. Spezzettata fino a renderla briciole, la ceramica può diventare materiale di riempimento in cantiere e ghiaia per pavimenti (smussandone a dovere gli angoli appuntiti prima dell’installazione). La si può inoltre reinserire nel processo produttivo. Calibrando con attenzione le quantità, non vi sono problemi a introdurre una percentuale di ceramica sbriciolata assieme alla vecchia e realizzare oggetti composti di materiale sia nuovo sia reimpastato.
Per i non addetti ai lavori, esistono strategie di riciclo della ceramica in casa. Vediamo che cosa sia possibile fare con i frammenti che ci restano in mano quando si rompe una stoviglia o una suppellettile di questo materiale.
Un portacandele figlio del riciclo di ceramica
Ogni volta che maneggiamo frammenti di ceramica facciamolo sempre con cura, prestando attenzione a non tagliarci quando spostiamo i materiali. Esattamente come con il vetro, è consigliabile indossare guanti quando si entra in contatto con i cosiddetti cocci.
Un portacandele è proprio quell’arredo che si presta a essere realizzato con materiali di recupero. È possibile crearlo servendosi di – quasi – qualunque cosa. Legno, carta, vetro, ceramica, persino bucce di frutta… tutto può diventare uno scintillante custode per fiamma e cera; originale e raffinato. O il suo esatto contrario, se il nostro gusto personale così ci suggerisce.
La base del portacandele in ceramica riciclata sarà un barattolo di vetro trasparente, un calice o un bicchiere non utilizzato. Posizioneremo la candela al suo interno, o sulla base rovesciata, se stiamo usando un calice e vogliamo mantenere la fiamma a vista, in alto, appoggiandola su quello che normalmente è il piedistallo del bicchiere e che sosterrà il corpo di cera. Stabilito dove collocheremo la sorgente luminosa, andiamo a decorare l’interno del barattolo di vetro, o del bicchiere se abbiamo optato per tale soluzione, con i frammenti di ceramica.
Posizioniamo i cocci in maniera che vadano a fornire uno stabile e adeguato sostegno ai lumini senza oscurarli, se saranno inseriti nello stesso spazio, o che risaltino al meglio quando colpiti dalla luce, se abbiamo scelto di utilizzare un calice rovesciato. In quest’ultimo caso, sfruttiamo il volume del bicchiere poggiato sul piano che non racchiude la candela per creare soffusi elementi luminosi e lasciamo che la luce si rifletta sui frammenti in ceramica di riciclo, all’interno di un ambiente non troppo luminoso.
Un suggestivo mosaico decorativo
La via più semplice al riciclo della ceramica potrebbe anche essere la più suggestiva: dare vita a un artistico mosaico. Per farlo non occorrono che una base sulla quale applicare i frammenti e della colla. Naturalmente, serve anche una certa sensibilità artistica. Non facciamoci però spaventare: realizzeremo qualcosa che dovrà piacere a noi, non ad altri.
Disponiamo una base, in legno o cartone, della dimensione che ci occorre in un luogo comodo e luminoso. Aggiungiamo un bicchiere di buon vino o una orecchiabile base musicale e mettiamoci all’opera. Lasciandoci guidare dalla nostra fantasia, assembliamo i frammenti come preferiamo, fino a ottenere una sorta di quadro da appendere in casa, o dovunque desideriamo. Naturalmente, non occorre impiegare soltanto ceramica. Si possono utilizzare anche altri materiali, come vetro o tessuti, per rendere la composizione quanto più gradevole possibile.
Un accorgimento propedeutico al riciclo della ceramica
Qualunque strategia di riciclo della ceramica implica che essa vada trattata prima di essere maneggiata. Innanzitutto, ripuliamola a fondo. In questo modo non sarà soltanto più salutare, bensì anche più bella nella sua nuova destinazione d’uso.
Riempiamo una bacinella di acqua calda, versiamo al suo interno qualche goccia di detersivo per piatti sgrassante e un cucchiaio di bicarbonato di sodio. Mescoliamo il tutto e immergiamo i frammenti di ceramica. Lasciamo agire il preparato per una decina di minuti e poi risciacquiamo e asciughiamo a fondo il tutto.
Una volta ben asciutta, la nostra ceramica sarà pronta a diventare qualcosa di piacevole e utile. Non sarà una vittoria soltanto per noi, che avremo dato nuova vita a un oggetto altrimenti destinato alla discarica, bensì anche per il pianeta.
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