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Riciclaggio dell’alluminio: come funziona il processo?

Riciclaggio dell'alluminio: tubi di alluminio
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L’alluminio è un materiale molto utilizzato e diffuso. Lo troviamo pressoché ovunque, dalle finestre alle montature degli occhiali e dalle automobili agli aerei. Per riciclarlo si procede in tre fasi e l’Italia, assieme alla Germania, guida la classifica dei Paesi europei più virtuosi in questo senso. Il riciclaggio dell’alluminio, oltre a essere una buona pratica ambientale, ci consente anche di ottenere prodotti rigenerati di ottima qualità.

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L’alluminio e le sue caratteristiche

L’alluminio è il terzo elemento più abbondante tra quelli che possiamo trovare sulla crosta terrestre. La sua diffusione è seconda soltanto a quelle dell’ossigeno (presente nel 46,6% delle aree superficiali del nostro pianeta) e del silicio (al 27,7%). In termini percentuali, il metallo è reperibile sull’8% circa della Terra. Di solito, in natura, si estrae dagli idrossidi di alluminio, in particolare da una roccia sedimentaria chiamata bauxite. Il riciclaggio dell’alluminio è una pratica ecologica, sostenibile e, potremmo dire, intelligente. Questo materiale può essere infatti riciclato al 100%, oltre che riutilizzato all’infinito per la realizzazione di nuovi prodotti. Il primo passo per riciclare a dovere l’alluminio è, naturalmente, quello di raccoglierlo.

Riciclaggio dell'alluminio: dettaglio di un componente in alluminio
L’alluminio è il terzo elemento più abbondante sulla Terra ed è riciclabile all’infinito

Raccolta e riciclaggio dell’alluminio

La raccolta dell’alluminio, solitamente, si porta avanti separatamente rispetto a quella degli altri rifiuti. Alternativamente, in alcuni comuni, lo si raccoglie assieme al vetro e alla plastica, prima di procedere allo step successivo: la separazione. Qui si utilizzano magneti allo scopo di separare l’alluminio dal resto del rifiuto. La terza fase è quella della fusione: l’alluminio fonde a temperature molto elevate, di circa 700-800°C, e il liquido ottenuto viene colato all’interno di stampi. In questa maniera, si ottengono dei lingotti. Questi elementi, una volta solidificatisi, si reimmettono all’interno del ciclo produttivo.

Il nostro è un Paese virtuoso nel riciclaggio dell’alluminio. Ogni anno ricicliamo più del 72% degli imballaggi di questo materiale utilizzati sul nostro territorio nazionale. Questo invidiabile dato ci mette in prima posizione, in Europa, a pari merito con la Germania. Quella del riciclaggio dell’alluminio è una pratica virtuosa, la quale ci permette di reimmettere sul mercato uno dei materiali più importanti per l’economia mondiale. Diversamente da altri scarti, pensiamo ad esempio a quelli cartacei o plastici, l’alluminio non perde alcuna proprietà quando viene riciclato. Ciò ci consente di riutilizzarlo potenzialmente all’infinito.

Quanto è importante il riciclaggio dell’alluminio

Si stima che produrre alluminio partendo dal riciclo permetta di ridurre del 95% l’energia spesa. Il materiale, esattamente come il vetro, è riciclabile tutte le volte che lo si desideri. Non perde infatti mai le proprietà tecniche che lo caratterizzano. La sua conduttività, malleabilità, impermeabilità e lucentezza restano perennemente le stesse. In virtù di ciò, si stima un aumento della domanda di questo metallo pari o superiore al 35% tra il 2025 e il 2050. L’alluminio ha diversi pregi. Lo si utilizza, per la sua leggerezza, nei trasporti, specialmente nelle auto. Ruote, carrozzeria, trasmissioni e batterie presentano componenti in questo materiale.

Il dato curioso è che, per produrre un cerchione automobilistico, occorre una quantità di alluminio pari a 600 -700 lattine! Procurarsene di già utilizzate ci consentirà di non doverle produrre da nuovo. È importante anche l’utilizzo del metallo nell’ambito delle costruzioni. Spesso infissi e porte sono in questo materiale. Esso è piuttosto diffuso anche nell’industria alimentare. Tramite il riciclaggio dell’alluminio possiamo procurarci la base di tutti questi prodotti, senza impattare sull’ambiente e riutilizzando scarti di materiale che, altrimenti, verrebbe gettato via.

Un circolo virtuoso

Si stima che il 75% dell’alluminio prodotto nel corso della storia dell’umanità sia ancora in uso. È una percentuale veramente significativa e ci fa capire per quale motivo sia così importante affidarsi al riciclaggio. Il materiale inquina in percentuali prossime allo zero. Gli imballaggi in alluminio che possiamo riciclare sono tutti quelli di cui siamo a conoscenza e che utilizziamo nella quotidianità: lattine per bevande; vaschette per alimenti; fogli sottili in alluminio; bombolette spray; tubetti, tappi e chiusure; infissi e parti meccaniche di cui si servono le industrie pesanti… Di fatto, qualunque prodotto realizzato con questo materiale può trovare nuova vita.

Il ciclo dell’alluminio è un esempio di virtù. Nel nostro Paese produciamo soltanto materiale di riciclo. È una scelta sensata e intelligente. Il processo per la produzione di seconda mano richiede infatti solo il 5% dell’energia elettrica di cui invece necessita la lavorazione di quello primario. L’alluminio, una volta raccolto, si separa, si pressa fino a ottenerne balle e poi si avvia alla fonderia.


Si calcola che il solo riciclaggio dell’alluminio, su scala mondiale, abbia consentito di evitare emissioni di gas serra pari a 381mila tonnellate di CO2 e risparmiare energia per oltre 164mila tonnellate equivalenti di petrolio. In un Paese all’avanguardia, in questo campo, come l’Italia, il traguardo è stato reso possibile grazie all’azione combinata di istituzioni, imprese, operatori, cittadini e comuni. In base ai dati del Consorzio Nazionale degli Imballaggi in Alluminio (CiAl) sono oggi oltre 5.500 i comuni, e circa 46 milioni i cittadini, attivi nella raccolta differenziata dell’alluminio.

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Mattia Mezzetti

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