La reverse logistics, o logistica inversa, è un insieme di processi legati al reso dei prodotti che vengono acquistati dai clienti delle aziende (come gli e-commerce) e reimmessi nel sistema dopo essere stati restituiti per un qualsivoglia motivo. È molto importante conoscerla, perché in questo modo possiamo farci un’idea più chiara anche del funzionamento di alcuni processi di riparazione, di riciclo o di smaltimento dei beni (meglio ancora se questi ultimi fossero al minor costo possibile!). Ecco qui di seguito tutto quello che è necessario sapere a riguardo.
Indice contenuti
- Quando si parla di reverse logistics
- Il funzionamento del processo
- Una reverse logistics gestita bene
- La gestione dei resi
- Mantenere-i-resi-in-movimento
- La riparazione
- Il riciclo
Quando si parla di reverse logistics
Partiamo dal presupposto che quando un qualunque cliente riceve un prodotto, possono sorgere necessità di processi come il reso o il riciclaggio, che richiedono per l’appunto la logistica inversa.
Il processo di logistica inversa inizia dunque dal consumatore finale e si sposta in senso opposto lungo la catena di distribuzione, risalendo e passando dal distributore e finendo al produttore. Comprende in realtà anche delle operazioni in cui il consumatore è direttamente responsabile della dismissione finale del prodotto, come nel caso del riciclo, della rigenerazione o perché no anche della rivendita.
La logistica inversa viene applicata dalle organizzazioni e dalle realtà aziendali quando i beni devono essere riportati indietro attraverso la catena di fornitura fino al rivenditore, e in alcuni casi – come già anticipato – fino ai fornitori. L’obiettivo di questo processo è recuperare valore dal prodotto o smaltirlo nella maniera corretta (con indubbi benefici da un punto di vista ambientale). È importante sapere, a questo proposito, che a livello mondiale il valore dei resi ammonta a quasi un trilione di dollari all’anno e che i resi stessi sono sempre più utilizzati dalle persone, anche grazie all’espansione dell’e-commerce.
Gli scopi principali della logistica inversa sono di conseguenza il recupero del valore dei prodotti e la fidelizzazione dei clienti. Forse non tutti sanno, a proposito, che circa il 10% degli acquisti effettuati nei negozi fisici viene restituito, mentre la percentuale sale ad almeno il 30% per gli acquisti online. Le aziende più strategiche sfruttano la logistica inversa per migliorare la loro reputazione agli occhi dei clienti (sempre più sensibili alle tematiche green), per favorire nuovi acquisti e per ridurre al minimo le perdite legate ai resi.
Il funzionamento del processo
La logistica inversa si occupa in sostanza della gestione dei resi e dell’acquisto di beni e materiali in eccesso. Questo processo include anche la gestione di leasing e attività di rigenerazione. Si ricordi inoltre che le varie modalità della logistica inversa possono cambiare in modo sostanziale tra i vari settori, e includere – tra le altre cose – degli incentivi economici specifici per migliorare l’efficienza del sistema stesso.
Ad esempio, nel settore delle bevande, la logistica inversa gestisce i loro contenitori ormai vuoti, che le aziende produttrici riutilizzano per recuperare valore: tutto ciò comporta una gestione organizzata dei trasporti, dei carichi e la pulizia degli stessi contenitori, che potranno così essere riutilizzati.
Nel settore delle costruzioni, invece, la logistica inversa si occupa del trasferimento e del riciclo dei materiali recuperati per nuovi progetti edilizi.
Per quanto riguarda l’industria alimentare, inoltre, la logistica inversa gestisce il rientro di materiali di imballaggio e pallet e il trattamento delle spedizioni rifiutate. I rifiuti alimentari rappresentano tra l’altro una sfida di non poco conto, se consideriamo che eventuali ritardi possono causare deterioramento o problemi di sicurezza. Al fine di ridurre al massimo queste difficoltà, alcune istituzioni (come la Reverse Logistics Association) stanno a proposito sviluppando appositi codici SQRL (acronimo per Secure, Quick, Reliable, Login).
Una reverse logistics gestita bene
Ma in che modo questo meccanismo può definirsi “ben oliato” e dunque efficace? Ci sono una serie di elementi e step molto importanti da prendere in considerazione in questo senso, che presenteremo qui di seguito.
La gestione dei resi
Quando un prodotto restituito arriva presso la sede dell’azienda o al centro di smistamento centralizzato, è necessario portare a termine un’ispezione approfondita per identificarne la categoria di reso (Nota bene: con una logistica inversa efficiente, si dovrebbe sapere come gestire il prodotto già prima del suo arrivo). A questo punto si potranno assegnare i prodotti alle diverse opzioni di gestione: riparazione, rivendita come nuovo, rivendita come reso, riciclo, smaltimento o rigenerazione.
Mantenere i resi in movimento
Ricordiamo l’importanza di ridurre gli scarti giornalieri inviando gli articoli riparabili al reparto riparazioni.
La riparazione
Dopo aver esaminato l’articolo o l’apparecchiatura restituiti e aver stabilito se possono essere riparati, sarà necessario spostarli nell’area di riparazione apposita. Se la riparazione non fosse possibile, si potranno vendere eventuali parti ancora utilizzabili.
Il riciclo
Qualsiasi parte o prodotto che non possa essere riparato, riutilizzato o rivenduto dovrà infine essere inviato all’area di riciclo. Smistare i materiali verso l’area di riciclo permette di ridurre l’impatto ambientale e recuperare risorse dai prodotti a fine vita, sostenendo in questo modo gli sforzi collettivi verso una gestione più sostenibile.