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Quartieri circolari: esempi di economia circolare nelle comunità

Un quartiere residenziale
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In alcuni casi, un quartiere (poco importa se di una piccola o di una grande città) può diventare senza dubbio un luogo in cui costruire rapporti duraturi e progetti importanti a favore di un’intera comunità. Di recente, per esempio, si è iniziato a parlare dei quartieri circolari: si tratta di una soluzione molto interessante che permette alle persone di sperimentare in prima persona i vantaggi della transizione verso un’economia circolare. Di fronte a sfide globali come il cambiamento climatico e l’inquinamento, che possono sembrare insormontabili per complessità e grandezza, una comunità unita può svolgere un ruolo cruciale. È quindi essenziale che i progetti di economia circolare nei quartieri coinvolgano le comunità locali e siano guidati dai loro desideri e bisogni concreti; adottando questo approccio dal basso, le iniziative circolari possono così diventare davvero sostenibili, poiché in questi contesti i residenti comprendono davvero il loro valore. Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.

Indice contenuti

Cosa si intende con quartieri circolari

Scopriamo tutte le curiosità dietro al concetto di quartiere circolare: vediamo insieme che cos'è e perché è così importante per l'ambiente.
Un grande quartiere residenziale

Quando in tutte le attività economiche di un determinato quartiere vengono integrati i principi dell’economia circolare si può parlare di quartiere circolare.

In un sistema simile, si assiste ad una riduzione dell’accumulo di rifiuti e dell’inquinamento ad essi correlato. Inoltre in una comunità del genere i prodotti e i materiali rimangono all’interno dell’economia locale, e i sistemi naturali dell’ambiente circostante vengono ripristinati, sostenuti da un passaggio verso l’uso di energia e materiali rinnovabili.

La dimensione ridotta e i minori costi di finanziamento richiesti per i quartieri circolari consentono tra l’altro anche una gestione delle loro risorse più flessibile, che incoraggia l’innovazione.

Città vs comunità circolare

Tra un grosso centro urbano classico, con tutte le complessità del caso, e un quartiere circolare sussistono delle differenze sostanziali.

Rispetto alle città, in un quartiere circolare è molto più semplice monitorare le attività a livello di quartiere, individuare sfide, esigenze e opportunità, e apportare tutte le modifiche del caso per risolvere determinate problematiche. Questo aspetto rende possibile sperimentare rapidamente nuovi approcci ideati da comunità locali, policy maker e aziende.

I quartieri circolari si distinguono in aggiunta anche per il coinvolgimento attivo e la collaborazione tra imprese, comunità e amministrazioni locali.

Questi luoghi sono anche caratterizzati da numerosissime opportunità di partenariato, collaborazione e partecipazione all’interno della comunità. Si sviluppano intorno alle conoscenze, alle necessità e ai limiti dei residenti locali, promuovendo la crescita di competenze, la formazione continua dei professionisti che vivono al loro interno e la creazione di posti di lavoro.

In un simile contesto, ogni singolo cittadino svolge un ruolo attivo per la transizione ecologica, stimolato tra l’altro da una distribuzione della ricchezza particolarmente equa, anche perché qui modelli di business si concentrano sullo sviluppo di abilità e conoscenze in ambito locale.

Un esempio concreto di quartiere circolare

La città di Amsterdam, capitale dei Paesi Bassi, è stata in questo senso una vera e propria pioniera. Nella più importante città olandese, infatti, sta per sorgere uno dei primi e più importanti esempi di quartiere circolare al mondo, ovvero Buiksloterham. Stiamo parlando di un ex distretto industriale e portuale, situato sulle rive dell’IJ, a nord della città. Quest’area si sta rapidamente trasformando in un vivace quartiere urbano, ideale per vivere, lavorare e rilassarsi.

Le ambizioni circolari rendono questa zona di Amsterdam un’area all’avanguardia. Il piano urbanistico di quest’area è stato sviluppato nel 2009 e nel 2010 sono stati messi in vendita i primi terreni per la costruzione dei suoi edifici. Buiksloterham è a tutti gli effetti il primo vero quartiere della città in cui i futuri abitanti hanno la possibilità di scegliere la flessibilità della costruzione modulare, consentendo alle abitazioni di essere personalizzate in base alle loro specifiche esigenze di vita e lavoro.

Tutti gli edifici sono progettati con un occhio di riguardo verso il futuro: le abitazioni e gli uffici ivi presenti sono infatti stati realizzati materiali riciclati o sostenibili e con strutture smontabili. Tutte le strutture di Buiksloterham sono inoltre autosufficienti e capaci di generare energia in modo green.

Rivedere gli spazi privati in un’ottica collettiva

Ecco tutto quello che devi sapere riguardo ai quartieri circolari, una soluzione molto interessante e utile dal punto di vista della sostenibilità ambientale.
Vista aerea della città di Siviglia

Una soluzione come quella dei quartieri circolari è importante perché ci permette di rivoluzionare il nostro punto di vista rispetto al modo di vivere la quotidianità e l’edilizia, e il tutto con un occhio di riguardo nei confronti del pianeta Terra.

I vari tipi di iniziative circolari lanciate in questi quartieri possono sfruttare gli spazi già presenti per consentire ai residenti di sviluppare i loro progetti di riutilizzo dei materiali e di rigenerazione dell’ambiente. Le attività connesse all’economia circolare possono essere supportate attraverso frigoriferi e cucine condivise, centri per il riuso e la riparazione di prodotti, spazi di coworking per lavoratori, incubatori di innovazione, biblioteche di oggetti (dove è possibile noleggiare utensili e articoli per la casa come se fossero libri), o ancora banche di materiali (depositi di materiali da costruzione e altri oggetti usati pronti per nuovi impieghi).

Le alleanze tra enti pubblici e privati, infine, possono generare risorse fondamentali per creare centri di discussione, di formazione e di scambio di preziose informazioni tra i cittadini.

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Alberto Muraro

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