La principale differenza tra detergenti naturali e chimici sta nei tensioattivi utilizzati per la loro produzione. I detersivi da scaffale sono creati a partire da quelli sintetici, mentre i pulenti naturali fanno uso di quelli vegetali. Il consumatore attento, probabilmente, avrà già fatto caso al fatto che, quando visita un supermercato, trova scritto sull’etichetta di ogni flacone contenente detersivo amico dell’ambiente la dicitura contiene tensioattivi vegetali. Di fronte a tale scritta, che vale come conferma del fatto che si stia acquistando un prodotto green, qualcuno si sarà forse chiesto che cosa siano i tensioattivi vegetali e quali differenze li contraddistinguano da quelli sintetici.
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Tensioattivi vegetali e sintetici
Quelle che chiamiamo tensioattive sono sostanze capaci di migliorare il potere pulente di un prodotto. Agiscono a livello molecolare: si tratta di molecole composte da una parte idrofila, la quale si lega con l’acqua, e una che rifugge il fluido e si miscela con le sostanze grasse da eliminare nel corso del lavaggio.
Se la parte del tensioattivo è carica negativamente la definiamo anionica. Se presenta invece carica positiva diventa cationica. Qualora non possedesse alcuna carica elettrica sarebbe non ionica. Se, infine, dovesse mutare carica a seconda del liquido con cui si lega sarebbe anfotera. Dettagli a parte, le caratteristiche di un tensioattivo sono quelle di emulsionare, mescolare tra loro i liquidi, detergere e, la più evidente di tutte, fare la schiuma. Legandosi a sporco come grasso o olio – qualora stessimo pulendo la superficie di un piano cottura – ne favoriscono la sua rimozione definitiva. Simili sostanze si utilizzano anche nella cosmesi: nei detergenti per il viso, al fine di pulire in profondità la pelle; nei bagno e docciaschiuma; negli shampoo.
La differenza tra tensioattivi vegetali e sintetici sta nell’origine della materia prima con cui vengono sintetizzati.
Tensioattivi sintetici
Nella maggior parte dei prodotti industriali in commercio, tra cui includiamo naturalmente tutti i detersivi e detergenti dei marchi più noti, queste componenti sono di origine sintetica. Le producono i laboratori chimici, derivandole dalla lavorazione del petrolio. Naturalmente, ciò significa che si tratta di sostanze con un elevato impatto sull’ambiente. La loro impronta ecologica è molto pesante, tanto in fase di estrazione quanto in quella di raffinazione. I tensioattivi chimici – è anche possibile definirli in questa maniera – sono potenzialmente irritanti per la pelle. Alcuni di essi, la maggior parte, non sono biodegradabili. Alla luce di questo, i tensioattivi sintetici sono nocivi per suolo, fiumi e mari.
Tensioattivi vegetali
Oggi, per fortuna, una fetta di mercato sempre crescente si affida a tensioattivi vegetali. L’aggettivo dice tutto: l’origine di queste sostanze è interamente naturale e il loro potere pulente resta inalterato rispetto a quello dei loro concorrenti creati in laboratorio.
Ottimi, e davvero molto efficaci, sono i tensioattivi derivanti dal cocco o dall’olio d’oliva. Le loro complicate sigle suonano come Sodium coco sulfate; Sodium cocoyl hydrolyzed wheat protein (nel caso in cui il tensioattivo includa sia il cocco, sia le proteine del grano); coco glucoside; disodium cocoyl glutamate (certificato Ecocert e Natrue). Oltre ad avere origine naturale, sono tutti completamente biodegradabili. L’impatto di questi tensioattivi sugli ecosistemi è veramente molto basso. Se vogliamo fare del bene all’ambiente, meglio limitare l’uso di prodotti che contengono esclusivamente tensioattivi di origine sintetica. Prestiamo attenzione all’etichetta e preferiamo quelli che contengono tensioattivi di origine vegetale.
I principali tensioattivi vegetali attualmente in uso
Grazie alle loro proprietà detergenti e all’efficacia generalmente superiore, i tensioattivi anionici sono la classe più utilizzata in cosmetica. Non a caso trovano spazio, oltre che nell’ambito di detersivi e detergenti, in numerosi prodotti per l’igiene e la cura della persona. Queste sostanze così polarizzate presentano una carica negativa, all’esterno della molecola, e sono dotate di un potere pulente più elevato. Sono stati tra i primi a essere sfruttati e utilizzati nelle formulazioni. Tuttora rimangono i più efficaci, oltre che quelli maggiormente economici. Tra i tensioattivi vegetali più diffusamente impiegati troviamo:
- i lipo-amminoacidi, dotati di notevoli proprietà schiumogene, presentano caratteristiche di mitezza, delicatezza, sicurezza e biodegradabilità;
- alchilpoliglucosidi, delicati e biodegradabili. Sono tensioattivi perfettamente atossici e non irritano, dal momento che presentano un’ottima compatibilità con la pelle. Le loro proprietà schiumogene restano alte e si impiegano in numerosi prodotti per la cura della persona;
- lattilati. Si tratta di sali vegetali completamente naturali e ottenuti da fonti rinnovabili tramite l’esterificazione di acidi lattici dall’origine vegetale. donano morbidezza e un tocco setoso, se utilizzati nel lavaggio di abbigliamento.
I tensioattivi semivegetali
Accanto ai tensioattivi completamente vegetali, di cui abbiamo diffusamente scritto, troviamo quelli definiti semivegetali. Questi hanno una parte di componenti di derivazione completamente naturale e una porzione composta di prodotti di sintesi quali etossidi, solfati, dietanolamina e altri. Tanto a livello di produzione quanto relativamente alla loro biodegradabilità, questi tensioattivi comportano un maggiore impatto ambientale. In aggiunta a ciò, sono anche decisamente più irritanti per la pelle. La loro formulazione contiene spesso il sale, dunque attenzione ad abusarne perché é molto seccante per la cute.
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