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Cos’è la povertà energetica e come possiamo contrastarla

Tre lampadine appese
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Nel mondo occidentale, come in Italia, ci sono alcune cose che diamo quotidianamente per scontate: quando entriamo in una stanza buia, per esempio, accendiamo immediatamente la luce premendo un pulsante. Questi gesti così banali, perlomeno in apparenza, non sono così scontati in alcune aree del mondo. Nella nostra vita di tutti i giorni noi dipendiamo dall’energia: ne abbiamo bisogno per garantire livelli adeguati di riscaldamento, raffreddamento e illuminazione nelle nostre case, assicurandoci così uno standard di vita dignitoso e tutelando la nostra salute. Ma chi non è così fortunato, invece? Ecco che in questo contesto emerge il tema della povertà energetica. Scopriamo insieme che cosa comporta e in che modo possiamo contrastarla.

Indice contenuti

Cos’è la povertà energetica

Anche in Europa molte famiglie devono combattere contro il fenomeno della povertà energetica: ecco quali sono le possibili soluzioni.
Una luce accesa in una stanza

Nel momento in cui un nucleo famigliare è costretto a ridurre in maniera significativa il proprio consumo di energia, fino a compromettere la sua qualità della vita, si parla di povertà energetica. Questo fenomeno è sostanzialmente legato a tre diversi fattori:

  • un’elevata percentuale di spese domestiche destinate all’energia;
  • un basso reddito;
  • una bassa efficienza energetica degli edifici e degli elettrodomestici.

Di recente, di questo problema si è iniziato a parlare anche a livello di Paesi europei: il motivo è essenzialmente legato da un lato alla pandemia di Covid-19, dall’altro alla crisi energetica successiva all’invasione della Russia di Vladimir Putin ai danni dell’Ucraina di Volodymyr Zelens’kyj.

I numeri

Come anticipato, si tratta purtroppo di un fenomeno in aumento per una serie di motivi di natura economica e non solo. Le ultime cifre riportate dall‘Unione Europea in questo senso ci dovrebbero portare a delle serie riflessioni: se infatti nel 2021 (secondo fonti Eurostat) i cittadini che dovevano far fronte alla povertà energetica erano il 6,9% del totale, nel 2022 questa percentuale è salita al 9,3%, mentre nel 2023 si è arrivati al 10,6.

Senza misure adeguate di supporto, la situazione potrebbe essere destinata a peggiorare. Ma quali sono le possibili soluzioni, dunque?

Come contrastare il fenomeno

Per combattere la povertà energetica è fondamentale prima di tutto ottimizzare l’uso che facciamo quotidianamente dell’energia, sia a livello individuale sia collettivo.

Una prima misura può essere rappresentata dal miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici: l’installazione di un cappotto termico oppure di pannelli solari può rivelarsi molto utile in questo senso, così come l’utilizzo di elettrodomestici più efficienti.

Dal lato istituzionale, sarebbe inoltre necessario introdurre delle tariffe energetiche agevolate per le famiglie a basso reddito o in condizioni di vulnerabilità, garantendo loro l’accesso all’energia a prezzi sostenibili. Se necessario, potrebbe anche essere importante fornire direttamente dei sussidi economici per affrontare il peso delle bollette mensili.

Il fenomeno può inoltre essere contrastato sostenendo la creazione di comunità energetiche locali, in cui gruppi di cittadini possano condividere l’energia prodotta da fonti rinnovabili, riducendo i costi e migliorando l’accesso all’energia.

Le misure dell’UE

La povertà energetica è un problema serio che dobbiamo risolvere per il benessere di tutte le famiglie in difficoltà: ecco quali possono essere le soluzioni.
Una persona accende un termosifone

Le istituzioni della Comunità Europea sono da tempo impegnate nella definizione di una serie di strategie utili per contrastare il fenomeno.

Il primo, fondamentale, step in questo senso è stata l’introduzione del concetto di povertà energetica nella legislazione dell’UE con la Direttiva sulle regole comuni per il mercato interno dell’elettricità (2009/72/CE). Da allora, il concetto è stato ampliato nel contesto di una transizione energetica equa e giusta, e nel corso dell’ultimo decennio l’UE ha intensificato i suoi sforzi, rendendo la povertà energetica un concetto centrale. Il messaggio è chiaro: la povertà energetica deve essere affrontata risolvendo le sue cause profonde attraverso misure strutturali e mirate, in particolare migliorando l’efficienza energetica e dunque limitando al massimo gli sprechi).

Nel 2016 la Commissione ha avviato l’Osservatorio della Povertà Energetica (EPOV), e l’anno seguente il Pilastro Europeo dei Diritti Sociali ha riconosciuto l’energia come un servizio fondamentale a cui tutti devono poter accedere. Inoltre, il Pilastro stabilisce il diritto a un sostegno adeguato e alla protezione contro gli sfratti forzati.

Inoltre, il pacchetto “Energia pulita per tutti gli europei”, adottato nel 2019, ha introdotto obblighi chiari per individuare, monitorare e affrontare la povertà energetica attraverso i Piani Nazionali per l’Energia e il Clima (PNEC). Da quel momento, molti Paesi dell’UE hanno integrato misure specifiche e stanno sviluppando le proprie definizioni, metodologie di monitoraggio, strumenti di misurazione e soluzioni per contrastare la povertà energetica.

Più di recente invece l’UE ha creato il Fondo Sociale per il Clima, istituito a maggio 2023 tramite il Regolamento UE/2023/955: si tratta di uno strumento che garantisce risorse finanziarie ai Paesi dell’UE per sostenere famiglie vulnerabili, comprese quelle affette da povertà energetica, e microimprese in difficoltà, promuovendo investimenti per migliorare l’efficienza energetica. Per accedere a tali fondi, gli stati membri dovranno presentare i loro Piani per il Clima Sociale entro giugno 2025. Citiamo infine la direttiva riveduta sull’efficienza energetica (UE/2023/1791), approvata e pubblicata nel settembre 2023, che ha messo maggiormente l’accento sulla riduzione della povertà energetica e sul potenziamento dei diritti dei consumatori attraverso un ampio ventaglio di misure.

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Alberto Muraro

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