In seguito alla polemica con le imprese di riciclo maceri, secondo le quali c’era il rischio che i bandi per l’economia circolare andassero deserti, il MiTE ha prorogato i termini di presentazione delle domande al 16 – 23 marzo.
Ammontano a oltre 2 miliardi di euro le risorse attivate dal Ministero per la Transizione ecologica per migliorare la capacità di gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti e il paradigma dell’economia circolare. Coi decreti ministeriali 396 e 397 del 28 settembre 2021, il MiTE punta a finanziare progetti “per il rafforzamento delle infrastrutture per la raccolta differenziata e l’ammodernamento o lo sviluppo di nuovi impianti di trattamento, colmando il divario tra Nord e Sud del Paese e realizzando progetti flagship altamente innovativi per le filiere strategiche”. Di questi soldi, un miliardo e mezzo di euro sono destinati a enti di governo d’ambito e Comuni attraverso tre linee di intervento:
- miglioramento della raccolta differenziata dei rifiuti urbani;
- ammodernamento di impianti esistenti e nuovi impianti di trattamento/riciclo dei rifiuti;
- ammodernamento e realizzazione di impianti innovativi di trattamento/riciclaggio per pannolini, fanghi di acque reflue, rifiuti di pelletteria e i rifiuti tessili.
Altri 600 milioni sono dedicati alle imprese e serviranno a potenziare raccolta differenziata, trattamento e riciclo tramite “progetti faro” con tecnologie e processi ad alto contenuto innovativo per i settori dell’elettronica, carta e cartone, plastiche, tessili.
La polemica
Approssimandosi la scadenza fissata a metà febbraio per la presentazione dei progetti, la settimana scorsa l’Unione nazionale imprese recupero e riciclo maceri (Unirima) ha espresso “profonda preoccupazione per i limiti all’accesso ai fondi del Pnrr destinati alla realizzazione dei progetti faro e finalizzati ad ammodernare gli impianti di riciclo dei rifiuti di carta e cartone”. E il rischio che i bandi vadano deserti. “Abbiamo scritto al Presidente del Consiglio, Mario Draghi chiedendo di intervenire urgentemente sui bandi” si legge nella nota stampa dell’associazione. Secondo l’Unione la linea di intervento relativa ai progetti faro, inclusi quelli per carta e cartone, “appare irragionevolmente restrittiva, vanifica l’erogabilità dei fondi alle imprese e, di fatto, aumenta il divario in termini di partecipazione ai bandi”. Mentre il MiTE prevede di finanziare solamente i progetti espressione di “innovazione tecnologica”, secondo Unirima dovrebbero essere inclusi anche quei progetti che in qualche modo “migliorano l’efficienza produttiva degli impianti”, come suggerirebbe una lettura più fedele delle regole europee per i Piani di ripresa e resilienza.
La smentita (parziale) del MiTE e la proroga
Secondo il MiTE “i bandi del PNRR, rivolti a beneficiari pubblici e privati stanno andando bene: all’11 febbraio sono 1.400 le domande presentate, per 1.600 milioni di euro sui 2.100 disponibili”. Il ministero ammette problemi soprattutto per il Meridione, là dove dovrebbero andare il 60% dei fondi. “Sono ancora poche le richieste di finanziamenti dal Mezzogiorno, dove invece le strutture per il trattamento e il riciclo dei rifiuti sono particolarmente carenti” si legge in una nota stampa. L’11 febbraio, a seguito delle perplessità espresse dalle imprese, al Mite sono state ricevute le associazioni di categoria Unirima e Cisambiente. E il Ministero ha deciso di prorogare di un mese i termini per la presentazione delle domande, con l’obiettivo di garantire l’obiettivo di coesione territoriale stabilito dal PNRR (60% Centro-Sud). I termini per la presentazione delle domande per i fondi del Pnrr per l’economia circolare, vanno ora dal 16 al 23 marzo, a seconda della linea di intervento.