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Perdita di biodiversità: ecco le vere cause

Un volatile di colore verde
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Quando parliamo di biodiversità ci riferiamo nello specifico alla varietà (enorme e preziosissima, va ricordato) di esseri animali e vegetali presenti sul pianeta Terra. Il suo equilibrio, che per migliaia di anni è rimasto immutato, è stato profondamente minato in tempi non sospetti dalle attività umane. Lo sfruttamento delle risorse e l’inquinamento sono soltanto alcune delle numerose cause di questo fenomeno. Comprenderlo significa aumentare la nostra consapevolezza rispetto ai suoi rischi anche per la nostra stessa salute, oltre ovviamente che per quella di tutte le altre specie esistenti.

Indice

Il valore della biodiversità

Che cosa sta causando, esattamente, la costante perdita di biodiversità alla quale stiamo assistendo? Ecco tutte le cause, spiegate per bene.
Un banco di pesci

Come precisa anche la Royal Society britannica, “la biodiversità è essenziale per i processi che supportano tutta la vita sulla Terra, compresi gli esseri umani. Senza una vasta gamma di animali, piante e microrganismi, non possiamo avere gli ecosistemi sani di cui dipendiamo per rifornirci dell’aria che respiriamo e del cibo che mangiamo”.

Attenzione: quando si parla di biodiversità (e della sua tutela) non ci si riferisce solo ed esclusivamente, per esempio, agli animali della savana o a quelli che scorrazzano nelle nostre montagne. Nella biodiversità sono per l’appunto inclusi anche i microorganismi e i batteri, che svolgono una funzione essenziale nella conservazione di molte specie in circolazione, e lo stesso discorso vale anche per gli insetti. Basti pensare agli impollinatori come le api, che sono responsabili di un terzo della produzione agricola mondiale. Senza impollinatori, non avremmo mele, ciliegie, mirtilli, mandorle e molti altri alimenti che mangiamo e che sfamano milioni di persone in giro per il mondo.

Pensare che la protezione della biodiversità abbia a che fare solo con gli animali, dunque, sarebbe davvero limitante: la sua salvaguardia ha infatti effetti positivi anche su noi esseri umani, a vari livelli.

Biodiversità a rischio

In un report del 2019, le Nazioni Unite hanno voluto lanciare un allarme che non dovremmo in alcun modo sottovalutare: gli scienziati hanno avvertito che un milione di specie – su un totale stimato di otto milioni – sono minacciate di estinzione, e molte potrebbero scomparire per sempre nel giro di pochi decenni. Secondo alcuni ricercatori ci staremmo persino trovando nel bel mezzo del sesto evento di estinzione di massa nella storia della Terra. Le precedenti estinzioni di massa conosciute hanno spazzato via tra il 60% e il 95% di tutte le specie. E “raccogliere i cocci” non sarà certo facile: gli ecosistemi impiegano milioni di anni per riprendersi da eventi simili.

Le cause della perdita di biodiversità

L’Unione Europea da anni è impegnata al fianco di altre organizzazioni internazionali nella tutela della biodiversità, oggi messa in pericolo da un mix di fattori tutti strettamente legati ai nostri comportamenti quotidiani. Cercando di identificare le cause della perdita di biodiversità, l’UE ha dunque messo in luce i seguenti elementi:

  • Cambiamenti nell’uso del suolo (ad esempio deforestazione, monocoltura intensiva, urbanizzazione): la deforestazione comporta la rimozione massiccia di alberi e foreste per fare spazio ad attività agricole, industriali e urbane. Questo distrugge gli habitat naturali di molte specie, riduce la copertura vegetale e altera gli ecosistemi. Gli effetti sono tra gli altri l‘aumento delle emissioni di anidride carbonica e l‘erosione del suolo; l’agricoltura basata sulla monocoltura, per il resto, sostituisce diverse specie vegetali con una singola coltura su vaste aree e questo rende gli ecosistemi più vulnerabili a parassiti e malattie e può esaurire i nutrienti del suolo, richiedendo l’uso intensivo di fertilizzanti e pesticidi;
  • Sfruttamento diretto come la caccia e la pesca eccessiva: la caccia e la pesca non sostenibili portano all’estinzione o al grave declino delle popolazioni animali locali. Specie cacciate per il loro valore commerciale, per il cibo o per sport possono vedere le loro popolazioni ridotte a numeri critici, compromettendo l’equilibrio degli ecosistemi;
  • Cambiamento climatico: il riscaldamento globale altera i cicli vitali di molte specie, costringendole a spostarsi verso nuovi habitat o a estinguersi se non riescono ad adattarsi rapidamente. Ecosistemi come le barriere coralline sono particolarmente vulnerabili all’aumento delle temperature oceaniche;
  • Inquinamento: sostanze inquinanti come ossidi di azoto, anidride solforosa e particolato danneggiano la salute delle piante e degli animali, alterano i processi fotosintetici e riducono la qualità dell’aria, con effetti dannosi su interi ecosistemi. Esistono purtroppo anche altri tipi di inquinamento, come quello delle acque e quello del suolo;
  • Specie aliene invasive: le specie aliene invasive competono con le specie autoctone per risorse come cibo, spazio e habitat; inoltre queste specie possono introdurre nuove malattie per le quali le specie native non hanno resistenza, portando a epidemie che possono causare enormi danni.

Le azioni dell’UE

Vediamo insieme nel dettaglio quali sono tutte le cause che stanno dietro alla graduale perdita di biodiversità sul pianeta Terra.
Una piccola farfalla

Per nostra fortuna, le autorità comunitarie sono perfettamente consapevoli delle attuali minacce alla biodiversità e stanno da tempo portando avanti una serie di campagne per la tutela ambientale. I deputati europei hanno a proposito sostenuto con forza gli obiettivi dell’UE di proteggere almeno il 30% delle aree marine e terrestri del Vecchio Continente (foreste, zone umide, torbiere, praterie ed ecosistemi costieri); per le autorità europee, inoltre, il 10% degli oceani e delle terre dell’UE (compresi tutte le foreste primarie e vetuste rimanenti e altri ecosistemi ricchi di carbonio) dovrebbe essere lasciato indisturbato.

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Alberto Muraro

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