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A Parco Eternot è rinato Casale Monferrato

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Il parco nato dalla bonifica della vecchia fabbrica Eternit è oggi luogo della memoria per le vittime dell’amianto e di impegno per la tutela dell’ambiente.

Dalla fabbrica Eternit al parco Eternot è come passare dalla notte al giorno: la fabbrica di amianto che ha segnato la storia di Casale Monferrato dagli inizi del Novecento ha lasciato il posto nel 2016 ad un’area verde di 3 ettari, il Parco Eternot appunto. In mezzo, la storia di Casale Monferrato, che per almeno 80 anni ha girato intorno a una delle principali fabbriche in Europa di manufatti contenenti amianto. La fabbrica ha chiuso i battenti nel 1986, lasciandosi dietro una scia di vittime e processi correlati ai casi di mesotelioma riscontrati nella popolazione: spesso gli operai portavano nelle loro case le fibre di amianto, attaccate alle tute da lavoro. Anche le operazioni di trasporto dell’amianto grezzo in arrivo e dei materiali finiti avvenivano su mezzi scoperti, che attraversavano la città da una parte all’altra diffondendo polveri. Gli scarichi liquidi della lavorazione e della pulitura delle macchine raggiungevano le acque del Po, creando lungo il fiume una vera e propria spiaggia contaminata nelle vicinanze dello stabilimento. Infine, il cosiddetto “polverino”, un prodotto di scarto della lavorazione, era utilizzato come stabilizzante per la pavimentazione di cortili e strade, o come isolante per i sottotetti.

Parco Eternot, vita cittadina e luogo della memoria

La bonifica dell’area Eternit è stata un’operazione unica in Italia per le dimensioni del sito contaminato da amianto. L’intervento ha interessato il territorio dei 48 Comuni inseriti nel perimetro del Sito di Interesse Nazionale di Casale Monferrato. Le macerie del vecchio stabilimento sono state interrate in loco e sigillate con colate di cemento. Sopra quell’area è nato Eternot. L’operazione di bonifica e rigenerazione dell’area è durata sedici anni ed è avvenuta con il sostegno dei privati.Giochi per bambini, aree attrezzate per famiglie, opere d’arte, collegamento al centro della città con una pista ciclabile: la progettazione del Parco è avvenuta con il coinvolgimento dei cittadini. E il parco Eternot è diventato un’area vissuta dalla città e un luogo della memoria di tutte le vittime dell’amianto.Nel vivaio Eternot, realizzato dall’artista Gea Casolaro all’interno del parco, viene coltivata la davidia involucrata, una pianta detta “albero dei fazzoletti” che è diventata simbolo della sofferenza di Casale Monferrato e dell’impegno per la messa al bando del minerale killer in tutto il mondo. La davidia viene consegnata, in occasione della Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto, ad enti, amministrazioni o singoli cittadini che si sono distinti nella lotta ai danni causati dall’amianto.

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Redazione

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