Una delibera della Giunta regionale prova a dare finalmente gambe alle attività di risanamento e al rilancio industriale dell’area
Una delibera della Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia promette di accelerare la bonifica del Sito di interesse nazionale ex Caffaro di Torviscosa (UD). “La Giunta regionale intende formalizzare un accordo di programma con i due Ministeri dello Sviluppo economico e della Transizione ecologica, finalizzato al recupero delle aree inquinate inserite nel Sito di interesse nazionale ex Caffaro, per giungere alla loro definitiva riconversione industriale in chiave sostenibile”, ha detto l’assessore regionale alle Attività produttive del Friuli Venezia Giulia Sergio Emidio Bini.
Il sito
Il complesso degli stabilimenti di Torviscosa, come spiega Arpa Veneto, nasce verso la fine degli anni ‘30 ad opera della SNIA Viscosa, per la produzione di paste chimiche e semichimiche da utilizzare per la produzione di fibre di viscosa. Negli anni ’70 le attività storiche, a parte l’impianto cloro-soda, lasciano il posto ad unità per la produzione di intermedi di chimica fine e per la produzione di cloruro di Iodio. I decenni di attività dell’impresa hanno profondamente inquinato il suolo e la vicina laguna di Grado, tanto che nel 2001, con decreto del Ministero dell’Ambiente, nasce il SIN Laguna di Grado e Marano. Il sito include sia parte della laguna sia aree in terra ferma, poi, con due decreti ministeriali del 2012 e del 2017, ne viene ridotto il perimetro. Il SIN, ribattezzato “Caffaro di Torviscosa” comprende oggi le aree a terra nel Comune di Torviscosa. Il mercurio è l’inquinante maggiormente rappresentativo della contaminazione, ma sono presenti anche metalli, diossine e residui delle ultime fasi delle lavorazioni chimiche, come le peci benzoiche.
L’iter
L’accordo di programma di cui parla Bini è, come si può immaginare, uno dei tanti passaggi formali della vicenda che riguarda la bonifica del SIN. Il primo protocollo d’intesa riguardante la ex Caffaro è stato sottoscritto dall’allora Presidente della Regione, Debora Serracchiani, e dall’allora Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, nel 2016. Quaranta i milioni di euro stanziati (di cui 5 a carico della Regione) per la bonifica e il rilancio industriale dell’area. Per dare attuazione a quel protocollo, nell’ottobre 2020 arriva un accordo di programma tra Regione e Ministero: sarà la Regione il braccio operativo della bonifica, da effettuare entro il 2025. La cifra a disposizione sale a 48,6 milioni. Nel 2021 la Regione stabilisce che sarà il Consorzio di Bonifica Pianura Friulana ad occuparsi degli interventi di risanamento che dovranno iniziare nel 2023. Ma è ancora da selezionare la ditta esterna a cui saranno dati in affidamento i lavori.
Lo stato della bonifica
Sempre Arpa Vento spiega che nel sito inquinato sono già stati avviati, da parte del Ministero della Transizione ecologica e della Regione, “importanti interventi di messa in sicurezza d’emergenza in sostituzione del responsabile dell’inquinamento”. Gli interventi principali e in più avanzato stato di attuazione riguardano la rimozione delle peci benzoiche, il ripristino della funzionalità e il potenziamento della barriera idraulica.