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Nicchia ecologica: cos’è e come funziona

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Ogni specie corrisponde ad una determinata condizione ambientale: questa, in estrema sintesi, è l’idea dietro al concetto della nicchia ecologica. Scopriamo dunque insieme più nel dettaglio che cosa la caratterizza e qual è più precisamente il suo funzionamento.

Indice

Cos’è la nicchia ecologica

Pappagalli colorati
Scopriamo insieme il significato di nicchia ecologica: ecco in che modo gli esseri viventi occupano il loro spazio in natura.

La nicchia ecologica ci aiuta a comprendere in che modo un qualunque organismo (o una popolazione di organismi) si comporta rispetto alla distribuzione delle risorse e dei suoi competitor (ad esempio, crescendo quando le risorse sono abbondanti e quando predatori, parassiti e patogeni sono scarsi) e come a sua volta altera quegli stessi fattori (limitando per esempio l’accesso alle risorse da parte di altri organismi).

Quando ci si riferisce allo spazio occupato da ogni specie, parlando di nicchia ecologica, non si sta dunque parlando di uno spazio fisico, quanto piuttosto del suo ruolo all’interno dell’ecosistema in relazione agli elementi che la circondano.

Si tratta di un concetto nato ai primi del 900 grazie al contributo di Joseph Grinnell, un ecologo americano che sviluppò una teoria secondo la quale esistono dei precisi fattori ambientali che determinano dove una specie possa sopravvivere. Più o meno negli stessi anni (si parla del 1917 circa) un altro esperto inglese di nome Charles Elton stava sviluppando le sue idee sulle nicchie: nella sua definizione, la nicchia di una specie era determinata dalle sue interazioni con altre specie, in particolare dalle sue relazioni con il cibo e i predatori.

Vari tipi di nicchie ecologiche

Essendo milioni i tipi di organismi viventi sul pianeta va da sé che esistano anche diversi tipi di nicchie ecologiche all’interno delle quali queste specie si inseriscono. Per semplificare, si può parlare essenzialmente di due diverse tipologie di nicchie, vale a dire:

  • La nicchia fondamentale, che rappresenta la massima estensione teorica che una popolazione potrebbe occupare in condizioni ideali, senza la presenza di competizione e con risorse abbondanti;
  • La nicchia realizzata, vale a dire lo spazio effettivamente occupato da una specie, la cui dimensione è però limitata a causa della competizione sia tra specie diverse (interspecifica) che all’interno della stessa specie (intraspecifica).

Vale inoltre la pena evidenziare come le dimensioni delle nicchie possano variare, e di molto, da una specie all’altra. Si pensi giusto per fare un esempio al caso della la rara parula di Kirtland (nome scientifico: Setophaga kirtlandii), un piccolo uccello canoro del Nord America che vanta una nicchia davvero molto limitata. Questo tipo di volatile infatti nidifica solo tra i giovani pini di Banks (Pinus banksiana), che richiedono incendi periodici affinché i loro semi possano germinare. In questo particolare ambiente, una delle interazioni tra specie con cui deve fare i conti è il parassitismo del suo nido da parte del tordo testabruna (Molothrus ater): questi uccelli, infatti, sono abituati a deporre le loro uova nei nidi costruiti da altre specie di uccelli, incubando e allevando i giovani tordi spesso a scapito dei propri cuccioli.

Specie specializzate e generalista

Un’altra importante distinzione che è necessario fare quando si approfondisce il tema è quello relativo alle specie generaliste da un lato e quelle specializzate dall’altro.

Le prime hanno nicchie più ampie (si pensi ai coyote, o ancora ai procioni), mentre le seconde hanno nicchie molto più ristrette (un esempio sono i koala, noti per cibarsi solo ed esclusivamente di foglie di eucalipto negli habitat dell’Australia). Si ricordi, inoltre, che non possono esistere in natura due specie che abbiano la stessa identica nicchia ecologica: se ciò dovesse accadere, infatti, una specie potrebbe superare l’altra in competizione e se la perdente non si riuscisse ad adattare sarebbe necessariamente condannata all’estinzione.

La nicchia ecologia dell’uomo

La nicchia ecologica rappresenta lo spazio occupato in natura da una determinata specie: ecco tutto quello che è necessario sapere riguardo al tema.
Due tigri

A questo punto può sorgere spontanea la domanda rispetto alla nostra posizione nel mondo naturale. La nicchia ecologica dell’uomo è una configurazione i cui tratti, fissati geneticamente durante il lungo processo di ominazione, iniziarono a formarsi per la prima volta nel Miocene (si sta parlando di circa 10 milioni di anni fa) e si definirono completamente alla fine del Pliocene (circa 2 milioni di anni fa). Il processo di umanizzazione si completò nel Pleistocene e nell’Olocene, mentre negli ultimi 10.000 anni ha avuto inizio il processo di civilizzazione. Nel Neolitico e durante le civiltà dei metalli, l’uso del fuoco, l’abbigliamento, la fabbricazione di armi e utensili guidarono l’evoluzione culturale dell’uomo, insieme alle prime conoscenze astronomiche, meteorologiche, metallurgiche, agricole e zootecniche.

Tali parametri di nicchia, appresi all’interno delle tribù primigenie dell’epoca, caratterizzarono le prime tre ondate di espansione dell’Homo sapiens nel Paleolitico e nel Mesolitico, portando prima all’emarginazione e poi all’estinzione di tutti gli altri ominidi che ancora non si erano umanizzati (vale a dire gli Australopitechi, i Pitecantropi, i Sinantropi e infine i Neanderthaliani).

Gran parte della comunità scientifica, per il resto, concorda sul fatto che il primo probabile centro di origine dell’Homo sapiens sia stata l’Africa australe. Per quanto riguarda la varietà culturale (Homo sapiens sapiens), che si affermò definitivamente nel Neolitico, è possibile che l’area di riferimento sia stata la Mesopotamia, dove fiorirono le primissime vere civiltà come i Sumeri.

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Alberto Muraro

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