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Nell’inceneritore di Maishima arte e tecnologia si incontrano

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Progettato dall’architetto Friedrich Hundertwasser, l’inceneritore di Maishima, in Giappone, è una realizzazione artistica inserita nel verde che accoglie ogni giorno 900 tonnellate di rifiuti da tutta Osaka. Grazie alle politiche di riduzione e riciclo dei rifiuti solo l’1% finisce in discarica.

L’alta ciminiera blu, la grande cupola dorata e la multiforme struttura a quadri colorati si vedono da lontano e spesso ingannano i turisti in visita a Osaka che li confondono con il grande parco divertimenti degli Universal Studios. Ma sono tutt’altro. È l’inceneritore di Maishima, disegnato dall’architetto e artista austriaco Friedrich Hundertwasser, noto per le sue creazioni dai colori vivaci e piene di spirali, perché da ambientalista e maestro del pensiero organico rifiutava le linee rette, assenti in natura. E le forme del grande edificio di Maishima non fanno eccezione. L’impianto, che è il secondo inceneritore disegnato da Hundertwasser dopo quello di Vienna, ha la sua pagina dedicata su TripAdvisor, proprio come gli Universal Studios poco distanti, e attira circa 12mila visitatori all’anno, più o meno consapevoli del giardino in cui stanno entrando. L’edificio infatti è completamente inserito nel verde, circondato da un parco e da grandi alberi, mentre altre piante si arrampicano sulle facciate o crescono sulle numerose terrazze, a simboleggiare l’armonia tra tecnologia, ecologia e arte, cara a Hundertwasser e programmaticamente perseguita. Le finestre sono, per lo più, decorative e le strisce rosse e gialle sulle pareti esterne rappresentano le fiamme della combustione che avviene all’interno della struttura, che combina insieme due impianti: uno di incenerimento dei rifiuti, l’altro di frantumazione dei rifiuti sfusi.

In Giappone grazie alle politiche di riduzione e riciclo dei rifiuti solo l’1% finisce in discarica

Ogni giorno nell’impianto di Maishima vengono trasportate 900 tonnellate di rifiuti da tutta Osaka ed è un contributo fondamentale per la gestione dei rifiuti prodotti dai 2,6 milioni di abitanti della terza città del Giappone. Costruito nel 2001 per far fronte all’aumento dei rifiuti della città, l’impianto è costato 730,5 milioni di dollari. Quando Osaka si candidò a ospitare le Olimpiadi del 2008 (che si svolsero invece a Pechino), l’amministrazione cittadina decise che l’isola di Maishima sarebbe stata la sede principale del sito olimpico e di realizzare impianti di incenerimento artistici. La termovalorizzazione – su cui il Giappone ha puntato all’inizio del secolo sviluppando numerosi impianti – è ancora parte importante della gestione dei rifiuti nel Paese asiatico, mentre vengono perseguite politiche di riduzione dei rifiuti con programmi Rifiuti Zero. Ridurre la mole dei rifiuti e riciclarli è una priorità in un Paese con poca terra e un’alta densità di popolazione, dove secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico solo l’1% dei rifiuti urbani finisce in discarica.

Le soluzioni tecnologiche dell’inceneritore di Maishima

L’opuscolo del termovalorizzatore di Maishima ne illustra la tecnologia e tutte le specifiche. C’è l’impianto di smaltimento dei rifiuti ingombranti, che vengono triturati prima di essere conferiti all’inceneritore. L’impianto di frantumazione dei rifiuti ingombranti incombustibili, “come le biciclette”, che vengono scaricati in una fossa separata, poi frantumati in pezzi di 15 centimetri in un frantoio a martelli riempito di vapore, per evitare l’esplosione di gas combustibili. Quello di frantumazione dei rifiuti ingombranti combustibili, “come le stuoie di tatami”, che vengono invece ridotti in frantumi di 40 centimetri in un frantoio a cesoia rotante a bassa velocità. C’è l’impianto di riciclaggio del ferro e dell’alluminio, i cui rottami vengono recuperati dai rifiuti frantumati mediante un frantoio a martelli dotato di separatore magnetico. C’è la fossa dei rifiuti e l’inceneritore, dove i rifiuti vengono prima essiccati, poi inceneriti, trasformandosi completamente in cenere e riducendosi di un ventesimo del loro volume originale. Le ceneri raffreddate sono trasportate in discarica. Il vapore prodotto dalle caldaie viene utilizzato in loco per il riscaldamento di pavimenti, acqua e gas, e per prevenire le esplosioni nel frantoio a martelli; viene inoltre utilizzato per generare energia elettrica per l’intero fabbisogno dell’impianto e anche oltre: l’elettricità in eccesso viene trasmessa alla società elettrica locale. Di fronte al polo di incenerimento si trova il centro di controllo delle acque reflue, un’altra architettura disegnata da Hundertwasser.

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