Oltre 46.500 imprese edili tra 2016 e 2020 hanno fatto investimenti per accrescere la propria sostenibilità. Uno studio realizzato da Fondazione Symbola e azienda Fassa Bortolo racconta il profondo rinnovamento del settore delle costruzioni.
Sono state più di 46.500 le imprese del settore edilizio (quasi 29% del totale) che nel periodo 2016-2020 hanno fatto eco-investimenti per migliorare processi e prodotti in un’ottica di sostenibilità. È uno dei dati salienti del report “100 italian green building stories” realizzato da Fondazione Symbola e Fassa Bortolo, azienda storica del settore edile. Un lavoro di ricerca che cerca di raccontare la trasformazione green che vede coinvolte aziende e attori nazionali del mondo delle costruzioni, impegnati in un “profondo rinnovamento dei saperi e delle tecnologie per rendere i contesti urbani – si legge nel dossier – i luoghi di studio, di vita e di lavoro, più accessibili, inclusivi, meno energivori, adatti al nuovo contesto climatico e renderli così più a misura d’uomo”. Lo studio raccoglie 100 casi concreti di aziende e attori economici che hanno battuto la strada della sostenibilità nel settore edilizio e immobiliare, uno dei comparti che ha più peso nel poter rendere concreta la transizione ecologica. La gran parte delle best practice si registrano al Nord, con 32 casi in Lombardia, 18 in Veneto, 10 in Emilia-Romagna, 8 in Trentino-Alto Adige e Piemonte. Fanalini di coda Calabria e Sicilia, con un solo caso e Campania, a zero.
Riqualificazione energetica per abbattere CO2 e rilanciare il settore
Le soluzioni tecnologiche aiutano in maniera significativa la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare, responsabile a livello nazionale del 40% circa delle emissioni complessive di CO2. Si riduce così la dipendenza dalle fonti fossili tradizionali, rilanciando al tempo stesso la filiera edilizia italiana. Secondo dati Enea e Ministero per la Transizione ecologica al 31 dicembre 2021, le detrazioni relative al Superbonus 110%, previste al termine dei lavori, hanno raggiunto i 17,8 miliardi di euro. “Ossigeno per il settore – si legge nel rapporto – oggi in ripresa con un incremento degli addetti nei primi nove mesi del 2021 pari al +7,9% (94mila lavoratori) e un fabbisogno occupazionale diretto per il 2022 che si aggira attorno alle 170mila unità, a cui si sommano 95mila unità nei settori collegati, per un totale di 265mila posti di lavoro”. Una domanda legata soprattutto alla nuova edilizia spinta dal PNRR, dal Superbonus e dal riposizionamento delle imprese sui temi della sostenibilità. “L’edilizia può dare un contributo importante per contrastare la crisi climatica – ha dichiarato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – e ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili, in particolare dal gas russo, resa drammatica dall’invasione dell’Ucraina. Produce al tempo stesso una drastica riduzione delle bollette per famiglie e imprese. Spinta dai recenti incentivi governativi, l’edilizia dovrebbe trovare nuova linfa per declinare sempre di più il settore in una logica di sostenibilità, qualità e rigenerazione. Senza trascurare la portata economica del nuovo corso. La ripresa del settore, infatti, già partita nel 2021, prevede nel 2022 fra diretto e indotto 265mila posti di lavoro in più”. E come la Fondazione ha messo per scritto nel Manifesto di Assisi, il documento che raccoglie le proposte per affrontare la sfida del cambiamento climatico che ha raccolto l’adesione di 1.800 aziende “affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario, ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro”.
100 storie di economia circolare e sostenibilità
Le storie selezionate dalla Fondazione Symbola raccontano esempi concreti di economia circolare nel settore edilizio. I casi di simbiosi industriali tra realtà diverse non mancano: sottoprodotti come cascami e avanzi di un’azienda o di una filiera possono diventare risorse per altre. Continua a crescere l’uso di materiali sostenibili nei cantieri e di tecnologie digitali applicate nelle varie fasi del processo edilizio, dalla progettazione alla cantierizzazione fino alla manutenzione, permettendo il controllo dell’intero ciclo di vita dell’opera, con benefici sui costi e sull’ambiente. Particolarmente innovativo, l’utilizzo di tecnologie per la gestione della risorsa idrica e dei rifiuti, con soluzioni sempre più integrate e intelligenti: si pensi alla convergenza tra aree verdi, facciate e impianti idrici, o ai nuovi sistemi per migliorare gestione, separazione e stoccaggio dei rifiuti. Anche i cantieri, solitamente arretrati su questo fronte, gradualmente stanno cambiando rotta. Il cuore di molte delle storie raccontate è l’efficientamento energetico e termico, con tecnologie che spaziano dall’impiego di soluzioni per la produzione di energia da fonti rinnovabili (come fotovoltaico o eolico da balcone) fino a innovativi cappotti hi-tech, per la riduzione spinta delle dispersioni termiche. Innovazioni tecnologiche che, oltre a dare un contributo concreto sul fronte ambientale, consentono riduzioni dei costi in bolletta. Si stima infatti che le differenze di costi tra un appartamento tradizionale e uno riqualificato dal punto di vista energetico possano arrivare a 1.500 – 2.000 euro all’anno, senza contare il naturale aumento del valore immobiliare.