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Navi a idrogeno per una navigazione pulita e sicura

Navi a idrogeno: MSC punta sul green per le sue crociere
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La notizia risale a settembre e forse qualcuno la ricorda. La nota compagnia MSC, armatrice di crociere tra le più suggestive – e inquinanti – al mondo, ha ordinato due nuove città galleggianti a Fincantieri. Nulla di particolare fin qui. È soltanto naturale per una delle aziende leader nel suo settore aggiornare di tanto in tanto i veicoli con cui genera profitto. Eppure una peculiarità c’é: ambedue le crociere ordinate sono infatti navi a idrogeno.

Le imbarcazioni sono destinate a entrare a far parte di Explora Journeys, il brand di lusso MSC. L’acquisizione di veicoli puliti rientra nell’ambizioso piano di decarbonizzazione aziendale, che da programma sarà completato entro il 2050.

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L’importanza della conversione di flotta

“In qualità di armatore a livello globale, è con grande orgoglio che effettuiamo ordini per navi innovative dal punto di vista dell’impatto ambientale. Ogni volta che ordiniamo una nuova nave, dobbiamo guardare al futuro, perché questa possa utilizzare carburanti di nuova generazione o nuove tecnologie ambientali, non appena disponibili. Con Explora V e VI cercheremo di sviluppare e implementare nuove soluzioni, tra cui l’adozione di grandi celle a combustibile alimentate a idrogeno e la cattura dell’anidride carbonica, della pirolisi per la gestione dei rifiuti e di altre nuove tecnologie per l’efficienza energetica.”

Ha affermato Piefrancesco Vago, che riveste il ruolo di executive chairman per la cruise division del gruppo MSC. Alle sue parole ha fatto eco Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Fincantieri, secondo il quale:

“Questo nuovo contratto con MSC è un segnale di crescente vitalità del settore crocieristico, in linea con quanto avevamo previsto. In termini strategici, il nostro futuro dipenderà dalla capacità di guidare l’evoluzione del settore verso le tecnologie della transizione energetica e digitale, con l’imprenditorialità necessaria a validare, industrializzare e commercializzare nuove soluzioni. La rilevanza della partnership con MSC, in questo senso, costituisce un grande stimolo strategico verso il futuro, in linea con gli obiettivi di sviluppo tecnologico fissati nel nostro con un nuovo piano industriale.”

Il settore delle crociere è uno di quelli tradizionalmente più avversi alla transizione ecologica. Le dimensioni di queste navi e i loro consumi allontanano infatti molto l’indotto crocieristico da una qualsiasi idea di tutela e rispetto ambientale. Ciononostante, la vision di Explora Journeys è proprio quella di sconvolgere questo paradigma, e i fondi per farlo ammontano a 3,5 miliardi di euro per 6 navi da realizzare in un arco di tempo pari a 4 anni. Explora I e II sono già state varate, mentre le successive entreranno in servizio entro il 2028.

La tecnologia delle navi a idrogeno

Navi a idrogeno, MSC vuole decarbonizzarsi e le sue imbarcazioni Explora sono già in grado di abbattere le emissioni
MSC per il suo brand di lusso Explora Journeys armerà 6 navi a idrogeno. La compagnia ha annunciato la sua decarbonizzazione entro il 2050.

Explora V ed Explora VI, una volta pronte, rappresenteranno l’avanguardia tecnologica nella produzione di navi a idrogeno. Includeranno le più recenti batterie e i sistemi più avanzati di gestione rifiuti. Con ogni probabilità, ma ancora si attende conferma, si monterà anche un sistema per la cattura del carbonio.

I motori di cui saranno dotate, tutti di ultima generazione, sfrutteranno il gas naturale liquefatto (GNL) e includeranno serbatoi di contenimento appositi per combattere l’annoso problema dello slittamento del metano. Il GNL è tra i combustibili marini più potenti e puliti disponibili oggi sul mercato, anche su scala. Proprio come occorre a una compagnia che movimenta città sull’acqua. Il gas liquefatto svolgerà un ruolo di primo piano nella decarbonizzazione del trasporto marittimo. Quando sarà sviluppata la sua versione sintetica, il GNL impatterà ancora meno ma già oggi è enormemente più virtuoso di altri combustibili.

Si stima che la riduzione degli ossidi di zolfo emessi da una crociera alimentata a gas naturale liquefatto possa toccare il 99%, mentre quelli di azoto l’85%. Ciò comporta una diminuzione pari al 20% dei gas serra prodotti dall’imbarcazione. L’impiego di tecnologia catalitica selettiva all’interno dell’enorme propulsore ridurrà ulteriormente le sue emissioni e la tecnologia plug-in connessa con la terraferma snellirà le operazioni in porto diminuendo la necessità di manovre aggiuntive.

Perché si chiamano navi a idrogeno

L’idrogeno allo stato liquido, posto all’interno di celle a combustibile, movimenta la nave durante le operazioni alberghiere portate avanti nei porti incontrati lungo la rotta. In tal maniera, si elimina ogni emissione a motori principali spenti. La spinta generata dal gas fluido non è infatti sufficiente a condurre da sola l’imbarcazione. Da qui sorge la necessità di affiancare alla motorizzazione che dà il nome alle navi a idrogeno una a GNL.

La trasmissione a idrogeno sfrutta un motore elettrico alimentato da questo elemento. La reazione causata da un agente ossidante (quasi sempre l’ossigeno) all’interno della cella a combustibile, è in grado di creare acqua, energia elettrica e calore. La reazione in cella è automatica, finché si introducono idrogeno e ossigeno al suo interno. L’ossigeno viene prelevato direttamente dall’ambiente mente l’idrogeno deve essere stipato a bordo, all’interno di serbatoi pressurizzati e molto freddi.

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Mattia Mezzetti

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