Difesa e promozione del fiume e del territorio sul quale insiste. È questo l’obiettivo dei Contratti di Fiume, strumenti fondamentali per elaborare una strategia di sviluppo territoriale e creare sinergia tra enti e comunità locali. Per l’Arno è nato Casentino H2O.
Sinergie e progetti integrati comuni per tutelare corsi d’acqua e territori, anche con l’obiettivo di renderli maggiormente fruibili. È questo il proposito dei Contratti di Fiume, strumenti partecipati che vedono collaborare enti, istituzioni, associazioni e singoli cittadini per la valorizzazione dei corsi d’acqua, in un’ottica di sussidiarietà verticale e orizzontale. Con questo proposito nasce anche Casentino H2O, il primo contratto di fiume formalizzato nell’ambito del Patto per l’Arno, un progetto che l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale promuove e coordina per l’intero corso del fiume, in stretta sinergia con Regione Toscana e Autorità di bacino, Anbi Toscana, Anci Toscana, oltre 45 amministrazioni comunali e i Consorzi di bonifica Alto, Medio e Basso Valdarno. Nel caso del contratto Casentino H2O il promotore è il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno.
Il Contratto di fiume è uno strumento di presidio del territorio
Il Contratto di Fiume riveste un ruolo fondamentale in tema di sicurezza e tutela del territorio, determinante anche ai fini di promozione e fruibilità dei corsi d’acqua e dei territori su cui gli stessi insistono. Un aspetto importante, se si pensa che in Toscana oltre il 12% del territorio, pari a 2.872 kmq, è in classe P3, codice che indica le aree potenzialmente instabili per fattori fisici o propensione al dissesto. Quasi il 4% (863 kmq) è in P4, con dissesti attivi. Nel bacino dell’Arno il 6% circa delle aree (536 kmq) è in P3, ovvero a pericolosità elevata; in quello del Serchio il 10% (162 kmq), nel Magra quasi il 4% (64 kmq). “Nasce il Contratto di fiume per il primo tratto dell’Arno – ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani – un elemento di presidio per il fiume e per i suoi affluenti, coinvolgendo i 10 Comuni del Casentino che vivono uno stretto legame con il fiume fin dall’antichità, come dimostrano anche i ritrovamenti di manufatti votivi nel lago degli Idoli. È importante la sinergia che si viene a costituire tra l’Autorità di bacino e il Consorzio di bonifica, che sarà il soggetto attuatore degli interventi previsti dal contratto. Come Regione Toscana vogliamo che i contratti di fiume diventino la regola, perchè è un modo per creare sempre maggiori sinergie tra i soggetti istituzionali e gestire nel modo migliore i finanziamenti per le opere di regimazione delle acque. H2O Casentino è un modello che vorremmo replicare in tutta la Toscana”. “I recenti eventi meteo hanno messo ancor più in evidenza la fragilità del territorio – spiega Gaia Checcucci, segretario generale dell’Autorità di bacino Appennino Settentrionale – Ancora una volta si dimostra cruciale la necessità di avere un quadro conoscitivo sempre più aggiornato, come quello che deriva dai nostri Piani di bacino e dagli studi a supporto della pianificazione. In un territorio come quello dell’Alto Casentino la nostra pianificazione, aggiornata proprio in questi giorni per gli aspetti della pericolosità da dissesti geomorfologici, mette in evidenza l’importanza degli interventi di manutenzione del territorio e delle opere”. Sfruttando le norme di semplificazione introdotte nel 2021 con il Decreto Legge n.77 e valorizzando lo strumento del Contratto di fiume, il Commissario di Governo, d’intesa con l’Autorità di bacino e in collaborazione con le amministrazioni comunali, potrà più facilmente attuare interventi di manutenzione idraulica sostenibile e periodica dei bacini e sottobacini idrografici. Nella sua veste di promotore del Patto per l’Arno, spetterà all’Autorità di bacino valorizzare le best practice, come quella rappresentata dal Contratto H2O, ed esportarle in tutti gli altri tratti.
Il Contratto di fiume: una strategia di sviluppo del territorio con il coinvolgimento delle comunità locali
L’Alto Casentino, che rappresenta il perimetro del Contratto H2O, secondo il quadro tracciato dall’Autorità di bacino nell’aggiornamento di novembre 2022, vede il 31% del territorio interessato da 3.108 aree a pericolosità geomorfologica dovute a dissesti di varia natura; si tratta di 277 kmq su un totale di 881 kmq. Di questi, il 5% (pari a 851 aree per 47 kmq) è classificato con una pericolosità P4 “molto elevata” per la presenza di dissesti attivi, mentre il 26% (2.185 aree per 226 kmq) ricade nella classe di pericolosità P3 “elevata” dovuta a dissesti potenzialmente instabili. Sul fronte della pericolosità da alluvione un dato preoccupa: anche l’Alto Casentino è interessato da numerose zone a pericolosità molto elevata da flash flood, le ormai note bombe d’acqua. “Fruizione dei corsi d’acqua, sicurezza idrogeologica e qualità delle acque, tutela dell’ambiente fluviale, sviluppo sociale ed economico del territorio partendo dall’acqua – spiega Serena Stefani, presidente del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno – sono i quattro assi su cui si sono concentrati gli oltre 30 stakeholder di Casentino H2O. Di questi, 14 hanno proposto 28 azioni, che richiedono un investimento di 6 milioni e 700mila euro, con un milione disponibile o con linee di finanziamento già individuate. La scelta del nostro Consorzio è di avere nel Patto per l’Arno una cornice di riferimento strategica, pur conservando il massimo protagonismo dei territori. Per questo organizzeremo tre percorsi diversificati: sul tratto iniziale è nato Casentino H2O, il primo contratto di fiume sull’Arno. Seguiranno Abbraccio d’Arno e Acque d’Arno. Il Contratto di fiume è, a nostro avviso, uno strumento essenziale per mettere a punto una strategia di sviluppo delle politiche territoriali, a cominciare dalla difesa idrogeologica, con il coinvolgimento diretto delle comunità locali”.