Un avviso pubblico del MiTE invita Regioni e Province autonome a inviare manifestazioni di interesse. C’è tempo fino all’11 febbraio per inviare le candidature.
Dare una seconda vita ai siti industriali dismessi grazie alla produzione di idrogeno verde, quello generato da fonti rinnovabili. È questo l’obiettivo di un Avviso pubblico del Ministero della Transizione Ecologica reso noto il 27 gennaio per dare attuazione alla linea di investimento “Produzione in aree industriali dismesse”, previsto nella Missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica” del Piano nazionale di ripresa e resilienza. A disposizione ci sono 500 milioni di euro, la metà dei quali previsti per il Sud Italia, da destinare a Regioni e Province autonome “interessate ad avviare, nei propri territori, una procedura di selezione finalizzata al finanziamento di progetti di investimento che prevedano la riconversione di aree industriali dismesse per la creazione di centri di produzione e distribuzione di idrogeno, prodotto utilizzando unicamente fonti di energia rinnovabili”. Le manifestazioni di interesse vanno inoltrare al MiTe entro venerdì 11 febbraio.
La carta d’identità dei siti papabili
L’avviso spiega che saranno considerati ammissibili interventi che prevedano la realizzazione di elettrolizzatori per produrre idrogeno, ma anche impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili da impiegare per la produzione di idrogeno, compresi eventuali sistemi di accumulo e infrastrutture dedicate alla distribuzione, nonché impianti di stoccaggio. Le candidature che le Regioni interessate proporranno dovranno rispettare una serie di vincoli, in particolare:
- dovrà trattarsi si aree già destinate ad attività di tipo industriale;
- i siti indicati dovranno poter ospitare uno o più impianti di generazione di energia elettrica rinnovabile, di capacità adeguata al processo di produzione dell’idrogeno;
- nel caso di siti contaminati, i progetti non dovranno compromettere le necessarie bonifiche;
- i siti candidati dovranno possedere un’adeguata connessione alla rete elettrica e del gas, un’adeguata disponibilità di acqua, collegamenti alla rete stradale. Dovranno inoltre essere vicini ai potenziali fruitori dell’idrogeno prodotto, ad esempio industrie chimiche/petrolchimiche/raffinerie; industrie siderurgiche, dei settori del vetro, cemento, ceramica; ferrovie; strade a lunga percorrenza.
I siti canditati dovranno possedere tutte le caratteristiche sopra elencate, pena l’esclusione della proposta progettuale dalla procedura di selezione. Inoltre, i progetti indicati da Regioni e Province autonome non dovranno essere già avviati al momento della richiesta, i lavori dovranno essere ultimati entro il 31 dicembre 2025 e, soprattutto, dovranno rispettare la prescrizione per i Piani nazionali di ripresa e resilienza di non arrecare un danno significativo contro l’ambiente.
I criteri della ripartizione
A valle della raccolta delle manifestazioni di interesse, il MiTE adotterà uno specifico decreto di ripartizione e assegnazione delle risorse. Tre gli indicatori che guideranno la ripartizione: la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili rispetto all’energia elettrica totale consumata; il valore aggiunto della produzione di idrogeno per l’industria manifatturiera regionale; la popolazione. Una quota non inferiore al 50% dei 500 milioni previsti andranno alle Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) che avranno inviato manifestazioni di interesse.