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Cosa sono le materie prime seconde e perché sono importanti?

Ecco che cosa sono esattamente le materie prime seconde e perché sono importanti da un punto di vista della sostenibilità ambientale.
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Quando alcuni materiali/prodotti passano per un processo di riciclaggio, rigenerazione e/o trasformazione per essere poi utilizzati nuovamente si parla di materie prime seconde. Si tratta di una soluzione molto interessante ma soprattutto ecologica, perché si inserisce alla perfezione nell’approccio dell’economia circolare che, non ci stancheremo mai di dirlo, è fondamentale per la salute del pianeta Terra. Vediamo più nel dettaglio qualche curiosità su questo tema.

Indice contenuti

Perché usare le materie prime seconde

Scopriamo insieme che cosa sono esattamente le materie prime seconde e in che modo possono rivelarsi importanti per il pianeta Terra.
Pezzi di vetro rotto

A partire dallo scoppio della Prima Rivoluzione Industriale, a fine del ‘700, il genere umano ha iniziato ad utilizzare (e sfruttare!) le materie prime senza essere realmente consapevole delle conseguenze ambientali di questa scelta. Soltanto in tempi più recenti ci si è resi conto dell’impatto dei processi di produzione sul pianeta Terra, anche alla luce dell’aumento dei livelli di inquinamento globale e delle temperature a livello globale.

Con le materie prime seconde si riesce dunque a bypassare il problema, regalando una seconda vita a materiali riciclati che possono essere utilizzati nei processi di produzione al posto delle materie prime vergini (e in alcuni casi in aggiunta a esse).

Vantaggi e problemi da risolvere

La maggior facilità di approvvigionamento, la riduzione del consumo di materiali e dell’energia, una diminuzione degli impatti sul clima e sull’ambiente, e la riduzione dei costi di produzione sono soltanto alcuni dei benefici, indubbi, delle materie prime seconde.

Vale però anche la pena, per maggior trasparenza, mettere in evidenza le problematiche ad esse collegate rispetto alle quali è necessario trovare una soluzione. L’impiego di materie prime secondarie incontra infatti diversi ostacoli, come l’assenza di standard di qualità a livello UE per alcuni materiali (come le plastiche), le difficoltà legate al commercio delle materie prime secondarie all’interno dell’UE, e la potenziale presenza di sostanze chimiche preoccupanti nei materiali riciclati sulle quali è necessario fare maggiore chiarezza.

L’impegno delle istituzioni comunitarie

Proprio alla luce delle indubbie sfide legate alle materie prime seconde, l‘Unione Europea si sta muovendo da tempo per cercare di regolamentare il loro utilizzo, ottimizzando così il ricorso a queste risorse green.

Come parte del pacchetto relativo all’“economia circolare” lanciato a dicembre 2015, la Commissione Europea ha presentato un piano d’azione per promuovere tale economia, impegnandosi a intraprendere le seguenti iniziative specifiche:

  • elaborare standard di qualità per le materie prime secondarie, con particolare attenzione alle plastiche (a partire dal 2016);
  • valutare opzioni politiche per gestire l’interazione tra la legislazione riguardante sostanze chimiche, prodotti e rifiuti, comprese strategie per ridurre la presenza di sostanze chimiche preoccupanti e migliorare il loro monitoraggio nei prodotti (entro il 2017);
  • implementare misure per agevolare la spedizione dei rifiuti all’interno dell’UE, incluso lo scambio elettronico di dati (a partire dal 2016);
  • potenziare ulteriormente il sistema informativo dell’UE sulle materie prime (a partire dal 2016).

La Commissione europea ha dunque avviato le seguenti azioni per raggiungere il proprio obiettivo:

  • misure per garantire l’applicazione del regolamento sulle spedizioni di rifiuti;
  • sviluppo di un sistema informativo efficace riguardo alle materie prime;
  • pubblicazione di relazioni dettagliate che presentino delle strategie precise per l’uso delle plastiche nell’economia circolare;
  • pubblicazione di comunicazioni ufficiali che esaminino le opzioni per gestire l’interfaccia relativa alle normative su sostanze chimiche, prodotti e rifiuti.

Nella risoluzione del 9 luglio 2015 sull'”efficienza delle risorse: verso un’economia circolare”, il Parlamento europeo ha in aggiunta esortato la Commissione a “sviluppare iniziative per incentivare e facilitare la creazione di mercati per materie prime secondarie di alta qualità e promuovere attività che si basano sul riutilizzo delle materie prime secondarie”.

Inoltre, in un’altra risoluzione del 13 settembre 2011 su una strategia efficace per le materie prime in Europa, il Parlamento Europeo ha sollecitato la Commissione a esplorare e promuovere progetti di “urban mining” – evidenziando come una parte significativa delle materie prime secondarie preziose possa essere estratta, riutilizzata e riciclata – e a investire in iniziative volte a ridurre complessivamente l’uso delle materie prime.

L’importanza delle materie prime seconde

Ecco perché le materie prime seconde sono così importanti: scopriamo insieme i vantaggi che ci garantiscono, ma anche i loro difetti.
L’interno di un impianto di produzione in Turchia

Risulta a questo punto evidente come le materie prime seconde rivestano un ruolo importantissimo, poiché diminuiscono la necessità delle aziende di attingere a materie prime estratte tramite processi che danneggiano l’ambiente e generano ingenti quantità di CO2..

In un contesto economico caratterizzato da una crescente domanda di prodotti, la vera sfida consiste nel proteggere le risorse naturali del pianeta, esplorando metodi alternativi per il recupero e il riutilizzo di materiali già estratti. Metodi che, per fortuna, stanno iniziando finalmente ad avere scoperti e concretamente utilizzati.

L’impiego delle materie prime secondarie diventa cruciale in un sistema dove le risorse sono limitate e la loro distribuzione tra i diversi Paesi è disomogenea, causando una spaccatura socio-politica ed economica tra le nazioni importatrici e quelle esportatrici.

Un modo particolarmente efficace per affrontare questa problematica è, per concludere, il focus sui rifiuti generati dalle imprese e l’identificazione di tecniche e strumenti per valorizzarli, per costruire filiere e reti di simbiosi industriale che abbiano un impatto ambientale ridotto.

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Alberto Muraro

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