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Materie prime critiche: nuove procedure per estrazione e riciclo

Materie prime critiche: nuove procedure per estrazione e riciclo
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Contro il rischio di approvvigionamento di materie prime critiche, l’Italia rilancia le estrazioni minerarie e prevede nuove norme sui rifiuti estrattivi per consentirne il riciclo.

È all’esame della Camera dei deputati, per il suo processo di conversione in legge, il decreto legge del 25 giugno 2024 recante disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico. Un provvedimento – volto ad adeguare la normativa italiana sul settore minerario agli obiettivi e standard europei previsti dal regolamento Critical Raw Materials Act pubblicato il 3 maggio – che introduce nuove procedure semplificate per l’estrazione e il riciclo delle materie prime strategiche. Necessarie alle transizioni verde e digitale, alla difesa e all’aerospaziale.

Mase e Mimit: “Riparte la politica mineraria del paese”

“Riparte la politica mineraria del paese” titola la nota dei ministeri delle Imprese e del made in Italy (Mimit) e dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase) che dà notizia il 20 giugno del via libera del Consiglio dei ministri al decreto. “Questo provvedimento – prosegue la nota dei due ministeri – promuove un nuovo approccio di sistema all’approvvigionamento di materie prime critiche e strategiche. Il decreto, infatti, ha come obiettivo, da un lato, di analizzare la domanda e i fabbisogni del Paese grazie ad attività di monitoraggio delle catene di approvvigionamenti e, dall’altro, di incentivare l’offerta di materie prime. Con questa finalità viene avviato un Programma nazionale di esplorazione, vengono semplificate le procedure autorizzative e rafforzato il Fondo Nazionale del Made in Italy. Infine, il decreto si pone l’obiettivo di elaborare sistemi di monitoraggio in caso di perturbazioni dell’approvvigionamento”.  

Nel sottosuolo italiano – si legge nella relazione del disegno di legge presentato alla Camera – sono presenti almeno 15 delle 34 materie prime critiche necessarie per la transizione energetica e ci sono circa 3000 siti (il 24 maggio 2025 è attesa la pubblicazione una nuova Carta mineraria aggiornata) da cui poter estrarre materie prime critiche, in particolare: litio, cobalto, barite, berillio, nichel e tungsteno, rame, zinco.

Materie prime critiche strategiche, Ue a rischio approvvigionamento

La relazione del disegno di legge, nel definire il quadro in cui si inserisce il decreto, riporta, inoltre, a titolo esemplificativo che l’UE acquista il 97% del magnesio in Cina; che le terre rare pesanti, da cui si ottengono i magneti permanenti utilizzati nelle turbine eoliche o nei veicoli elettrici, sono raffinate esclusivamente in Cina; che il 63% del cobalto mondiale, utilizzato nelle batterie, è estratto nella Repubblica democratica del Congo, mentre il 60% è raffinato in Cina. Sottolinea che la domanda di materie prime critiche è destinata ad aumentare nei prossimi decenni, in quanto indispensabili per un’ampia gamma di settori strategici della filiera industriale, e che l’Unione europea è quindi esposta a elevati rischi della catena di approvvigionamento di queste materie.

Che cosa dice il Regolamento Ue

Il Regolamento Ue 2024/1252, pubblicato il 3 maggio, intende garantire l’accesso dell’Unione a un approvvigionamento sicuro e sostenibile delle materie prime critiche (non energetiche e non agricole), in ragione della loro importanza per garantire il funzionamento del mercato intero, con specifico riferimento alle materie prime critiche strategiche. Gli obiettivi di questo provvedimento sono:

  • rafforzare le capacità dell’UE lungo le diverse fasi della catena del valore (estrazione, trasformazione o riciclaggio) allo scopo di rendere l’industria più resiliente e meno dipendente da paesi terzi;
  • individuare “Progetti strategici” che potranno beneficiare di: riduzione degli oneri amministrativi, e norme di semplificazione; riduzione dei termini delle procedure di autorizzazione (di norma 24 mesi per i permessi di estrazione e 12 mesi per i permessi di trattamento e riciclaggio);
  • inoltre gli Stati membri dovranno istituire un punto di contatto responsabile per facilitare e coordinare le procedure, comprese le valutazioni di impatto ambientale.

Le materie prime critiche individuate dalla Commissione europea sono 34, di cui 17 strategiche: antimonio, arsenico, bauxite, barite, berillio, bismuto, boro, cobalto, carbon coke, rame, feldspato, fluorite, gallio, germanio, afnio, elio, elementi delle terre rare pesanti, elementi delle terre rare leggere, litio, magnesio, manganese, grafite, nichel, niobio, fosforite, fosforo, metalli del gruppo del platino, scandio, silicio metallico, stronzio, tantalio, titanio metallico, tungsteno, vanadio.

Materie prime critiche strategiche: che cosa prevede il disegno di legge

Nello specifico, il decreto-legge in fase di conversione si prefigge l’obiettivo di “superare la frammentazione normativa in materia di ricerca, coltivazione ed estrazione mineraria, ad oggi di competenza regionale che, in quanto disorganica e disomogenea rischia di compromettere l’approvvigionamento delle materie prime critiche” e predispone una normativa che incentra in capo allo Stato il potere autorizzativo e concessorio relativo ai progetti di interesse strategici. Prevede l’istituzione presso il Mimit di un Comitato tecnico permanente per le materie prime critiche e strategiche, al quale è affidato il monitoraggio delle catene di approvvigionamento e la predisposizione di un Piano Nazionale delle materie prime critiche. Vengono individuati, inoltre, tre “punti unici di contatto”: i primi due presso il Mase per la presentazione delle istanze relative a progetti di estrazione e riciclo, il terzo presso il Mimit per la presentazione dei progetti strategici riguardanti la trasformazione.

Il Mimit dovrà analizzare i fabbisogni, monitorare le catene del valore ed eseguire eventuali prove di stress. Per farlo, sarà realizzato, in linea con il Regolamento, il Registro nazionale delle aziende e delle catene del valore strategiche con l’obiettivo di individuare le grandi imprese che operano sul territorio nazionale e che utilizzano materie prime strategiche in una serie di settori cruciali relativi alle batterie, agli aeromobili, ai dispositivi elettronici mobili e alle apparecchiature connesse alla robotica, alla produzione di energia rinnovabile e ai semiconduttori.

Il nuovo sistema di royalties

Il provvedimento introduce un nuovo sistema di “royalties” per le concessioni minerarie di progetti strategici, i cui titolari dovranno corrispondere annualmente il valore di un’aliquota del prodotto, dal 5% al 7%, in favore dello Stato per i progetti a mare o in favore dello Stato e della Regione nella quale insista il giacimento per i progetti su terraferma. Le somme versate in favore dello Stato confluiscono nel Fondo nazionale del made in Italy e sono destinate a sostenere investimenti nella filiera delle materie prime critiche strategiche per la nazione. È previsto inoltre un ampliamento del Fondo nazionale per il Made in Italy, per stimolare la crescita dell’estrazione di queste materie. 

Nel provvedimento è inserita una specifica norma sui rifiuti estrattivi al fine di permetterne il trattamento come fonti di materie prime critiche di origine secondaria.

Si affida allISPRA – Servizio Geologico d’Italia, il compito di elaborare entro il 24 maggio 2025 il Programma nazionale di esplorazione, che sarà sottoposto a riesame quinquennale come previsto dal Critical Raw Materials Act.

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