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Luci puntate sugli sprechi energetici

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Termometro alla mano, l’associazione Altroconusmo ha monitorato alcuni luoghi pubblici tra Roma e Milano, per capire se le norme introdotte per contenere i consumi energetici e le importazioni di gas fossero rispettate. Nella metà dei casi, le temperature superavano i limiti fissati dal Ministero. 

Nonostante un inverno insolitamente mite, con temperature al di sopra delle medie stagionali che hanno consentito risparmi a due cifre nei consumi nazionali di gas, a Roma e Milano si sono registrati riscaldamenti fuori controllo. Altroconsumo si è presa la briga di girare per negozi, uffici pubblici e musei per misurare se le temperature degli ambienti corrispondessero alle norme anti-spreco fissate a ottobre dal Governo (D.M. 383) per contenere i consumi energetici e contribuire all’affrancamento dalle forniture di gas russo. Secondo il risultato dell’indagine, un luogo su due non ha rispettato le regole. Eppure uno studio dell’Enea che proponeva questa misura prima che il Governo la adottasse, valutava il risparmio connesso in circa 82 metri cubi di gas metano per famiglia, che significa circa il 10% dei consumi. Se poi ricordiamo, con l’Agenzia europea per l’ambiente, che il settore degli edifici contribuisce in modo determinante alle emissioni di gas a effetto serra, rappresentando nel 2020 il 35% delle emissioni dell’Unione europea legate all’energia, possiamo immaginare quanto un grado in meno del termostato possa fare bene al Pianeta. 

Norme anti-spreco: un grado in meno per i riscaldamenti 

Con le norme fissate dall’ex Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani si è deciso di abbassare di un grado i termostati del riscaldamento. La temperatura media da rispettare negli ambienti chiusi è scesa a 19 °C (con una tolleranza di 2 °C), un grado in meno rispetto al passato. L’inchiesta di Altroconsumo è partita da qui: termometri digitali alla mano, l’associazione ha visitato un campione di 16 spazi tra Roma e Milano, monitorando la temperatura per almeno 30 minuti, in modo tale da stabilizzare lo strumento. I dati raccolti a dicembre rappresentano una fotografia puntuale del momento in cui la temperatura è stata misurata negli uffici pubblici, nei negozi e nei musei visitati e 8 luoghi su 16 hanno sforato il limite massimo dei 21 gradi. Nella città di Milano, 5 monitoraggi su 9 hanno fatto registrare una temperatura oltre i limiti. Il primo sopralluogo, avvenuto nella sala Solesin al primo piano del palazzo della Regione Lombardia, ha registrato una temperatura di 22°C. Due gradi in meno invece per l’ufficio anagrafe di largo De Benedetti, “probabilmente a causa di una porta sul retro lasciata aperta che ha disperso il calore presente all’interno della sala d’attesa”, spiega Altroconsumo. Ma la palma va ai negozi. Il record di caldo lo ha raggiunto il negozio Tiger in Porta Garibaldi, registrando una temperatura di 25°C. Segue il magazzino Zara Home in corso Venezia, dove le temperature sono arrivate a 24 °C, e poco meno per Zara in corso Buenos Aires. A Roma il museo di Villa Torlonia ha segnato temperature poco oltre il limite, ma con finestre aperte e luci accese nonostante la sale inondate dalla luce naturale. Anche a Roma i luoghi più caldi sono risultati i negozi; mentre negli uffici anagrafe del Comune la temperatura non superava le linee guida ministeriali dei 19°C.

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Redazione

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