Sono state pubblicate e rese operative le “Linee guida nazionali per l’implementazione dei Piani di Sicurezza dell’Acqua (PSA) rivolte ai gestori e alla autorità sanitarie e ambientali per garantire l’accesso sicuro, universale ed equo all’acqua.
L’acqua è il bene comune per definizione e la risorsa ambientale più preziosa anche se la più a rischio, sia per ragioni meteo-climatiche che per l’azione antropica. Con questa consapevolezza, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha recentemente pubblicato le “Linee guida nazionali per l’implementazione dei Piani di Sicurezza dell’Acqua (PSA)”. Rappresentano uno strumento per garantire la sicurezza e qualità delle acque per il consumo umano, attraverso l’implementazione di un sistema integrato di prevenzione e controllo basato sull’analisi di rischio sito-specifica estesa all’intera filiera idropotabile, secondo i principi dei Water Safety Plans (WSP), proposti già nel 2004 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization, WHO) a livello internazionale.
Il sistema integrato di prevenzione e controllo dell’acqua
Tale sistema è stato introdotto nel nostro ordinamento grazie al Dlgs n. 18 del 23 febbraio 2023, in recepimento della Direttiva (UE) 2020/2184, che affida alle Regioni, alle Province Autonome (PA) e ai gestori idropotabili, ciascuno secondo le rispettive competenze, “di provvedere affinché la fornitura, il trattamento e la distribuzione di acque destinate al consumo umano siano improntati a un approccio basato sul rischio, che copra l’intera filiera idropotabile, dalle aree di alimentazione dei punti di prelievo idropotabile, al trattamento, allo stoccaggio e alla distribuzione dell’acqua, fino al punto in cui i valori devono essere rispettati”.
I destinatari principali delle linee guida sono sicuramente i gestori del servizio idrico, inclusi gli operatori degli impianti di trattamento e distribuzione delle acque, a cui si affiancano le Autorità sanitarie e ambientali che a livello nazionale, regionale e locale (province, comuni e altri enti territoriali) sono preposte alla tutela della salute e alla salvaguardia ambientale e sono coinvolte nella prevenzione e gestione di rischi correlati alla contaminazione delle acque destinate a consumo umano.
La sicurezza igienico-sanitaria dell’acqua
Le linee guida costituiscono inoltre, uno strumento utile per i consumatori o i gruppi di interesse intenzionati ad approfondire gli aspetti che presiedono alla sicurezza igienico-sanitaria delle acque destinate al consumo umano.
A ogni modo, i contenuti delle linee guida possono anche rappresentare un utile supporto decisionale per altri settori coinvolti nella gestione e controllo della risorsa idrica, così come possono fornire elementi di conoscenza per ricercatori e studiosi interessati alla tutela delle acque, alla loro valorizzazione o allo studio delle interrelazioni tra acque e salute.
Le Linee Guida emanata dell’ISS utilizzano, dunque, un approccio basato sul rischio, che rappresenta l’architrave regolamentario dell’intero sistema di accesso all’acqua, finalizzato a garantire un accesso sicuro, universale ed equo all’acqua.
In estrema sintesi, l’approccio basato sul rischio comporta i seguenti elementi:
- Una valutazione e gestione del rischio delle aree di alimentazione per i punti di prelievo di acque destinate al consumo umano;
- La valutazione e gestione del rischio di ciascun sistema di fornitura idropotabile che includa il prelievo, il trattamento, lo stoccaggio e la distribuzione delle acque destinate al consumo umano fino al punto di consegna;
- Una valutazione e gestione del rischio dei sistemi di distribuzione interni per gli edifici e locali prioritari.
Le linee guida si focalizzano, dunque, sulle azioni che il PSA chiede di svolgere al gestore idropotabile, considerato il principale soggetto attuatore, a partire dalle analisi di rischio negli ambienti di captazione attuate dalle Regioni e dalla Pubblica Amministrazione in generale.
Gli elementi che costituiscono nel dettaglio i PSA
Le linee guida descrivono, dunque, gli elementi e i moduli (step) che costituiscono nel dettaglio i PSA, con particolare riferimento ai ruoli e responsabilità nello sviluppo, implementazione, mantenimento e revisione del Piano.
Una sezione, per esempio, è dedicata al “cloud di PSA”, strumento di fondamentale importanza ai fini della corretta condivisione e archiviazione in sicurezza di tutti i dati e documenti relativi al PSA.
Inoltre, nel documento dell’ISS sono riportati anche esempi procedurali e metodologici, oltre ad aspetti specifici correlati ai meccanismi di validazione delle misure di controllo, soluzione tecniche, trattamenti e in generale metodi di monitoraggio. Esempi e specificazioni che, raccomandano i curatori del documento, non devono essere intesi come soluzioni da applicare acriticamente al sistema idropotabile: il PSA esige infatti che l’applicazione o meno di qualsiasi soluzione e applicazione derivi da una rigorosa analisi sito-specifica.
Le tempistiche del Dlgs n. 18
Serve pure ricordare le tempistiche disposte dal Dlgs n. 18 per ottemperare agli obiettivi di accesso in sicurezza della risorsa acqua già citati:
- La valutazione e gestione del rischio delle aree di alimentazione dei punti di prelievo di acque destinate al consumo umano deve essere effettuata per la prima volta entro il 12 luglio 2027 e riesaminata a intervalli periodici non superiori a sei anni, secondo i dettami dell’articolo 7 del decreto;
- Una valutazione e gestione del rischio del sistema di fornitura idropotabile deve essere effettuata per la prima volta entro il 12 gennaio 2029 e riesaminata a intervalli periodici non superiori a sei anni, secondo i dettami dell’articolo 8 del decreto;
- La prima valutazione del rischio dei sistemi di distribuzione idrica interni all’edificio deve essere effettuata per la prima volta entro il 12 gennaio 2029 e riesaminata ogni sei anni, secondo quanto previsto ai sensi dell’articolo 9 del decreto.