Si stanno moltiplicando le sperimentazioni di sistemi che applicano intelligenza artificiale e tecnologie informatiche alla selezione dei materiali, per massimizzarne il recupero. Con prospettive interessanti in termini di economia circolare.
L’intelligenza artificiale può servire per il riciclo? Pare di si. Soprattutto per il riciclo delle numerose combinazioni di polimeri che danno vita alle plastiche, le più problematiche da gestire in termini di recupero. Risponde esattamente a questa esigenza il progetto di ricerca avviato in Francia denominato Omni, diretto da Recycleye, start up specializzata in robotica e intelligenza artificiale applicate al ciclo dei rifiuti. Insieme a Recycleye, hanno lavorato al progetto l’azienda di trattamento rifiuti Valorplast e il produttore di materie plastiche TotalEnergies, con l’unico scopo di mettere in campo un modello raffinato di selezione e riciclo meccanico di imballaggi in polipropilene (per uso alimentare) derivanti dal circuito dei rifiuti domestici.
Recycleye ha destinato 17 milioni di dollari, raccolti dalla società di venture capital deep-tech DCVC, allo sviluppo di progetti di selezione mirata di rifiuti urbani, che si avvalgono di nuove tecnologie finalizzate a ottenere frazioni di rifiuto sempre più pulite (cioè con basse percentuali di frazioni estranee), quindi più efficienti in termini di riciclo. Una scelta di business che si muove solo sulla fase della selezione, senza intaccare il resto della filiera.
Nuove opportunità per la circolarità degli imballaggi
Omni è risultato uno dei 7 progetti selezionati nell’ottobre 2020 dall’associazione di riciclatori francesi Citeo, impegnata nella promozione di progetti per la riduzione dell’impatto ambientale degli imballaggi domestici e della carta.
La scelta tecnologica di Recycleye si fonda su algoritmi di riconoscimento e autoapprendimento e su un processo di decontaminazione degli imballaggi mediante riciclo meccanico, che consente il recupero in closed – loop degli imballaggi trattati. Il tasso di purezza dei materiali selezionati, secondo i curatori del progetto, è risultato superiore al 95%; il materiale così selezionato ha poi subito una ulteriore decontaminazione in un impianto pilota semi-industriale di TotalEnergies, basato su tecnologie di riciclo meccanico già disponibili. Il risultato: un polipropilene da riciclo pulito e inodore, adatto a realizzare nuovi packaging. Per Nathalie Brunelle di TotalEnergies “il progetto non solo dimostra come una tecnologia all’avanguardia possa migliorare la circolarità dei materiali, ma apre anche la strada a una più ampia gamma di applicazioni accessibili per i polimeri riciclati al servizio dei nostri clienti. Fornisce una risposta concreta alla sfida della gestione delle plastiche a fine vita e sostiene pienamente la nostra ambizione di raggiungere 1 milione di tonnellate di polimeri circolari”.
Ma non è l’unica iniziativa del genere. Anche Unilever ha lanciato il suo Waste Free World: un sistema di riciclo della plastica su larga scala grazie all’intelligenza artificiale, attualmente in fase di sperimentazione in Cina. L’iniziativa è frutto della recente collaborazione con Alibaba, multinazionale attiva nel commercio online, che ha progettato macchine eco-compattatrici in grado di identificare e smistare automaticamente gli imballaggi in plastica.
Riciclo e raccolta differenziata dei rifiuti migliorano grazie all’AI
Anche la startup torinese ReLearn sta lavorando in questo campo. Ha infatti progettato un avveniristico sistema basato sull’intelligenza artificiale in grado di misurare quantità, tipologia e qualità della raccolta differenziata, chiamato Nando. Si tratta di una rete di piccole videocamere wireless installate direttamente sui cestini della raccolta che, grazie all’intelligenza artificiale, sono in grado di identificare tipologia e quantità dei rifiuti conferiti, fornendo dati utili per migliorare le performance, sia a valle che a monte, dell’intero sistema.