Due imprenditori propongono un’alternativa alla pelle, in chiave di sostenibilità ed economia circolare. L’idea arriva dalla Sardegna.
Conosciuto sin dall’antichità per le sue caratteristiche isolanti ed ermetiche, il sughero non è utilizzato solo per i tappi. Pannelli isolanti per l’edilizia, oggetti di arredo, componentistica per il settore dell’automotive: sono tanti i possibili impieghi del sughero che lo rendono un buon sostituto della plastica, con l’unico neo di una grande quantità di scarti generata dai processi di lavorazione. Ecco perchè il progetto di riutilizzo degli scarti della produzione dei tappi per realizzare eco-pelle, firmato dagli imprenditori Alessandro Sestini e Fabio Molinas, ha vinto il bando destinato alle startup innovative dell’agenzia regionale Sardegna Ricerche.
Calangianus culla del sughero
L’idea nasce a Calangianus (Provincia di Sassari), che dal 1800 è una delle capitali internazionali della lavorazione del sughero. “Qui – racconta Fabio Molinas – mio nonno, 70 anni fa, aveva una piccola industria di lavorazione del sughero. Io andavo ad aiutarlo e sono sempre stato colpito dalle enormi quantità di polvere di sughero che si producevano dalla lavorazione del tappo. Oggi, viene per lo più bruciato per alimentare le caldaie, producendo emissioni nocive o, nel migliore dei casi, destinato ad impianti di termovalorizzazione”. Progettare un riutilizzo degli scarti di sughero che producesse valore è stato il pallino di Fabio da quando era piccolo. “Avevo già visto le eco-pelli a base di sughero della stilista Anna Grindi – continua l’imprenditore sardo – e altri prodotti realizzati in Portogallo, dove ho studiato, e dove c’è il mercato mondiale più importante per questo materiale. La mia idea era quella di creare un prodotto che imitasse tutte le buone qualità della pelle, ma permettesse di evitare il ricorso ai materiali tossici che si utilizzano nella filiera conciaria. E credo di esserci riuscito”.
Il vantaggio ambientale
Lebiu, la startup fondata da Molinas e Sestini, realizza la sua innovativa eco-pelle utilizzando una soluzione composta da particelle di sughero e polimeri vegetali. Il vantaggio ambientale rispetto ai tradizionali prodotti conciari è notevole: secondo dati del consorzio Cuoiodepur, dalla lavorazione di un chilo di pelle grezza si ottengono circa 300 – 400 grammi di prodotto finito e 600 – 700 di scarto. A questi si aggiungono acque di scarico e fanghi ricchi di prodotti chimici ad elevata tossicità e piuttosto complessi da smaltire, come cloro-paraffine e cloro. Problemi che con l’utilizzo del sughero non si presentano.