I giovani della generazione Z hanno potuto godere dell’accessso a internet fin dalla prima infanzia. Sono naturalmente avvezzi alla tecnologia e alle piattaforme sociali, nonché molto più pratici di chi li ha preceduti di fronte a uno schermo. Eppure, sono forse meno nativi digitali di quanto crederemmo.
I loro processi di socializzazione risentono dei nuovi mezzi di comunicazione. Il modo in cui si rapportano agli altri e alla vita in generale è filtrato dal world wide web. Eppure, tra le priorità per il loro futuro, mettono due temi che potrebbero stupire. Il primo è la salute. E fin qui non c’è nulla di strano: si tratta della cosa più importante per chiunque. Accanto a una sanità accessibile a tutti, collocano la tutela dell’ambiente e la disponibilità di energia. In aggiunta a ciò, specificano di desiderarla pulita.
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Chi sono i ragazzi della generazione Z?
Con il termine generazione Z, talvolta abbreviato in gen Z, ci riferiamo ai ragazzi nati negli anni compresi tra i secondi anni novanta del ventesimo secolo e i primi 2010. La collocazione temporale specifica non è sempre concordante, ma il riferimento è per chiunque alle persone nate dopo i Millennials e prima dell’attuale generazione, detta Alpha. Alcuni studiosi hanno coniato definizioni alternative: Centennials, Digitarians, iGen, Plurals, Post-Millennials, Zoomers e via dicendo ma, per chiarezza, in questo approfondimento si userà il termine più consueto, quello di generazione Z.
Stando alla Deloitte Millennial Survey, dedicata a Millennials e generazione Z, questi giovani hanno numerose preoccupazioni, e non si fanno problemi a manifestarle pubblicamente. L’ambiente è per loro la priorità numero uno e la declinano in due forme. Una è quella del poter vivere a lungo e in salute su un pianeta ospitale e l’altra, quella di poter sfruttare la tecnologia senza impattare sulla nostra casa comune per l’utilizzo delle risorse energetiche.
Gli appartenenti alla generazione Z sono scontenti e pessimisti. Guardandosi attorno, biasimarli è difficile. Ciononostante, questi ragazzi esprimono il desiderio di attivarsi in prima persona per migliorare la società e tutelare il pianeta. Sognano un futuro di responsabilità e di eguaglianza, nel quale imprenditori e datori di lavoro creino un impatto positivo sulla società. Offrire ai dipendenti modi per essere direttamente coinvolti in questo cambio di rotta, oltre a garantire loro diritti e dignità, potrebbe essere, secondo il loro parere, la chiave per attrarre e trattenere talenti.
Il clima al centro di ogni pensiero
Secondo la ricerca Deloitte il 37% dei giovani millennial italiani e il 34% dei più giovani gen Z mettono al centro dei loro pensieri il clima, dicendosi preoccupati per il surriscaldamento globale. Accanto alle preoccupazioni per il carovita e i dubbi sulle possibilità di trovare un’occupazione stabile e gratificante, la tutela dell’ambiente abita le menti dei protagonisti del futuro.
Coerentemente con questo orientamento, i ragazzi adottano abitualmente pratiche verdi. Una ricerca portata avanti non troppo tempo fa dall’agenzia ANSA ha dimostrato come i nati tra il 1995 e il 2010, appartenenti alla generazione Z, siano attenti a non sprecare cibo e risorse. Scelte e abitudini sempre più orientate all’ambiente sono caratterizzanti per i giovani accomunati da questa età anagrafica.
I concetti chiave a cui adolescenti e giovani adulti legano la sostenibilità sono rispetto, futuro e vita. I dati della piattaforma In A Bottle, cui ha attinto ANSA per il suo focus, hanno riscontrato come il 69% dei giovani in età compresa tra 18 e 26 anni (il campione è stato di circa 1.100 intervistati) ritenga la sostenibilità una priorità degna di considerazione globale. Naturalmente, non tutti gli appartenenti alla generazione Z la vedono nello stesso modo. Per un 24% degli intervenuti esistono problematiche più gravose, mentre un 5% del campione si è detto convinto del fatto che si tratti soltanto di una moda passeggera.
La sostenibilità: un valore su cui puntare
Le immagini dei disastri con cui abbiamo a che fare, con sempre maggior frequenza, e le previsioni sullo scioglimento dei ghiacciai e sulle emissioni in aumento, hanno un grosso impatto sui più giovani. In risposta a questi stimoli, i ragazzi della generazione Z approcciano la loro quotidianità in maniera attenta e premurosa nei confronti dell’ambiente.
Per quanto riguarda la mobilità, biciclette e monopattini elettrici sono sempre più i veicoli favoriti dai giovani, specialmente quelli che risiedono in città. Gli stessi ragazzi stanno via via allontanandosi dai fast food, per riscoprire alimenti nostrani, genuini, e consumarli in locali che privilegino un’economia di filiera corta a quella di scala esercitata dai grandi marchi. Alla stessa maniera, in casa si nota una rinnovata sensibilità a non abusare di elettrodomestici e acqua corrente, come suggerisce il buon senso, prima che l’allarme ambientale. Eppure, chi li ha anticipati di qualche anno non aveva questa accortezza.
Similmente, la generazione z ricicla con piacere, e spesso lo fa applicando correttamente la regola delle 3 R (riduci, riusa, ricicla), cercando di riutilizzare prodotti e involucri prima di portarli alla campana dei rifiuti. Ci troviamo di fronte a una categoria di giovani che lega indissolubilmente salute ed ecologia, stare bene e vivere bene, in un habitat ospitale e accogliente.
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