È possibile organizzare un piano di escursioni che conducono alle sculture realizzate dallo scultore Marco Martalar. Si tratta di opere d’arte di grande impatto, realizzate con gli scarti di legno dovuti alle catastrofiche conseguenze della tempesta Vaia, abbattutasi nel nord Italia nel 2018.
La tempesta Vaia, che molti ricorderanno, è stata un evento meteorologico eccezionalmente catastrofico. Di proporzioni significative, il fenomeno è stato caratterizzato da venti estremamente forti, che hanno raggiunto punte di oltre duecento chilometri all’ora, accompagnati da piogge abbondanti. Le regioni più colpite sono state il Veneto, il Trentino-Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia. Le foreste di queste regioni hanno subito danni considerevoli. Milioni di alberi sono stati abbattuti o gravemente danneggiati. I venti violenti hanno causato la caduta di piante su strade, case e linee elettriche, interrompendo i trasporti e causando blackout in diverse aree.
Una devastazione di nome Vaia
La tempesta Vaia è stata particolarmente dannosa per l’industria forestale e del legno. Le perdite economiche dovute al fenomeno sono state stimate in miliardi di euro. Inoltre, ha avuto un impatto significativo sull’ambiente, con conseguenze a lungo termine su biodiversità ed ecosistemi forestali. Gli effetti hanno generato strascichi a livello sociale ed economico per anni, dopo l’evento. Gli sforzi, intensi, per ripristinare le aree danneggiate e mitigare il rischio di future calamità naturali simili sono ancora in corso. Da questa tragedia climatica ed economica, ad ogni modo, sono nate anche esperienze virtuose. Tra queste, ricordiamo qui quella dello scultore Marco Martalar.
Il lavoro di Marco Martalar
Marco Martalar vive e lavora sull’Altopiano di Asiago. Le sue opere sono apertamente ispirate dai boschi circostanti e dalla natura. Il suo laboratorio, situato a Mezzaselva di Roana, è immerso nella natura. Il profumo dei boschi, a queste latitudini, permea l’ambiente. Come molti suoi colleghi, l’artista inizia ogni suo lavoro realizzando disegni preparatori. Poi, però, non sempre essi vengono seguiti e rispettati. È infatti il legno a guidare le sue mani e influire sul risultato finale della scultura. Ascoltando la musica naturale dello sfregamento e seguendo la fibra viva del materiale, Martalar crea figure sinuose, affusolate e leggere, attraverso la sua creatività.
Le opere dello scultore sono un esempio di rigenerazione. L’artista ha trovato ispirazione nella devastazione causata da Vaia. Utilizzando gli scarti di legno provenienti dalle foreste colpite dalla tempesta, Marco Martalar dà vita a creature e animali suggestivi. Le sue realizzazioni assumono forme diverse. Talvolta ci si trova di fronte a una rappresentazione figurativa. In altre occasioni, a qualcosa di astratto. L’arte spazia in svariati stili artistici. Utilizzando il legno danneggiato dalla tempesta, lo scultore conferisce nuova vita a materiali altrimenti destinati a degrado o distruzione.
Marco Martalar desidere celebrare la natura, la sua bellezza e resilienza. La sua arte rappresenta anche un modo tangibile per trasformare una tragedia in opportunità per l’arte e rigenerare l’ambiente. Alcune opere d’arte sono dislocate nelle zone colpite dalla tempesta, altre invece sono sculture itineranti. Quelle fisse sono raggiungibili a piedi, in escursione.
Dove si trova il Drago di Magrè
Attraverso un suggestivo giro ad anello, il quale muove da una spaziosa piazza con parcheggio, si può raggiungere il Drago di Magrè, o meglio, le sue ceneri. L’opera è stata infatti danneggiata da un incendio nell’estate 2023. Il percorso inizia a Lavarone (TN) e attraversa pittoresche frazioni del comune, immergendosi nei sentieri boschivi che conducono verso una visione straordinaria, per quanto triste. Era qui che si ergeva il Drago, prima che qualcuno, con dolo, decise di incendiarlo. Adesso, è stato sostituito e, al suo posto, si trova un Uovo di Drago. Quest’opera sorge in un punto panoramico.
Il Drago, prima, e l’Uovo, ora, rappresentano un simbolo di rinascita e creatività. Emergono dalla distruzione, quella della tempesta, nel 2018, e dell’incendio, nel 2023. Raggiunta l’opera d’arte, il percorso prosegue, snodandosi dolcemente in discesa, fino al celebre lago di Lavarone.
La Lupa del Lagorai
Chi volesse visitare la Lupa del Lagorai, un’altra delle più note opere di Marco Martalar, potrebbe partire da Vetriolo Terme, incamminandosi lungo una comoda, sebbene tutt’altro che suggestiva, strada asfaltata, la quale successivamente diventa sterrata. Raggiunto il punto panoramico di Pian della Casara, ci si trova di fronte alla scultura. Quest’opera d’arte unica è realizzata utilizzando il legno degli alberi distrutti durante la tempesta Vaia. Anche in questo caso, il percorso continua e lo fa lungo strade forestali sterrate e sentieri, talvolta impegnativi, fino a raggiungere la vetta di Cima Panarotta.
Ammirando un panorama che può definirsi mozzafiato, si inizia la discesa in direzione della seggiovia, percorrendo la strada forestale che attraversa la pista da sci. Nonostante i danni causati dalla tempesta Vaia, ingenti in questa area, i sentieri sono stati sostanzialmente ripristinati e sono tutti percorribili, pur con una certa attenzione.
L’aquila di Marcesina di Marco Martalar
Nella suggestiva Piana di Marcesina, incastonata tra le province di Vicenza e Trento, sull’Altopiano dei Sette Comuni, si erge la maestosa Aquila di Marcesina. Questo vasto pianoro è noto come la Finlandia d’Italia. Il soprannome si deve al clima rigido e all’orografia unica, la quale offre uno scenario senza pari. Arte e natura si fondono qui in un connubio affascinante, con l’opera d’arte a testimonianza della forza e della resilienza di questo luogo. La tempesta Vaia afflisse duramente Marcesina, nel 2018.
La Piana si caratterizza per la completa assenza di insediamenti urbani. A punteggiarla troviamo solamente dalle malghe d’alpeggio e alcuni casoni. Queste non sono altro che antiche abitazioni, in legno e lamiera, le quali si utilizzavano, un tempo, per dare rifugio ai boscaioli. Questo ambiente suggestivo offre il contesto perfetto per immergersi nella pace e nella tranquillità. La partenza dell’escursione è in località Barricata, nel comune di Grigno (TN). Il percorso di andata ha una lunghezza di quasi 6 km, su terreno misto. Si parte dal Rifugio Valmaron, proseguendo in direzione nord-ovest. Un facile percorso ci porta al Rifugio Barricata. Da qui, in meno di 5 minuti a piedi, si raggiunge l’Aquila di Marcesina.