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La Puglia stanzia 75 milioni per mettere in sicurezza 13 discariche pericolose

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La Regione Puglia ha approvato un elenco di discariche di rifiuti solidi urbani dismesse pericolose, da bonificare con uno stanziamento di fondi europei. La toppa al rischio di danno ambientale e alle “criticità causate da condotte negligenti dell’operatore economico gestore che ha abbandonato l’impianto senza completare gli interventi di gestione e messa in sicurezza” si mette, per ora, con i soldi pubblici e un “programma straordinario”.

Settantacinque milioni di euro per chiudere e mettere in sicurezza 13 discariche di rifiuti solidi urbani dismesse e pericolose per l’ambiente, quindi per la salute. Li ha stanziati la Regione Puglia, da fondi europei, per un programma straordinario pluriennale (2021-2027) di messa in sicurezza e di bonifica. Abbandonati dai gestori senza aver compiuto gli interventi necessari a evitare i rischi, questi siti possono essere considerati delle vere e proprie bombe ecologiche, stando ai livelli di rischio fissati dall’Arpa Puglia per ognuno. Il programma avviato nel 2021, è entrato ora nella fase di assegnazione delle risorse e dell’avvio dei lavori “sul campo”.

Si è partiti da Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, dove insiste il sito di discarica “ex Francavilla Ambiente” al primo posto per ordine di priorità secondo il criterio di valutazione del rischio relativo associato agli impianti di discarica di rifiuti. E poi dalla discarica ‘ex Tradeco’ di Altamura, in provincia di Bari, quarta in graduatoria per livello di rischio. Intervenuto a Francavilla Fontana alla conferenza stampa di presentazione del progetto il 20 febbraio, il direttore generale di Arpa Puglia, Vito Bruno, ha spiegato che stanziamento e avvio degli interventi “non più rinviabili” sono “una vittoria, però paradossalmente anche una sconfitta perché questi interventi drenano tante risorse pubbliche e sono la conseguenza della poca attenzione nei confronti dell’ambiente.

Una poca attenzione che provoca anche gravi danni all’economia costringendo le amministrazioni a sottrarre risorse da investire in servizi per la comunità, per rimuovere i danni all’ambiente causati da operatori economici senza scrupoli”. A pagare, al momento, è la Regione e non i responsabili dell’inquinamento.

La discarica di Francavilla Fontana

Al Comune di Francavilla Fontana, beneficiario del finanziamento regionale per l’attuazione dell’intervento di chiusura del sito di discarica, sono destinati come importo iniziale 150.000 euro per l’analisi dello stato di fatto dell’impianto e l’individuazione della soluzione progettuale per assicurare la chiusura definitiva.

“La Regione Puglia si è fatta carico della programmazione finanziaria degli interventi di chiusura e ha avviato un percorso tecnico amministrativo con i Comuni sede degli impianti, che sono chiamati a operare attraverso l’applicazione dei poteri sostituivi previsti dal TUEL (testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali) e dal Codice dell’ambiente al fine di eseguire gli interventi per riportare impianti discariche abbandonati nella condizione d discariche controllate previa esecuzione degli interventi di chiusura”, ha spiegato l’assessora all’ambiente della Regione Puglia, Serena Triggiani, intervenuta insieme a Vito Bruno e al sindaco di Francavilla Fontana, Antonello Denuzzo.

“Stiamo agendo per risolvere una piaga ambientale, paesaggistica, sociale e legata alla salute delle persone dovuta alla presenza di impianti non ancora definitivamente dismessi. La nostra azione regionale ritiene prioritaria e non rinviabile la riqualificazione di luoghi non più sostenibili secondo le nostre politiche di sostenibilità ambientale e nel processo più ampio di sviluppo e rigenerazione socio-economica e ambientale che riguarda l’intero contesto regionale”, ha aggiunto Triggiani.

La storia della discarica di Feudo Inferiore

La discarica di Feudo Inferiore a Francavilla Fontana è stata in funzione dal 2003 al 2011, gestita dalla Francavilla Ambiente Scarl, che avrebbe dovuto occuparsi dell’impianto per i 30 anni successivi alla sua chiusura, ma non lo ha fatto a causa del suo fallimento. Secondo quanto riportato da Brindisi Oggi, “il sito, grazie a un finanziamento della Provincia, tra il 2023 e il 2024 è stato oggetto di un primo intervento di messa in sicurezza che ha consentito la risagomatura dei cumuli di rifiuti, il posizionamento di nuovi teloni isolanti, la sistemazione dell’impianto elettrico, il posizionamento di un sistema di videosorveglianza, l’installazione di pozzi per la bonifica e la dispersione del biogas, il ripristino della recinzione di accesso e il recupero del sistema di convogliamento delle acque meteoriche”.

A novembre 2024 il Comune ha presentato un ricorso presso il Tribunale di Brindisi per l’emissione di un’ingiunzione di pagamento nei confronti delle società ancora attive che facevano parte della Francavilla Ambiente SCARL. Si chiedeva di riconoscere a favore del Comune il rimborso delle spese sostenute dal 2017 ad allora, quantificate in circa 800 mila euro, per gli interventi di messa in sicurezza operati nella discarica in sostituzione dell’azienda che avrebbe dovuto seguire il percorso post mortem dell’impianto. “Potremo contare a breve anche sul sostegno della Regione Puglia che ha inserito il sito francavillese tra le discariche da bonificare. Parallelamente non ci sottrarremo, se necessario, dal percorso giudiziario perché è giusto che questi lavori vengano pagati da chi di dovere e non con fondi pubblici”, dichiarò a gennaio il sindaco di Francavilla Fontana Antonello Denuzzo.

La discarica di Altamura

Al sito discarica “ex Tradeco”, in località le Lamie nel comune di Altamura è stata assegnato ordine di priorità numero 4. E ad Altamura, alla presenza del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, si è svolto, il 26 febbraio, il secondo incontro della serie di appuntamenti che la Regione Puglia ha programmato nei Comuni nei quali sono state individuate le 13 discariche con alto grado di pericolosità. Anche per il Comune di Altamura sono stati impegnati al momento 150.000 euro, destinati “all’avvio delle prime attività per la redazione del progetto di chiusura del sito di discarica e l’esecuzione delle indagini ambientali prodromiche alla stessa progettazione di chiusura”, secondo quanto dichiarato dall’assessora Triggiani.

Mentre Michele Emiliano ha ricordato che “la vicenda che riguarda questa discarica comincia anni fa con un’ispezione disposta dall’Arpa insieme ai Carabinieri del Noe, quando ancora non era completamente nota l’entità del problema. Un’operazione che ci ha consentito di prendere cognizione di quello che stava accadendo”.  “Siamo adesso nella fase – ha aggiunto Emiliano – in cui dobbiamo fare tutte le indagini utili per capire quali sono gli indirizzi di progettazione, insieme alle procedure di caratterizzazione per definire cosa bisogna fare.

È un lavoro talmente complesso che ha reso necessario la sottoscrizione di un disciplinare tra Regione Puglia e il Comune di Altamura per far funzionare nella stretta collaborazione, e secondo un’unica strategia, gli uffici regionali e quelli comunali preposti. E auspichiamo ciò avvenga anche in altre amministrazioni ove verranno avviati i progetti dei siti in oggetto”. Del disciplinare tra Regione e Comune di Altamura ha inoltre tessuto le lodi l’assessora all’ambiente Triggiani: “una ‘best practice’ da diffondere e applicare al fine dell’attuazione della nostra strategia di salvaguardia e di tutela dell’ambiente, ma anche della salute dei cittadini”.

Le parole del sindaco

Il sindaco di Altamura, Vitantonio Petronella ha definito i lavori “un’opera complessa e, osiamo dire, colossale, poiché la discarica si estende per oltre 75mila metri quadri, ove sono stati insilati oltre un milione di tonnellate nei circa venti anni di esercizio”. I lavori di messa in sicurezza avranno una durata prevista di almeno cinque anni. “Effettuate tutte le verifiche sarà emesso, da parte della Regione Puglia, il provvedimento di chiusura definitiva dell’impianto. In seguito scatterà, così come previsto per legge, la cosiddetta post-gestione che avrà una durata di trent’anni, al fine di monitorare costantemente il controllo della situazione e quindi la fase di mineralizzazione-inertizzazione completa dei rifiuti presenti nella discarica. La sottoscrizione dell’accordo è un passaggio indispensabile per procedere realmente alla messa in sicurezza del sito e ripristino ambientale per giungere alla chiusura definitiva, al fine di garantire tranquillità all’intera popolazione”, ha spiegato il sindaco.

La chiusura della discarica di Altamura

La discarica di Altamura è stata gestita fino alla chiusura, nel 2007 (quando la Provincia di Bari ordinò la cessazione dei conferimenti di rifiuti), dalla società Tradeco della famiglia Columella. La Tradeco, dopo una storia d’impresa di circa 35 anni, venne dichiarata fallita dal tribunale di Bari nel 2018, successivamente all’accertamento della presenza di 70 milioni di debiti. L’impianto in contrada Le Lamie, che per vent’anni ha raccolto i rifiuti solidi urbani di molti comuni del barese (Altamura, Gravina di Puglia, Santeramo in Colle, Cassano delle Murge, Grumo Appula, Toritto, Poggiorsini), a dicembre 2019 è stato sottoposto a sequestro preventivo.

Agli amministratori della Tradeco succedutisi nel tempo sono stati contestati, in concorso, i reati di inquinamento ambientale, omessa bonifica, violazione delle norme in materia ambientale, attività di gestione di rifiuti non autorizzata, emissione in atmosfera di biogas proveniente dalla discarica, scarico sul suolo, senza autorizzazione, di acquee meteoriche, di dilavamento e prima pioggia rivenienti dalla discarica. Il sequestro era avvenuto a seguito dei campionamenti svolti da Arpa Puglia nel giugno 2019 che avevano rilevato la presenza in falda di sostanze (nitriti, ferro nichel e manganese) oltre i limiti previsti dalla legge.

I reati ambientali contestati

Tra i reati ambientali contestati anche le operazioni di mancata messa in sicurezza previste dal decreto legislativo 36 del 2003 (norma di derivazione comunitaria sulle discariche) che risultavano – e tuttora risultano – non completate. A seguito del sequestro, la Regione dichiarò che avrebbe destinato immediatamente un milione di euro per consentire al Comune di governare le operazioni di prevenzione e risanamento, in danno al proprietario verso cui ci si sarebbe dovuti rivalere per il recupero delle somme. Gli interventi concertati tra le parti a dicembre 2019 furono: “messa in sicurezza opere strutturali, estrazione e quantificazione del percolato, estrazione e gestione biogas, rinsaldatura del capping, rimozione rifiuti illeciti e quantificazione economica e progetto di chiusura della discarica”.

L’elenco delle 13 discariche individuate per lo stanziamento delle risorse

Le 13 discariche a cui andranno complessivamente i 75 milioni di euro di fondi pubblici sono le seguenti, in ordine di priorità (stabilito in base al “criterio di valutazione del rischio relativo associato agli impianti di discarica di rifiuti”):

  1. Discarica “Ex Francavilla Ambiente” contrada Feudo Inferiore – Francavilla Fontana BR
  2. Discarica “Ecoambiente” località Torre d’Agera – Bitonto BA
  3. Discarica “Enerambiente ex SMD” località Formica – Brindisi BR
  4. Discarica “ex Tradeco” località Le Lamie – Altamura BA
  5. Discarica “ex Daneco” contrada San Pietro Pago – Giovinazzo BA
  6. Discarica “ex Vergine” località Mennole – Taranto TA
  7. Discarica “ex S.I.A Bacino FG/4” contrada Forcone di Cafiero – lotti I, II, III, IV – Cerignola FG
  8. Discarica “ex Mandeco” contrada Li Cicci – Manduria TA
  9. Discarica “ex Lombardi” località Trappeto del Principe – Palo del Colle BA
  10. Discarica “ex Frisoli” contrada Passo breccioso – Foggia FG
  11. Discarica “ex Lombardi” contrada Martucci – lotto III – Conversano BA
  12. Discarica “ex S.I.A Bacino FG/4” contrada Forcone di Cafiero – lotto V – Cerignola FG
  13. Discarica “ex Agecos” contrada Passo Breccioso – Foggia FG

L’elenco dei 13 impianti di discarica di rifiuti solidi urbani è stato approvato il 16 settembre 2024 dalla Giunta della Regione Puglia con la deliberazione della Giunta regionale 1263/2024. Il provvedimento rientra nell’ambito dell’Azione 2.14 del Programma Regionale Puglia FESR 2021-2027 (Fondo europeo di sviluppo regionale), per l’esecuzione degli interventi volti alla chiusura delle discariche, ai sensi dell’articolo 12 del decreto legislativo 36/2003, previa attuazione di tutte le necessarie attività prodromiche e di gestione operativa.

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