La miniera di carbone di Bois du Cazier, in Belgio, è stata lo scenario della più grande catastrofe mineraria del Belgio. Oggi è sede di un centro museale dedicato alla storia dell’industrializzazione.
Simbolo della Rivoluzione Industriale e della manodopera che l’ha alimentata, la miniera di carbone di Bois du Cazier a Marcinelle (Comune di Charleroi), in Belgio, è oggi luogo della memoria e patrimonio mondiale dell’Unesco. Negli anni Cinquanta, la produzione della miniera raggiungeva le 171mila tonnellate di carbone all’anno e dava lavoro a 779 minatori: insieme alle acciaierie rappresentava la vera ricchezza di quel territorio e Charleroi era uno dei principali centri economici del Belgio. La miniera di Bois du Cazier passa però alla storia come lo scenario della più grande catastrofe mineraria della storia del Belgio: l’8 agosto 1956 un incendio si propaga all’interno dei tunnel e 262 minatori di differenti nazionalità perdono la vita. La miniera viene chiusa, definitivamente, nel 1967.
Spazi espositivi, atelier e percorso naturalistico: la riqualificazione di Bois du Cazier
Il sito di Bois du Cazier, oggi di proprietà della regione Vallonia, dal 2002 è un centro museale. Grazie a un progetto di riqualificazione finanziato dai fondi europei, l’ex miniera ospita oggi il Museo dell’Industria, che rievoca la storia sociale ed economica del bacino della Sambre – et Meuse; l’Espace 8 agosto 1956, che è dedicato alla sicurezza sul lavoro e ai fenomeni migratori oltre a un atelier dove partecipare a dimostrazioni e corsi di forgiatura, fonderia e soffiatura del vetro. L’ex miniera è circondata da uno spazio verde di 25 ettari e da tre terril, colline artificiali create dall’accumulo dei residui degli scavi minerari, che sono stati piantumati con betulle, tigli, querce, aceri e frassini. Il cumulo più alto è diventato un osservatorio paesaggistico a 250 metri di altezza, raggiungibile attraverso una passerella aerea che si affaccia su Rue de la Gare. All’interno del parco si snoda un percorso pedonale di 3 Km, che offre ai turisti la possibilità di andare alla scoperta del sito e della sua storia.
Charleroi, la Detroit europea
Il tragitto lungo il corso della Sambre che attraversa Charleroi, offre una straordinaria carrellata delle industrie che hanno fatto la ricchezza della città: le gru della Industeel, la mole rugginosa della Carsid, l’ingresso imponente della Thy – Marcinelle fanno da sfondo alla street art di graffitari e artisti internazionali. Negli anni Settanta la crisi dell’industria mineraria e siderurgica ha portato anni di lungo, inarrestabile declino, con fabbriche dismesse e palazzi in rovina. Ancora oggi a Charleroi il tasso di disoccupazione è del 21,04% (Perspective de développement urbain, Ville de Charleroi 2020), contro una media nazionale del 5,8% (Eurostat 2020). Ad aprile 2020 il ministero dell’Economia ha avviato la riconversione di alcuni grandi siti dismessi, tra cui quello Carsid di Charleroi, una grande acciaieria che aveva interrotto la produzione nel 2008. Lo studio di architettura Paola Viganò and Sweco, che si occuperà del progetto, entro la fine del 2021 presenterà una proposta di riqualificazione dell’area, che integri criteri di compatibilità ambientale, sviluppo economico, attrattività territoriale e progettazione partecipata. Un piano che contenga, insomma, un’idea di futuro e sviluppo del territorio da cui ripartire.