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Italia, si riducono le emissioni di gas serra

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Ispra fa il punto sullo stato dell’ambiente in Italia: riduzione delle emissioni e aumento delle aree protette, ma anche ritardo sul rischio idrogeologico e passi avanti da fare nella transizione verso l’economia circolare.

Gravi inondazioni e ondate anomale di caldo rovente sono stati solo alcuni degli eventi estremi collegati al surriscaldamento globale e alla continua crescita delle concentrazioni di gas serra nell’atmosfera. Gli ultimi sette anni sono stati i più caldi mai registrati sulla Terra e senza un’urgente inversione di rotta andremo incontro a conseguenze gravissime per la nostra vita e per molte attività economiche. Non sorprende dunque che la transizione ecologica rappresenti uno dei pilastri fondamentali del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Quest’ultimo si inserisce all’interno del programma Next Generation EU, il pacchetto da 750 miliardi di euro lanciato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica che prevede interventi e investimenti che spaziano dalle energie rinnovabili all’efficienza energetica, dall’idrogeno all’economia circolare, fino alla mobilità sostenibile. Con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 e raggiungere la decarbonizzazione entro il 2050, così come stabilito dal Green Deal europeo.

Il decennio più caldo di sempre

Nel dossier “Transizione ecologica aperta. Dove va l’ambiente italiano?” l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) fa il punto sulla condizione attuale dell’ambiente nel nostro Paese e sull’andamento degli ultimi anni. Tra le buone notizie, le emissioni di gas serra prodotte dall’Italia si sono ridotte del 19% rispetto al 1990 e, contemporaneamente, è aumentata la quantità di anidride carbonica assorbita dalle foreste e dai suoli, contribuendo alla mitigazione dei cambiamenti climatici. La riduzione delle emissioni è stata resa possibile grazie alle azioni messe in campo dall’industria manifatturiera e dalle industrie energetiche; mentre sono necessari maggiori passi avanti sul fronte dei trasporti e degli edifici. Molti problemi restano aperti in alcune aree metropolitane, soprattutto nella Pianura Padana dove l’orografia e le condizioni meteo non favoriscono la dispersione degli inquinanti. Cementificazione, scarsità di aree verdi, utilizzo dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento degli edifici hanno portato un aumento delle temperature nei centri cittadini di 4 – 5°C in più rispetto alle aree periferiche. Il 2020 ha chiuso il decennio più caldo di sempre, con anomalie medie annuali comprese tra +0,9 e +1,7°C. Anche la temperatura dei mari italiani, negli ultimi 20 anni, è stata superiore alla media.

In aumento boschi e aree protette

Il 37% della superficie nazionale è ricoperta da boschi. Dal secondo dopoguerra a oggi, le foreste italiane sono aumentate costantemente, passando dagli oltre 5 milioni di ettari iniziali a 11 milioni di ettari. Inoltre, dagli anni Settanta a oggi, le aree protette sono molto aumentate per numero ed estensione: la superficie protetta a terra raggiunge il 20% di quella nazionale, mentre quella marina copre oltre il 19% delle aree di mare a giurisdizione italiana. L’Ispra sottolinea il buono stato ecologico dei fiumi italiani. Resta invece critica la situazione sul fronte del Mediterraneo, messo a dura prova da rifiuti e plastica.

In ritardo sul rischio idrogeologico

Ispra lancia l’allarme sul rischio idrogeologico in cui versa il Paese. Negli ultimi 20 anni, i danni per gli eventi idrogeologici, stimati in oltre un miliardo di euro l’anno, sono stati di gran lunga superiori agli investimenti per gli interventi di mitigazione del rischio frane e alluvioni. E passi in avanti sono necessari anche sul fronte della transizione verso un’economia circolare, ovvero un sistema secondo cui i prodotti giunti a fine vita non debbano più finire in discarica, ma siano reimmessi nel ciclo dei consumi attraverso il riciclo o il riutilizzo. Anche se negli ultimi 20 anni sono stati fatti significativi progressi in tal senso. Ad esempio, conclude il report, la percentuale di raccolta differenziata è triplicata, mentre il conferimento in discarica è passato da circa il 70 al 21%. Così come dal 2006, anno di picco, i consumi di metalli, cemento, legna, pietra, combustibili da parte della nostra economia si è quasi dimezzato.

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