Una recente ricerca dalla European Public Health Alliance quantifica in 180 euro a famiglia le spese sanitarie per l’inquinamento indoor in Italia.
Ci immaginiamo al sicuro tra le mura domestiche, ma le cose non stanno esattamente così: nelle nostre case si annida l’inquinamento indoor, che danneggia la salute nostra e quella dei nostri cari e che ci costa, secondo recenti stime, 180 euro a famiglia. Ma cos’è esattamente l’inquinamento indoor e perché dobbiamo guardarcene?
Inquinamento indoor, che cos’è e perché è pericoloso
Secondo il Ministero della Salute l’inquinamento indoor è “la modificazione della normale composizione o stato fisico dell’aria atmosferica interna, dovuta alla presenza nella stessa di una o più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da alterare le normali condizioni ambientali e di salubrità dell’aria stessa e tali da costituire un pericolo ovvero un pregiudizio diretto o indiretto per la salute dell’uomo”. Rispetto ad uno stato salubre dell’aria, dunque, l’inquinamento indoor rappresenta un’alterazione pericolosa per l’uomo. L’attenzione a questa forma di contaminazione è piuttosto recente rispetto a quella dedicata alla qualità dell’aria in spazi esterni. “Solo negli anni più recenti – leggiamo ancora sul sito del Ministero – è emersa l’esigenza di approfondire le conoscenze sull’inquinamento indoor, soprattutto di fronte all’aumento di evidenze scientifiche allarmanti sugli effetti sanitari legati a questo fenomeno”. È nel 2000, infatti, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità con il documento “The right to healthy indoor air” ha riconosciuto una salutare aria indoor come un diritto umano fondamentale. L’inquinamento indoor riguarda ambienti di vita (abitazioni ma anche ospedali, scuole, uffici pubblici), di lavoro (non industriali), di svago (cinema, bar, ristoranti) e i mezzi di trasporto pubblici e privati. Sono ambienti in cui passiamo gran parte del nostro tempo: circa il 90% secondo l’Agenzia statunitense per l’ambiente. E riguarda tutti noi, soprattutto i gruppi più suscettibili, quali bambini, anziani, malati cronici. Le conseguenze dell’inquinamento indoor sulla salute possono essere diverse, a seconda della fonte. L’esposizione ad alcuni inquinanti può essere responsabile della comparsa di specifiche patologie o dell’aggravamento di patologie preesistenti. Numerosi inquinanti indoor, in primo luogo il fumo passivo e i prodotti della combustione, contribuiscono all’aumento di incidenza o all’aggravamento di malattie respiratorie croniche, malattie cardiovascolari, allergie. In alcuni casi tumori. Questi effetti possono essere causati, data la lunga permanenza negli ambienti chiusi, anche da piccole concentrazioni di inquinanti. Il problema, inoltre, non sono le singole sostanze, ma il cosiddetto effetto cocktail.
Quali sono gli inquinati più comuni?
Tra le fonti più comuni di inquinamento indoor, precisa Ispra, troviamo “il fumo di tabacco, i processi di combustione (per cucinare o riscaldarsi), i prodotti per la pulizia e la manutenzione della casa, gli antiparassitari, l’uso di colle, adesivi, solventi, l’utilizzo di strumenti di lavoro quali stampanti, plotter e fotocopiatrici, prodotti per l’hobbistica (es. colle e vernici). Anche le emissioni di materiali utilizzati per le costruzioni (es. isolamenti contenenti amianto) e l’arredamento (es. mobili fabbricati con legno truciolato, con compensato o con pannelli di fibre di legno di media densità, oppure trattati con antiparassitari, ma anche moquette e rivestimenti) possono contribuire alla miscela di inquinanti presenti”. Delle migliaia di composti chimici impiegati in particolare nelle costruzioni (dagli antifiamma alle colle), solo una piccola percentuale, osserva il Ministero, può vantare esami tossicologici che ne hanno misurato il rischio per la salute. Oltre ai contaminanti di natura chimica, Ispra ricorda anche i contaminanti biologici: batteri, virus, muffe, acari. E poi ci sono gli agenti fisici responsabili della cattiva qualità degli ambienti indoor: campi elettromagnetici, rumore, radon.
Inquinamento indoor: i rimedi
Ecco alcuni pratici rimedi ad attuare in casa o in ufficio:
- Ventilazione: aprire le finestre o utilizzare un sistema di ventilazione meccanico per ricambiare l’aria.
- Pulizia regolare: pulire regolarmente le superfici e i tessuti per ridurre la quantità di polveri e acari.
- Prodotti per la pulizia ecologici: scegliere prodotti per la pulizia privi di sostanze chimiche nocive.
- Uso di piante: piante come la spider plant e il peace lily oltre ad essere ornamentali e rendere l’ambiente più accogliente, possono purificare l’aria.
- Eliminazione di fonti di inquinamento: per quanto possibile sarebbe da evitare l’utilizzo di candele, incensi, sigarette e prodotti spray in generale.
- Umidificatore: mantenere l’umidità dell’aria a un livello ottimale con l’uso di un umidificatore che potrebbe essere arricchito con oli essenziali per diffondere un radevole aroma nell’ambiente.
- Filtri per l’aria: installare negli uffici filtri per l’aria di buona qualità nei sistemi di riscaldamento, ventilazione e aria condizionata.
- Materiali ecologici: scegliere materiali ecologici per la costruzione e l’arredamento, come legno e tessuti naturali.
L’inquinamento indoor ci costa 180 euro a famiglia
“Un recente studio dello European Public Health Alliance (EPHA) ha cercato di stimare il danno legato all’inquinamento dell’aria indoor – spiega Maria Grazia Petronio, responsabile del Consiglio nazionale delle Regioni di Isde Medici per l’Ambiente – Tutto ciò costa a ogni famiglia italiana 180 euro all’anno di spesa sanitaria”. Se allarghiamo lo sguardo all’intera Unione a 27 e includiamo anche il Regno Unito, i costi annuali ammontano a 29 miliardi di euro, lo 0,2% del Pil. La maggior parte dei quali si riferisce alle emissioni dirette dentro l’abitazione. “Per esempio – aggiunge Petronio – i bambini che vivono in casa con una stufa a gas hanno un 42% di possibilità in più di avere l’asma”.