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Inquinamento dei laghi italiani, la situazione è preoccupante

Inquinamento dei laghi: un lago alpino
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Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’inquinamento dei laghi si sviluppa in maniera differente rispetto a quello dei fiumi. Un bacino idrico circoscritto e circondato da terra, infatti, difficilmente si inquinerà improvvisamente. Se avvenisse, significherebbe che è avvenuta una contaminazione in loco. Qualora così non fosse, il fenomeno sarebbe graduale e più diluito nel tempo. Similmente, le conseguenze dell’inquinamento lacustre saranno avvertite più in ritardo nel tempo, rispetto a quelle di una contaminazione fluviale.

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Il ricambio d’acqua nei laghi

Se prendiamo in considerazione un lago e lo paragoniamo a bacini idrici come quelli marini o fluviali, notiamo immediatamente la staticità dello specchio acqueo. Il minore ricambio del fluido, lento e contenuto, e il suo stato relativamente tranquillo determinano una tendenza ad accumulare ogni tipo di inquinante. Naturalmente ciò, a lungo andare, comporta un peggioramento della qualità delle acque.

All’interno di un lago, così come è lento il manifestarsi dell’inquinamento, altrettanto lenta è ogni eventuale opera di risanamento. Il ricambio idrico richiede infatti un lungo periodo di tempo. Il flusso limitato delle acque determina il ridotto rifornimento di ossigeno. Quando parliamo di contaminazioni lacustri, nel nostro Paese, ci riferiamo generalmente all’azione di sostanze nocive come: pesticidi, nutrienti in eccesso, petrolio, piombo, mercurio, selenio, DDT, PCB e isotopi radioattivi. Nei laghi possono entrare anche sostanze tossiche presenti nell’atmosfera. Erosione e acque di ruscellamento riversano all’interno del lago elementi estranei a questa biosfera e ciò, a lungo andare, conduce all’eutrofizzazione.

Inquinamento dei laghi: un corso d'acqua inquinato
L’inquinamento dei laghi si deve spesso agli immissari, che trasportano sostanze nocive fino al corpo idrico.

Inquinamento dei laghi italiani, cosa dicono i dati

L’analisi delle acque prelevate dai laghi italiani (ma anche dai mari) si deve a Legambiente. I campioni sono stati monitorati in 18 regioni italiane, al termine della scorsa estate. Le campagne di riferimento sono Goletta Verde 2023 e Goletta Verde Laghi 2023, condotte da oltre 200 volontari dislocati lungo le coste marine, presso canali e foci dei fiumi oppure in prossimità degli sbocchi fluviali in mari e laghi. Ebbene, il 32% dei campioni di acque – marine e lacustri come si anticipava – prelevati, presenta limiti inquinanti oltre la legge.

Il report Legambiente evidenzia un preoccupante stato di salute per il mare italiano, segnalando un punto oltre i limiti di legge ogni 78 km di costa. Per quanto riguarda i rilievi costieri, su 262 punti campionati da Goletta Verde, il 36% è oltre i limiti di legge. All’interno di questa percentuale, il 30% è stato giudicato fortemente inquinato, mentre il 6% ha ricevuto un giudizio di inquinato. In particolare, il 49% dei prelievi è avvenuto alle foci e il 51% a mare. Anche i laghi se la passano piuttosto male.

Le rilevazioni sull’inquinamento dei laghi

Per quanto riguarda i nostri laghi, anche in questo caso sono stati rilevati dati piuttosto negativi. Goletta dei laghi si è concentrata su questi specchi d’acqua e ha portato avanti la sua analisi su 125 punti, selezionati in maniera accurata. Di questi, 29 hanno restituito valori oltre i limiti di legge. Il processo di raccolta campioni è stato piuttosto simile a quello portato avanti da Goletta Verde. 60 campionamenti sui 125 totali hanno riguardato le foci di canali e corsi d’acqua che si tuffano in un lago. Si tratta del 48% del totale. Il restante 52% proviene, invece, direttamente da un prelievo effettuato nello specchio d’acqua.

La situazione si è confermata peggiore laddove il ricambio idrico è maggiore. Per quanto riguarda fiumi e canali, infatti, il dato riporta una condizione di inquinamento per il 33% delle posizioni esaminate. Se ci concentriamo sui campioni lacustri, estratti direttamente dallo specchio d’acqua circoscritto, il dato si abbassa. In questo caso, il livello preoccupante di inquinanti riguarda soltanto – si fa per dire – il 14% dei punti esaminati.

Timidi miglioramenti al Nord

La situazione resta dunque complessivamente poco positiva. Ciononostante, è possibile intravedere alcuni miglioramenti, specie al Nord, a cavallo tra Piemonte e Valle d’Aosta. Come spesso accade, tra un anno e l’altro numerosi laghi (e fiumi) cambiano status, migliorandolo o peggiorandolo di una fascia. È successo anche quest’anno. Nel Nord-Ovest, però, troviamo alcuni miglioramenti. Nulla di sostanziale, ma si tratta di un buon segnale. La notizia l’ha data Elisa Scocchera, volontaria Legambiente e portavoce delle iniziative di Goletta dei Laghi:

“I risultati dei monitoraggi effettuati sui laghi d’Orta e Maggiore indicano un miglioramento generale rispetto agli anni precedenti. Nel lago d’Orta, la situazione sembra migliorare con meno punti inquinati e concentrazioni di inquinanti più basse. Sul lago Maggiore, sebbene persistano alcune criticità, si registra una leggera miglioria rispetto all’anno scorso, con un minor numero di punti fortemente inquinati. E’ necessario continuare gli sforzi per garantire una gestione ottimale delle acque e la tutela degli ecosistemi lacustri.”

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Mattia Mezzetti

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