L’indice del clima è una speciale classifica, compilata annualmente dalla testata Il Sole 24 Ore. Essa si pone l’obiettivo di fotografare, puntualmente e con precisione, il benessere climatico nelle 107 città italiane capoluogo di provincia. Gli indicatori in base ai quali viene stilata la classifica delle migliori province ove vivere sono 10 e fotografano la situazione dell’ultimo decennio. L’indice si sviluppa a partire dalle rilevazioni di 3B Meteo, i cui meteorologi forniscono e rielaborano i valori riscontrati.
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Indice dei contenuti
La metodologia dell’indice del clima
Peculiarità e difficoltà di misurazione
Quanto è importante l’indice del clima
La metodologia dell’indice del clima
La classifica finale è figlia dell’incrocio della media dei punteggi ottenuti dalle diverse città nei 10 diversi indicatori climatici presi in considerazione. Per elaborare l’indice del clima si tengono in considerazione soleggiamento; calore percepito; ondate di caldo; eventi estremi; brezza estiva; umidità relativa; raffiche di vento; piogge; nebbia e giorni freddi. Combinando assieme tutti questi aspetti, e incrociandoli tra loro, si ottiene il punteggio secondo il quale sarà poi stilato l’elenco definitivo, in base al quale si proclama la provincia italiana dove si vive meglio dal punto di vista climatico.
Per ognuno dei 10 parametri si calcola il valore medio giornaliero. A partire dallo storico di questo indicatore si ricavano quello annuale e decennale. Le fasce di rilevazione sono esaorarie e le prime misurazioni del Sole e di 3B Meteo risalgono al 2008. La città con il valore migliore in ogni parametro riceve 1000 punti relativamente a quell’indicatore; quelle che la seguono vengono premiate di conseguenza, secondo valori più o meno alti in base alla loro distanza dal dato riscontrato nel nucleo urbano più virtuoso. Chi chiude ultimo viene penalizzato ricevendo 0 punti. A seconda del parametro preso in considerazione, i 1000 punti si assegnano al valore più positivo o quello più negativo.
Nel caso di dati riferiti a più centri urbani si tiene in considerazione la media delle due o più città che formano assieme la provincia. È il caso di nuclei come Pesaro e Urbino, Forlì e Cesena, Massa e Carrara o Barletta – Andria – Trani.
Peculiarità e difficoltà di misurazione
Data la geografia e la morfologia della nostra penisola, occorre prendere alcuni accorgimenti in fase di misurazione. Durante le prolungate ondate di calore, sempre più frequenti in estate, il valore viene riconfermato di 3 giorni in 3 giorni. Ciò significa che se l’ondata occupasse un periodo di 30 giorni, a cavallo tra luglio e agosto, conteremmo 10 ondate di calore ai fini statistici dell’indice del clima.
L’umidità relativa si ottiene raffrontando il valore medio giornaliero con quello dei giorni non umidi, caratterizzati da un certo comfort climatico. La temperatura percepita è un valore che tiene in considerazione termometro, forza del vento e percentuale di umidità. Per tutte le province situate in quota, a un’altezza di almeno 350 metri sopra il livello del mare, c’è da tenere in considerazione un possibile margine d’errore. Al fine di limitarlo si applica una riduzione del 20% su ogni parametro, onde evitare di sovrastimare i dati. In tal maniera, si riesce a livellare il terreno di gioco.
Quanto è importante l’indice del clima
Il clima influenza fortemente la qualità della vita di chiunque risieda su un certo territorio. Esso può agevolare le nostre giornate oppure rendercele più pesanti e meno salutari. Secondo l’indice ci sono pochi dubbi: in Italia, si vive meglio vicino alla costa. Tendenzialmente, Sud e isole battono il Centro e il Nord, per via del loro clima, ma la città che primeggia è collocata altrove: si tratta di Imperia, nel ponente ligure. Non a caso, molti lombardi e piemontesi si ritirano da queste parti ogni volta che possono.
Catania, Bari, Barletta, Crotone, Cosenza, Siracusa… tutte e 6 queste città sono nella top ten delle province italiane dove si vive meglio. Il perché lo spiega Daniele Olivetti, meteorologo per 3B:
“A fare la differenza è il clima marino. Quello continentale penalizza, sia d’inverno che d’estate, le città della Pianura padana, quasi tutte in coda alla classifica. I risultati riflettono quanto sia complessa l’orografia del Paese. La conformazione del nostro territorio: monti, valli e fiumi è un aspetto unico in Europa, a cui sono legate molte delle difficoltà previsionali che riscontriamo ogni giorno nel nostro lavoro.”
“Le brezze marine tengono più contenute le temperature anche se, di contro, portano più umidità.” Precisa lo scienziato, motivando per quale motivo sia possibile trovare differenze severe anche tra province che distano una manciata di chilometri l’una dall’altra. Viviamo in un Paese tanto unico quanto complesso, come testimonia anche il clima. Il fatto di considerare cicli di 10 anni impedisce al singolo episodio di influire sulla classifica e contribuisce a mantenere quanto più neutrale e attendibile possibile l’indice del clima del Sole 24 Ore.
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