La Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ha analizzato trend ed evoluzioni dei mercati delle materie prime seconde: l’Italia è uno dei Paesi con le migliori performance nel riciclo dell’Unione europea.
Con il finire del 2023 la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ha tracciato lo stato di salute del riciclo in Italia; settore collocato ormai all’interno di un mercato maturo e globale, come si può leggere nelle pagine del Rapporto “Il Riciclo in Italia”. I prezzi nei rispettivi mercati di riferimento delle materie prime seconde condizionano pesantemente gli equilibri economici delle imprese, costrette a misurarsi in un clima di profonda instabilità politica ed economica, che non facilita investimenti e prospettive future. Nonostante questo scenario, l’Italia anche nel 2022 si conferma uno dei Paesi dell’Unione europea che registra le migliori performance nel settore del riciclo, raggiungendo nel 2020 il 72%, contro una media europea del 53%, con punte di eccellenza negli imballaggi. Primato tutt’altro che secondario e sicuramente un buon auspicio per il nuovo anno in arrivo.
I mercati delle materie prime seconde in Europa
Secondo il Rapporto “Investigating europes secondary raw material” pubblicato lo scorso gennaio dall’Agenzia Europea dell’Ambiente, i mercati delle materie prime seconde sono fondamentali per la creazione di un’economia circolare. Ebbene, degli otto mercati europei analizzati dall’Agenzia Europea dell’Ambiente solo tre funzionano correttamente: alluminio; carta e vetro. Mentre altri cinque – legno, plastica, rifiuti organici, rifiuti da costruzione e demolizione e tessili – non sono ben funzionanti. Le ragioni principali:
- la loro dimensione ridotta;
- la debolezza della domanda (anche in presenza di un aumento dell’offerta);
- inadeguate specifiche tecniche.
Ragione per cui, spiega il Rapporto della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, nel 2021 le esportazioni di rottami riciclabili e altre materie prime seconde dall’Unione europea verso Paesi extra-Ue sono state pari a 38 Mt. Le esportazioni di metalli ferrosi (ferro, acciaio, ecc.) sono state pari a 19,5 Mt, oltre la metà delle materie prime seconde complessivamente esportate.
Il riciclo di carta, plastiche e vetro in Italia
Per quanto riguarda l’Italia, secondo la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile nel 2022 la produzione di carta da macero in Italia (pari a quasi 7 Mt) ha registrato un calo del 6% rispetto all’anno precedente, soprattutto a causa dell’aumento dei costi dell’energia e alle problematiche geopolitiche. Flessione che non ha comunque frenato le esportazioni, dato che è andata all’estero circa 1,5 Mt di carta da riciclare (quasi un 10% in più rispetto al 2021). L’Asia resta il principale mercato di sbocco con il 55% del totale.
Riguardo ai materiali plastici, nel 2022 il mercato del riciclo meccanico ha subito una leggera flessione, a causa dei rincari energetici, della concorrenza agguerrita dei materiali vergini e delle importazioni di polimeri a prezzi convenienti dai Paesi asiatici. Se le raccolte differenziate sono in costante miglioramento, determinando una buona offerta di materiali riciclati, è soprattutto il lato della domanda di polimeri riciclati il vero tasto dolente. La crescita significativa dei prezzi di vendita dei materiali riciclati ha infatti spinto molti settori a dover ricorrere ai polimeri vergini per non rischiare di uscire dal mercato. E ciò vale soprattutto per i polimeri riciclati a minor valore aggiunto, i cui mercati finali sarebbero comunque insufficienti ad assorbire le quantità prodotte.
Nel campo del vetro, la produzione di bottiglie e vasi nel 2022 è aumentata, per rispondere ai bisogni di sicurezza e sostenibilità ambientale richiesti dai consumatori, ma ilprezzo dei rottami di vetro è aumentato tanto da spingere molte vetrerie al ritorno alle materie prime vergini. Una discrasia che andrebbe risolta, agendo soprattutto sul lato della domanda di vetro riciclato. Complessivamente, la quantità di vetro riciclato impiegato nell’omonima industria è stata di 3,5 Mt, oltre il 60% della quantità di vetro prodotto.
Il riciclo di alluminio e rottami ferrosi, legno e rifiuti organici
In Italia, sia per l’alluminio che per il rame, dipendiamo quasi totalmente dall’estero e si produce unicamente alluminio secondario da riciclo. Nel 2022 l’Italia si è confermata primo produttore europeo di acciaio da forno elettrico (con l’85% dell’acciaio da rottame), contribuendo per oltre il 30% alla produzione elettrosiderurgica dell’Unione europea. Peraltro, a causa della forte dipendenza dell’industria manifatturiera italiana dall’importazione dei metalli, il miglioramento della raccolta di questa frazione diviene sempre più strategico per la nostra economia.
Per il legno, recupero energetico e riciclo sono in forte competizione: nel 2020 delle 50 Mt di rifiuti in legno generate nell’Unione europea, 20 Mt sono state avviate a riciclo, il resto è stato incenerito. In Italia, il 97% del materiale legnoso riciclato viene trasformato in pannelli truciolari utilizzati dall’industria del mobile e dei complementi d’arredo. Oggi, i produttori di pannello fanno ricorso principalmente al legno proveniente dalla filiera del recupero post-consumo.
Rispetto ai rifiuti organici, nel 2021 sono state prodotte oltre 2 Mt di compost dalla trasformazione dei rifiuti a matrice organica trattati dagli impianti di compostaggio e dagli impianti integrati di digestione anaerobica. L’integrazione del compostaggio con il processo di digestione anaerobica ha reso inoltre possibile ottenere oltre 400 milioni di m3 di biogas, in parte utilizzato per la produzione di energia elettrica (circa 440 GWh) e termica (oltre 120 GWh), in parte destinato alla produzione di biometano, che ha raggiunto i 136 milioni di m3.
Per il tessile e gli aggregati riciclati il mercato del riciclo è ancora da costruire
Rispetto al settore del tessile, l’analisi realizzata dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile evidenzia come l’unico segmento che finora ha funzionato sia stato quello del riuso, anche grazie alle cooperative sociali, generando un mercato del second hand molto attivo, mentre il riciclo dei rifiuti tessili è ancora tutto da costruire.
Rispetto agli aggregati riciclati prodotti dai rifiuti da costruzione e demolizione (C&D), gli esperti della Fondazione tracciano suggerimenti di policy, guardando, per esempio, ai Criteri Ambientali Minimi da impiegare nelle gare pubbliche, per incentivarne l’impiego; oppure migliorando la prestazione dei materiali grazie a nuovi impianti; insieme a una più snella applicazione dei criteri di end of waste, che consentano una classificazione come materie prime seconde e non più come rifiuti.