Nel 2021 sono state prodotte tra gli 1,2 e 1,4 milioni di tonnellate di plastica riciclata, per un fatturato di quasi un miliardo di euro. Il comparto del riciclo della plastica in Italia è formato da 350 imprese che si concentrano soprattutto nel Nord Italia. Tutti i numeri della filiera nazionale in un report di Assorimap, l’associazione dei riciclatori.
Trecentocinquanta imprese, un milione e quattrocentomila tonnellate di materia prima seconda, un miliardo di fatturato. Eccola, in estrema sintesi, la carta d’identità della filiera italiana del riciclo meccanico della plastica, o meglio, delle plastiche contenuta nel “Report sul riciclo meccanico delle materie plastiche” (dati 2021) realizzato per Assorimap (Associazione nazionale riciclatori e rigeneratori di materie plastiche) da Plastic Consult.
Riciclo della plastica: da dove arriva la materia utilizzata nella filiera
Quali sono le fonti di approvvigionamento della filiera? Da dove arrivano gli scarti che vengono poi portati a nuova vita? Possiamo distinguere due flussi principali: gli scarti delle lavorazioni industriali (pre-consumo), e i rifiuti post-consumo. Il 70% dei materiali in ingresso negli impianti sono imballaggi consumer, quelli che provengono dalla raccolta dei rifiuti urbani: bottiglie, flaconi, film, vaschette, vasetti, ecc. Il 20% sono imballaggi industriali, che arrivano dalla raccolta presso il canale commercio e industria: ad esempio taniche, fusti, imballaggi di trasporto e protezione, ecc. Ci sono poi i flussi in arrivo dal settore edilizia, costruzioni e infrastrutture (tubi e raccordi, rivestimento di cavi, pannelli isolanti, finestre, componenti elettrici); quelli dell’agricoltura (film per serre, pacciamature, tubi dei sistemi di irrigazione, cassoni di raccolta), degli elettrodomestici (scocche, pulsanti, cestelli, tubi, cavi), dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, dell’automotive (scocche di batterie per autotrazione, plance, paraurti, scocche di fanali, tubi), e poi ancora cassoni per logistica e movimentazione industriale, contenitori per raccolta dei rifiuti, articoli casalinghi.
Riciclo della plastica: dove sono gli impianti in Italia
Il comparto del riciclo della plastica – secondo i numeri forniti da Assorimap e Plastic Consult – è fatto di 350 imprese che coprono raccolta e stoccaggio (escluse le società di raccolta rifiuti urbani), selezione, macinazione, riciclo meccanico, compound (produzione di granulato pronto per la trasformazione) e trasformazione. L’osservatorio Assorimap analizza il segmento dei rifiuti plastici post-consumo (non prende in considerazione, dunque, gli scarti industriali), limitatamente ai soli riciclati forniti sotto forma di granuli. Con questo perimetro il numero di aziende si riduce a 75, con 80 impianti dislocati sul territorio nazionale. “Come da vocazione industriale complessiva – leggiamo nello studio – le aree del Nord Ovest e del Nord Est concentrano la maggior parte degli impianti di riciclo meccanico, circa il 70% in aggregato”. Nel Nord Ovest, infatti, si concentra oltre il 40% degli impianti (con la Lombardia che spicca sul resto delle regioni). Segue il Nord Est con poco più del 25%, Sud e Isole con il 20%, chiude il Centro Italia con il 10%. La maggior parte di queste imprese produce granuli a base di film di polietilene (PE, in sigla). Seguono i riciclatori di polipropilene (PP).
Quanta plastica riciclata è stata prodotta nel 2021 e come viene utilizzata
La materia prima seconda prodotta dalla filiera analizzata dal report di Assorimap ha raggiunto l’anno scorso le 800mila tonnellate, con un aumento del 17% rispetto al 2020 dovuto, soprattutto, alla ripartenza dopo il lockdown. Per il 50% si tratta di polietileni, cui segue, con un quarto del totale, il PET. Se andiamo oltre il perimetro fissato nel rapporto Assorimap, nel 2021 la plastica riciclata prodotta raggiunge una cifra stimata tra gli 1,2 e gli 1,4 milioni di tonnellate. Come viene utilizzata tutta questa plastica riciclata? Soprattutto per farne imballaggi (poco meno del 40%), ma anche sacchi per la raccolta dei rifiuti e tubi, sia per l’edilizia che per l’agricoltura. Infine, articoli casalinghi e per il giardinaggio, come vasi e sottovasi. La produzione di riciclati nel 2021 ha prodotto un fatturato di poco inferiore al miliardo di euro. Se volessimo attribuire una quota per tipo di polimero, a fatturare di più sono il PE flessibile (R-PE film) con poco meno del 40% del totale, il PET e il PE rigido (R-HDPE), entrambi intorno al 20%.