Il Tavolo politico indetto dal MITE segna l’inizio di un percorso per riconsegnare i terreni alla collettività. Entro il 31 dicembre 2022 l’assegnazione degli appalti.
Un territorio di oltre 116 ettari che da 23 anni aspetta di essere risanato. È il Sito di interesse nazionale di Massa Carrara, dove solo il 10% dei terreni contaminati e il 5% delle acque di falda sono stati bonificati. Adesso che il progetto definitivo di bonifica approntato da Sogesid, società in house del Ministero della Transizione ecologica, è stato depositato sul tavolo della Regione Toscana ed è pronto per essere inviato al Ministero per l’approvazione, c’è però una scadenza non più rinviabile. Entro il 31 dicembre 2022 i lavori per realizzare gli interventi di bonifica devono essere appaltati, pena la perdita di 22,5 milioni di euro del Fondo per lo sviluppo e la coesione, stanziati dal 2018 per la messa in sicurezza della falda acquifera.
Il primo Tavolo politico
Il 22 novembre si è svolto il primo tavolo politico sul Sin di Massa Carrara, voluto dal Ministero della Transizione ecologica e dal sottosegretario con delega alle bonifiche Ilaria Fontana con l’obiettivo di monitorare lo stato di attuazione degli interventi di bonifica. L’incontro, che ha riunito tutti i rappresentanti degli enti locali, non sarà occasionale. Diventerà un momento di coordinamento permanente e il prossimo appuntamento è stato calendarizzato per il mese di gennaio. Secondo il sottosegretario Fontana è l’inizio del percorso per riconsegnare i terreni alla collettività. L’area del SIN di Massa Carrara è fortemente inquinata a causa della lunga storia industriale, segnata da produzioni di composti chimici, pesticidi, fitofarmaci. Arpat ha rilevato la presenza di contaminanti anche all’interno di aree residenziali, dato che i terreni venivano utilizzati per il riempimento di quote depresse, e in porzioni di suolo per le quali risultava già avvenuta la bonifica. L’impegno assunto dal Ministero è stato quello di varare in tempi celeri il Decreto per dare il via ai lavori e stabilire le linee guida per la reindustrializzazione dell’area. L’assessore all’Ambiente della Regione Toscana Monia Monni ha spiegato che la bonifica consisterà nella realizzazione di barriere di contenimento degli inquinanti a protezione della falda acquifera nelle aree dove sono state individuate da Sogesid le sorgenti di contaminazione. Inoltre, le acque emunte dalla falda saranno convogliate ad un impianto di trattamento per essere filtrate dai contaminanti e convogliate nel fosso Lavello. Per questi interventi i fondi già stanziati non basteranno: serviranno altri 5,7 milioni di euro. Gli interventi di bonifica sono già in corso su alcune aree. “Oggi abbiano preso l’impegno di dare continuità a questo percorso – ha concluso l’assessore Monni – Il tavolo politico è già stato riconvocato per gennaio e passo passo valuteremo lo stato di avanzamento della situazione. Questa è un’operazione che ha valore non solo ambientale ma anche di giustizia sociale, perché restituiremo una vasta area ai cittadini”.