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Il futuro della raccolta differenziata dei rifiuti è già qui

Il futuro della raccolta differenziata dei rifiuti è già qui
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Presentato a Milano il nuovo modello di gestione intelligente dei rifiuti, dove la tecnologia informatica e l’Intelligenza Artificiale (IA) renderanno la vita più semplice ai cittadini, garantendo maggiore efficienza alla governance complessiva della raccolta differenziata

Un salto nel futuro della raccolta differenziata: è di questo e altro che si è discusso lo scorso 2 ottobre a Milano, nel corso di un evento con un titolo che è già tutto un programma: Waste Reloaded. L’obiettivo è stato di promuovere, appunto, un aggiornamento del settore, che – analogamente ai browser – punta a superare i limiti e le inefficienze dell’attuale “versione” di gestione dei rifiuti urbani, evolvendo la filiera grazie al meglio dell’innovazione tecnologica Made in Italy. Una sorta di anteprima della rivoluzione 5.0 nel settore dell’igiene urbana.

Un’anteprima, insomma, di quali saranno gli strumenti d’avanguardia che popoleranno prossimamente la quotidianità di cittadini e operatori nella gestione dei rifiuti: dai contenitori della differenziata “parlanti” alle compostiere digitali, alle app “intelligenti” per accedere con un semplice tocco sullo schermo (tap, in inglese) a tutti i servizi di igiene urbana, e ancora localizzatori satellitari che monitorano in tempo reale i percorsi dei mezzi logistici della raccolta, software di ottimizzazione potenziati dall’intelligenza artificiale e chiavi virtuali, salvate al sicuro sui nostri smartphone, per accedere alle ecoisole.

La digitalizzazione della raccolta differenziata dei rifiuti

L’importanza della digitalizzazione e dell’apporto della tecnologia informatica a sostegno della transizione ecologica, soprattutto in chiave di gestione efficiente e trasparente dei rifiuti, è stata ribadita più volte dalla stessa Commissione Ue. Come nel report intitolato: “Industry 5.0: A Transformative Vision for Europe. Governing Systemic Transformations towards a Sustainable Industry”, dove, in estrema sintesi, la transizione digitale è vista come passaggio inevitabile verso transizione ecologica.

In Italia, si muovono su questa linea due progetti importanti: il primo è il Rentri, in mano al Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (MASE) e riguarda un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti che prevede la digitalizzazione dei documenti relativi alla movimentazione e al trasporto dei rifiuti; il secondo è invece gestito dall’Albo Nazionale gestori Ambientali denominato REcer, e si tratta di un inedito registro nazionale delle autorizzazioni rilasciate per le procedure semplificate nelle attività di recupero dei rifiuti.

Il progetto

Un laboratorio di sostenibilità digitalizzata e integrata proposto da un nuovo polo industriale, composto da cinque aziende già avviate nel settore: Ambiente.it, Sartori Ambiente, Arcoda, Giunko e HPA. Il nome non a caso dato al progetto è “DNA Ambiente”, essendosi ispirato sin dal principio al codice dove sono scritte tutte le informazioni alla base dell’unicità e della comunanza tra esseri viventi.

L’ambizione, hanno sostenuto all’unisono i CEO intervenuti alla presentazione del progetto, è dimostrare che “la digitalizzazione è molto di più dell’eliminazione di moduli cartacei: è soprattutto un potente strumento di ottimizzazione, inclusione e trasparenza, al quale tutti hanno il diritto di accedere, nell’interesse collettivo. Un semplice tocco su un’app o l’organizzazione di dati in una piattaforma in cloud hanno infatti un impatto esponenziale in termini di efficacia ambientale, sociale ed economica”.

I cittadini al centro

Cosa cambia, in concreto, per i cittadini? Di sicuro – ha spiegato Alessandro Lazzari di Giunko – “i cittadini acquisteranno una sempre maggiore centralità, in quanto primo anello di una filiera circolare che necessita di essere alimentata da una differenziata di qualità. “A differenza di altre reti di mercato, ad esempio nel settore idrico, dove il comportamento degli utenti viene misurato da strumenti specifici, nel settore dei rifiuti il cittadino è parte attiva del processo. “Porre l’utente al centro del servizio significa quindi renderlo partecipe di una filiera complessa, in vista di un maggiore efficientamento complessivo”.

Per aiutarli in questo compito, ha proseguito Lazzari, “potranno contare su tutor digitali decisamente smart, che, come l’app Junker, li aiuteranno a separare e valorizzare tutti i rifiuti prodotti, ma anche a prenotare in un tap ogni genere di servizio a chiamata, autocertificare la propria compostiera (anch’essa digitalizzata), segnalare disservizi o casi di degrado urbano e abbinare alla propria utenza i contenitori della differenziata”.

Un passo avanti sulla tracciabilità

Intanto i nuovi contenitori saranno realizzati in polipropilene riciclato, certificato “Plastica Seconda Vita, e soprattutto saranno “parlanti”. Verranno infatti dotati di un TAG in grado di comunicare a distanza la reale produzione di rifiuti di ogni utenza e permettere, quindi, un calcolo più equo e con minori margini di errori della tariffa puntuale pagata dai cittadini/utenti. A ogni passaggio, gli operatori li “interrogheranno” grazie a un apposito lettore portatile, collegato con una “control room”, dove verranno tracciati in modo completo e automatico tutti i dettagli sulle attività di raccolta rifiuti: dalla rilevazione geolocalizzata degli svuotamenti al tracciamento GPS dei percorsi effettuati dai mezzi.

Il ruolo dell’Intelligenza Artificiale (AI) contro gli sprechi

Le informazioni così raccolte serviranno sia ad assicurare una piena compliance agli obblighi normativi di ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente) – che impongono ai gestori il rispetto di rigorosi standard qualitativi minimi e omogenei su tutto il territorio nazionale –, consentendo anche di ottimizzare in automatico tutte le varie fasi di gestione dei rifiuti. L’intelligenza artificiale sarà preziosa, ad esempio, per ottimizzare i percorsi di raccolta riducendo il chilometraggio e le emissioni di CO2, per automatizzare il riconoscimento dei rifiuti al momento del conferimento da parte del cittadino e nel contrasto al degrado urbano, per efficientare il customer care grazie a chatbot (software che simulano ed elaborano le conversazioni umane, scritte o parlate, consentendo agli utenti di interagire con i dispositivi digitali) evoluti basati su soluzioni proprietarie di IA Generativa. Insomma, nulla sarà lasciato al caso e ogni passaggio seguirà un rigoroso tracciato di efficienza.

Un futuro che è già realtà

Il futuro del “Waste Reloaded” pare più vicino che mai, quindi: tutte le soluzioni hardware e software presentate a Milano sono già una realtà in molte aree del paese, anche se permangono sacche di grave resistenza all’efficientamento – soprattutto nel Mezzogiorno –, che andrebbero rimosse anche grazie al contributo della tecnologia. “Le opportunità offerte dalla nostra attuale tecnologia possono avere una grande applicazione nel settore ambientale”, ha sottolineato Alessandro Vistoli, CEO di Ambiente.it, “per questo abbiamo avuto l’intuizione di aggregare sotto un unico cappello competenze, esperienze e soluzioni, creando un vero e proprio ecosistema che offre al settore un’automazione completa”.

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