La crescita del consumo di packaging e il nuovo obiettivo europeo di riciclo di carta e cartone al 90% entro il 2030 apre grandi opportunità economiche per gli operatori del settore, all’insegna della transizione ecologica.
Raggiungere entro il 2030 gli ambiziosi target europei del 90% di riciclo di carta e cartone significa intercettare altri 5 milioni di tonnellate di materiale, più o meno l’equivalente di un miliardo di euro. È quanto stima una ricerca condotta da DS Smith e White Space Strategy dal titolo “Wasted Paper: A Pathway To Better Recycling” – basata su dati raccolti in Croazia, Francia, Italia, Romania, Portogallo, Germania, Spagna e Regno Unito – che indica anche una rotta possibile per raggiungere, senza troppi sforzi, i target fissati. Non uno sforzo titanico, considerando che la media europea di riciclo nel 2022 era dell’81%.
Il riciclo della carta in Italia
L’Italia, secondo la ricerca di DS Smith e White Space Strategy, è tra i Paesi più virtuosi in tema di riciclo. Lo confermano le stime di Comieco (Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica), secondo il quale nel 2023 si dovrebbe raggiungere l’85% di capacità di riciclo, pari al recupero di circa 4 milioni di tonnellate di imballaggi in carta e cartone, in anticipo sul target fissato al 2030.
Secondo Ispra (Rapporto rifiuti urbani 2023) la raccolta differenziata della frazione cellulosica supera i 3 milioni e mezzo di tonnellate, con un 30% costituito da rifiuti di imballaggio. E sono numerosi i comparti industriali virtuosi, come le principali cartiere, in grado di essere doppiamente circolari: sia lavorando in testa ai processi con cellulosa vergine e proveniente da riciclo, sia inserendo nella catena del valore sottoprodotti a base di cellulosica e materiali end of waste. Una circolarità che affonda le radici nell’esigenza di valorizzare al massimo i fattori di produzione.
Come far crescere i tassi di riciclo
Tassi e domanda di riciclo differiscono anche notevolmente tra i Paesi europei, con la Germania che produce tanto materiale di imballaggio in carta e cartone quanto i 24 Stati che producono meno rifiuti messi insieme. Fortunatamente il suo tasso di riciclo è superiore alla media: l’84%, migliore di altri grandi produttori come la Francia (82%), il Regno Unito (74%) e la Spagna (72%).
La crescita esponenziale dell’e-commerce avvenuta negli ultimi anni ha contribuito al considerevole aumento dei consumi di packaging, che nei Paesi Ue entro il 2030 ammonterà a 39 milioni di tonnellate di carta e cartone all’anno. Per far crescere i tassi di riciclo bisogna puntare sui giovani: solo il 62% delle persone tra 18 e 24 anni ricicla la maggior parte della carta e del cartone che utilizza, contro l’88% degli over 65. “Questo dato – spiega il rapporto – potrebbe riflettere una mancanza di comprensione e fiducia nel riciclo, considerato che solo il 62% della Gen Z è convinto che i rifiuti che producono vengano smaltiti correttamente dalle organizzazioni preposte”.
DS Smith si appella ai legislatori europei e nazionali e alle amministrazioni locali per lavorare all’implementazione di quattro raccomandazioni:
- rendere obbligatoria la differenziazione a livello domestico e nelle strade;
- introdurre sistemi di riciclo coerenti a livello nazionale;
- standardizzare le etichette con indicazioni di riciclo e accrescere le iniziative di educazione dei consumatori;
- sostenere gli investimenti delle aziende nel riciclo.
Obiettivo: nessun packaging diventi rifiuto
Dall’analisi emerge con forza il ruolo fondamentale della qualità dei modelli di raccolta, cioè la capacità di intercettare frazioni di carta e cartone non contaminate con altri materiali, che rimane l’ostacolo principale per gli obiettivi di riciclo, soprattutto in un’ottica di efficienza economica, non solo ambientale.
“Carta e cartone – spiega John Melia, Strategy Development and Innovation Director della Divisione Recycling di DS Smith – sono i materiali di packaging più riciclati in Europa e che meglio si prestano alla circolarità. Rimane comunque un enorme spazio di miglioramento, con la possibilità di creare valore economico e migliaia di posti di lavoro, conservando al contempo le preziose risorse del Pianeta. Se i legislatori, le autorità locali, le aziende e i consumatori collaboreranno, siamo convinti di poter fare in modo che nessun packaging diventi un rifiuto”.