IL 94% dei datori di lavoro non ha in azienda le competenze necessarie a raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità. Lo dice uno studio di ManpowerGroup, secondo il quale avere competenze green aumenterà sempre di più le opportunità di trovare lavoro.
La transizione ecologica si muove sulle gambe delle persone: di quei professionisti che possono vantare competenze in tema di sostenibilità ambientale, dai rifiuti all’energia all’economia circolare. Due studi di ManpowerGroup presentati a Davos in occasione del World Economic Forum – “Building competitive advantage with a people-first green business transformation” e “Green molecules: the upcoming revolution in the european employment market” – mettono a fuoco il bisogno crescente di competenze green all’interno delle aziende globali. I cosiddetti green jobs saranno sempre più preziosi nel mondo del lavoro; saranno una sfida per le aziende e una grande opportunità per i lavoratori e le lavoratrici.
Secondo le opinioni raccolte da ManpowerGroup da oltre 40.000 datori di lavoro in 41 Paesi, il percorso verso un’economia più sostenibile dal punto di vista climatico e ambientale porterà ad un aumento delle opportunità di impiego, creando fino a 30 milioni di nuovi posti di lavoro nel mondo entro il 2030.
Oggi il divario tra gli obiettivi di sostenibilità delle aziende e le competenze di cui queste avrebbero bisogno per raggiugerli è sostanziale: secondo ManpowerGroup le competenze verdi scarseggiano. Tanto che il 94% dei datori di lavoro a livello globale afferma di non avere in azienda i professionisti necessari per raggiungere i propri obiettivi ESG (Environmental Social Governance) e il 75% dichiara di avere difficoltà a trovare i talenti con le competenze ricercate.
“Le aziende, per promuovere la sostenibilità e dotarsi dei profili green di cui hanno sempre più bisogno, devono mantenere le persone al centro. È essenziale che gli sforzi verso tecnologie green siano accompagnati da adeguati investimenti in upskilling e reskilling, riqualificazione e aggiornamento delle competenze” afferma Daniela Caputo, Marketing, Communication e Innovation Director di ManpowerGroup. “Solo così potranno garantire una transizione efficace verso un futuro più sostenibile.”
Green jobs: quali sono i più ricercati
Il 70% delle aziende, di tutti i settori,pianifica di assumere green jobs. Le intenzioni di assunzione più forti sono state riscontrate nel settore dell’energia e dei servizi pubblici (81%), seguito dai comparti information technology (77%) e servizi finanziari (75%).
Se invece guardiamo alla tipologia di green jobs, secondo ManpowerGruop i profili più ricercati sono quelli attinenti alle funzioni di:
- produzione (36%);
- operations e logistica (31%);
- information technology (30%);
- vendite e marketing (27%);
- ingegneria (26%);
- amministrazione (25%);
- risorse umane (25%).
Al bisogno di professionalità green si può rispondere sia facendo scouting fuori dal perimetro aziendale, con nuove assunzioni, sia ricorrendo a personale interno adeguatamente formato. Ecco allora che le analisi rivelano che la transizione richiederà la riqualificazione el’aggiornamento del 60% dei professionisti per dotarli delle competenze necessarie.
Per i giovani la sostenibilità è un’opportunità
L’Italia – insieme a Spagna e Germania – è tra i Paesi che presentano le maggiori carenze di competenze, che devono essere affrontate attraverso la formazione professionale, gli strumenti di mappatura della forza lavoro e i partenariati pubblico-privati.
Se, come osservato, il mercato ha fame di green jobs, dal lato dell’offerta (lavoratori e lavoratrici) la sostenibilità è un asso nella manica: secondo ManpowerGroup il numero di annunci di lavoro che richiedono almeno una competenza verde è cresciuto del 15% nel 2023 rispetto all’anno precedente. E il tasso di assunzione medio, per le persone con almeno una competenza verde, è superiore del 29% rispetto alla media.
La partecipazione delle donne ai lavori della green economy è in aumento, ma rimane inferiore al 40% nella maggior parte dei Paesi. Fanno eccezione Spagna e Italia, dove si prevede che le donne ricopriranno oltre il 50% dei posti di lavoro verdi diretti entro il 2040.
I lavoratori più giovani hanno una maggiore attenzione al tema della sostenibilità: un terzo degli appartenenti alla Generazione Z (nati tra il 1997 e il 2012) è convinto che i lavori verdi saranno contraddistinti da una retribuzione più elevata, contro il 14% dei Baby Boomers. Inoltre, il 75% dei Gen Z svolge ricerche sull’impegno delle aziende in ambito sostenibilità e il 46% afferma che i temi della sostenibilità influiscono sulla scelta del datore di lavoro. Infine, il 71% dei componenti della Gen Z e il 60% dei Millennial (nati tra 1981 e 1996) ritiene che le iniziative verso un mondo più sostenibile miglioreranno il loro lavoro, a fronte del 44% dei Baby Boomers. Le generazioni più giovani intravedono anche maggiori opportunità di sviluppo della propria carriera: per il 35% della Gen Z e il 34% dei Millennial è uno dei principali vantaggi della transizione.