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Green computing: informatica e sostenibilità insieme

Un personal computer anni '80
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In un’epoca storica in cui siamo sempre più bombardati (a ragione!) dalla necessità di modificare le nostre abitudini in modo tale da essere il più sostenibili possibile, anche i cambiamenti nel mondo dell’informatica giocano un ruolo chiave. Questo settore, fondamentale per le nostre vite, presenta come tanti altri un impatto ambientale importante, che però può certamente essere limitato seguendo una serie di buone pratiche preziose. In questo contesto, dunque, un concetto come quello del Green Computing, o informatica ecologica, sta guadagnando sempre più piede. Vediamo di cosa si tratta più nello specifico e che tipo di conseguenze potrebbe avere sul nostro futuro e su quello del pianeta Terra più in generale.

Indice

Cosa si intende per “Green computing”

il green computing è un fenomeno interessante che ci permetterà di rendere sostenibile anche l'informatica: ecco come.
Una postazione di lavoro da remoto

Il Green computing è un approccio all’informatica che mira a ridurre l’impatto ambientale delle attività legate alla tecnologia, dalla produzione e utilizzo di hardware e software fino alla gestione dei dati e delle varie infrastrutture IT per i computer.

La prima volta in assoluto che ne abbiamo sentito parlare è stato nell’ormai lontano 1992, quando la Environmental Protection Agency o EPA (vale a dire l’Agenzia Americana per la protezione dell’ambiente) creò il programma Energy Star proponendo l’utilizzo di un marchio per identificare vari prodotti hardware che vantassero un minor consumo energetico. Iniziative simili di questo tipo si sono poi diffuse a macchia d’olio anche nel resto del mondo, dall’Asia all’Europa: nel Vecchio Continente, ad esempio, si è deciso di creare la certificazione svedese CTO, nata per certificare la qualità dei display dei dispositivi in base a specifici criteri di ergonomia e pericolosità.

L’attenzione per le tematiche green e la consapevolezza ambientale è cresciuta con il passare del tempo, fino a diventare una vera e propria priorità per molti brand davvero al passo con i tempi. Si pensi ad esempio all’annuncio da parte di Intel Corporation nel 2004, legato al blocco della produzione di due chip (Tejas e Jayhawk) in favore di chip più efficienti.

Attualmente, i business che usano metodi di Green computing spesso implementano unità centrali di elaborazione (CPU), server, periferiche, sistemi di alimentazione ed altri dispositivi IT ad alta efficienza energetica. Nella maggior parte dei casi si tratta di realtà aziendali che, oltre a ciò, si impegnano anche a ridurre l’uso delle risorse e a lavorare sul corretto smaltimento dei rifiuti elettronici. Spesso, nelle aziende più virtuose il green computing è un elemento centrale delle strategie ambientali, sociali e di governance (ESG) aziendali, focalizzate sull’adozione di pratiche commerciali sostenibili ed etiche. Ad oggi, qualità simili sono preziosissime per le aziende che vogliono migliorare la loro reputazione e il loro posizionamento agli occhi dei loro clienti. Il Green computing, insomma, non è soltanto un’iniziativa puramente ambientale, ma è anche una strategia aziendale tout court.

Cosa comporta il Green computing?

Chi ha a che fare con questo tipo di approccio sa molto bene come la sostenibilità possa comportare importanti risparmi per le aziende. Generalmente, per esempio, gli esperti di IT concentrano le loro energie sull’efficienza energetica nei data center, nonché sull’organizzazione di stanze separate per i dispositivi di archiviazione dei dati che utilizzano quantità significative di energia.

Pensiamo per esempio al fatto che l’aggiornamento dei sistemi IT potrebbe essere fatto anche soltanto sostituendo vecchi dispositivi che spesso consumano più energia e generano molto più calore rispetto alle nuove tecnologie. Ma non solo.

Il Green computing passa anche dalla produzione, in prima battuta: si pensi per esempio all’importanza di produrre computer e componenti tech varie ed eventuali usando fonti di energia alternative (come l’eolico o l’energia solare) e riducendo gli scarti di fabbricazione. L’attenzione sostenibile dal punto di vista della tecnologia si manifesta anche nell’utilizzo quotidiano dei vari dispositivi: pensiamo ad esempio al ruolo che rivestono la funzione di risparmio energetico o la cosiddetta modalità di ibernazione.

C’è infine un altro elemento chiave del Green computing, legato al corretto smaltimento dei rifiuti, che deve essere sempre svolto nella maniera corretta onde evitare rischi ambientali e/o pericoli legati alla nostra sicurezza.

Gli obiettivi

Attraverso il green computing avremo la possibilità di rendere sostenibile anche il settore dell'informatica: scopriamo insieme come.
Un ragazzo che lavora al computer

Come anticipato, risulta evidente che le pratiche di Green computing porteranno le aziende a raggiungere un obiettivo cruciale per il loro benessere e la loro crescita, vale a dire la riduzione del consumo di risorse e, di conseguenza, la riduzione de costi.

Non soltanto il Green computing comporta bollette energetiche più leggere, ma fa diminuire al contempo le impronte di carbonio delle aziende, e questo principio vale in particolare per gli asset IT. Oltre ai risparmi economici, gli approcci green al mondo dell’informatica possono aiutare le organizzazioni ad adattarsi con più facilità alle normative vigenti (e ad evitare così multe salate), garantendo loro un vantaggio di marketing rispetto ai loro concorrenti, sia con i clienti che con gli investitori.

Non è un caso, dunque, se assistiamo alla nascita di un numero crescente di edifici aziendali e impianti di produzione con un design green: rendere queste strutture più sostenibili da un punto di vista ambientale è, evidentemente, uno degli elementi chiave di questo approccio così innovativo e importante per il pianeta Terra.

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Alberto Muraro

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