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Giornata mondiale delle zone umide 2024: hub di vita

Playa del Carmen
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Il 2 febbraio scorso abbiamo celebrato in giro per il globo la Giornata mondiale delle zone umide, un evento molto importante con il quale ricordiamo annualmente la firma della Convenzione internazionale di Ramsar sulle zone umide, avvenuta in questa stessa data nel 1971. Vediamo insieme perché si tratta di un’occasione così importante e tutte le azioni che possono essere intraprese per proteggere questi ecosistemi così delicati.

Cosa sono le zone umide?

Scopriamo insieme tutti i motivi per cui è importante celebrare ogni anno la giornata mondiale delle zone umide.
Stagno in mezzo ad un bosco

La Convezione internazionale di Ramsar definisce le zone umide nei seguenti termini:

Sono le paludi e gli acquitrini, le torbiere oppure i bacini, naturali o artificiali, permanenti o temporanei, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra, o salata, ivi comprese le distese di acqua marina la cui profondità, durante la bassa marea, non supera i sei metri.

Tali aree possono in aggiunta essere suddivise nel seguente modo:

  • Zone umide interne: sono le paludi, laghi, fiumi, pianure alluvionali, torbiere e paludi
  • Zone umide costiere: sono le paludi salmastre, estuari, mangrovie, lagune e barriere coralline
  • Zone umide artificiali: sono gli stagni per pesci, le risaie e le saline

Zone umide: le aree di intervento

Queste aree del pianeta Terra sono una fondamentale risorsa di cibo e di acqua per un’infinita serie di organismi viventi e contribuiscono, in parallelo, a mitigare i cambiamenti climatici, una delle più gravi minacce per l’umanità e per la biodiversità più in generale.

Legambiente, a proposito, ha stilato una serie di priorità imprescindibili per il nostro Governo, con l’obiettivo di assicurarsi che tali zone vengano preservate e non rischino di scomparire con il passare del tempo. Secondo organizzazione ambientalista il nostro Esecutivo dovrebbe dunque intervenire nelle seguenti aree:

  1. Il potenziamento delle regolamentazioni ambientali per preservare le zone umide e gli habitat acquatici
  2. La creazione di nuove riserve naturali lungo i fiumi e aree umide di rilevanza internazionale
  3. Il controllo delle specie straniere invasive attraverso leggi nazionali allineate alle strategie europee
  4. La lotta alle attività illegali che danneggiano gli ecosistemi acquatici, come per esempio la caccia

Il messaggio della campagna 2024

La campagna di quest’anno punta a sottolineare, oggi più che mai, come il benessere umano sia irrimediabilmente legato allo stato delle zone umide del mondo: siamo infatti assolutamente dipendenti da questi ecosistemi.

In occasione della Giornata internazionale delle zone umide 2024 verranno dunque messi in luce tre messaggi principali.

  • Investire nell’uso sostenibile delle zone umide significa investire nel futuro dell’umanità.
  • Le zone umide possono fornire alle città e ai loro residenti molteplici benefici economici, sociali e culturali fondamentali per il benessere umano.
  • Il ripristino delle zone umide è essenziale per superare la crisi del clima e della biodiversità e per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che ci siamo prefissati.

Tali obiettivi puntano a risolvere i gravi problemi che queste aree stanno affrontando ormai da decenni: basti pensare che circa il 35% delle zone umide è scomparso a livello mondiale dagli anni ’70; quelle che rimangono, inoltre, stanno scomparendo tre volte più velocemente delle foreste. Come risultato diretto, le specie stanno diminuendo più rapidamente di qualsiasi altro periodo della storia umana e questo ritmo sta accelerando. La maggior parte delle specie viventi in queste aree, in sostanza, è seriamente a rischio di estinzione.

Questa importante iniziativa di sensibilizzazione annuale, tra le altre cose, si inserisce nel Decennio delle Nazioni Unite per il Ripristino degli Ecosistemi, un importante e lungo evento globale legato alla protezione e al risveglio degli ecosistemi in tutto il mondo, in programma fino al 2030.

L’impegno dell’Italia

La giornata mondiale delle zone umide ci aiuta a ricordare quanto questi ecosistemi siano importanti e soprattutto delicati: ecco i dettagli.
Un fiore nello stagno

Chi si sta attivando a livello locale per la protezione delle zone umide è al momento la stessa Legambiente, che nel report Ecosistemi acquatici 2024 ha denunciato i gravi ritardi del nostro Paese indicando al contempo le diverse priorità sulle quali dobbiamo ancora lavorare.

Tra le molte inefficienze croniche del Paese, una delle criticità principali è la mancanza di progressi nell’istituzione di nuove zone umide di rilevanza internazionale. Attualmente, ne sono state riconosciute appena 57 in conformità alla Convenzione di Ramsar, mentre altre 9 attendono ancora di essere istituite (3 si trovano in Sicilia, 5 in Toscana e 1 in Friuli-Venezia Giulia). Ulteriori complicazioni derivano dal ritardo nell’applicazione del Regolamento UE 2021/57, in vigore dal 15 febbraio 2023, che ha vietato l’uso di munizioni al piombo nelle zone umide per preservare la sicurezza umana e la salute degli uccelli acquatici.

Questi ritardo mettono l’Italia a rischio di una procedura d’infrazione da parte della Commissione Europea, poiché il Governo ha emanato un provvedimento che riduceva gli ambiti di applicazione in una direzione opposta. Un altro ostacolo è rappresentato dall’assenza di un nuovo decreto che dovrebbe regolamentare le autorizzazioni eccezionali per l’introduzione di specie non autoctone negli ecosistemi delle acque interne. In estrema sintesi, c’è ancora tanto, tantissimo lavoro da fare e, a proposito, le sopracitate aree di intervento prioritarie proposte da Legambiente serviranno proprio per sensibilizzare le istituzioni e per assicurarci che le zone umide non rischino di scomparire nel nostro Paese da qui ai prossimi anni.

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Alberto Muraro

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